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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Don Albino Bizzotto inizia uno sciopero della fame

Care e cari,

non è un colpo di testa, ma una decisione maturata per accompagnare le iniziative che a Padova
vengono attuate anche in risposta all’atteggiamento di chiusura del Sindaco verso quanti sono disponibili
a offrire appartamenti per l’ospitalità ai profughi.
Inoltre questo il digiuno vuole rimettere alla ribalta la necessità di scelte politiche che rispondano immediatamente alla situazione
gravissima del pianeta.
Il testo, qui di seguito, contiene le motivazioni e anche gli obiettivi.
Se qualcuno desidera partecipare o allargare e comunicare agli altri l’iniziativa comunichi la sua adesione e come intende divulgarla con le sue reti e i mezzi di comunicazione.
Grazie e buon lavoro a tutti.
don Albino

Digiuno: perché

Ognuno di noi ha sperimentato momenti di verità sulla propria vita. Ognuno si conosce come soggetto originale e irrepetibile, ma sa anche quanto la sua vita si spiega e dipenda dalle relazioni con gli altri. A ognuno di noi potrebbe essere toccata la sorte di qualsiasi altra persona vivente oggi nel mondo.
Conosciamo la gioia, ma anche la fatica e la fragilità del vivere e del convivere.
A volte dobbiamo affrontare situazioni gravi non previste e non desiderate, che mettono a repentaglio la stessa umanità, che ci appartiene. La crisi globale in cui ci troviamo non ci permette di usufruire più dello standard di vita e di relazioni cui eravamo abituati. Come singoli e come comunità non vorremmo mai finire nella situazione di quanti sono già nella disperazione e sono troppi.
Ho pensato molto in questi giorni a questa iniziativa di digiuno a sola acqua, salvo altra prescrizione medica, a tempo indeterminato salva la vita. Ho ben presenti i miei limiti di età e di tenuta degli equilibri fisici e psichici; so di espormi a tutte le opinioni e interpretazioni, anche negative del gesto, ma mi sono deciso egualmente a iniziarlo perché vorrei condividere questo momento – verità rispetto a due necessità che ci riguardano direttamente tutti.

1. Per affrontare tutte le situazioni, anche le peggiori, quelle devastanti e impossibili, non abbiamo altro a disposizione che la nostra umanità.
Siamo capaci di tante cose per i nostri interessi, anche di eliminare in vari modi gli altri, ma se rinunciamo al nostro essere umani perdiamo tutti, noi per primi.
Nessuno di noi rappresenta solo la città dell’accoglienza, tutti, quando
vengono toccati i nostri spazi, abbiamo anche resistenze e disponibilità diversificate.
Per questo non è uno slogan, ma un impegno e un percorso:
“Restiamo umani”.

2. Oggi tutti, buoni e cattivi, miserabili e benestanti, siamo di fronte a una urgenza, i cui tempi non sono in mano nostra e che si presenta con una gravità da metastasi: è l’emergenza Terra; a rischio reale, anche se nessuno ci pensa, è la vita di tutti. La terra è primaria, noi derivati; quindi prima di tutto la terra e le sue esigenze, poi noi.

Subito, da mezzo la terra deve diventare fine dell’attività umana di produzione e di trasformazione. Dobbiamo ripensarci anche come specie e operare immediatamente per attuare una politica di scelte radicali rispetto all’ambiente e al territorio.
Riparare i danni delle devastazioni compiute e ancora in atto, ridare respiro alla terra: chiudere con cemento e asfalto, grandi opere e consumo di suolo; rientrare con una agricoltura altra.
Altro che crescita economica e liste mobili della politica!
Noi siamo terra. Diventiamo terrestri.

• Il digiuno si pone come sentire e vivere sulla propria pelle le condizioni di quanti nel quotidiano non possono soddisfare nemmeno i bisogni elementari per la sopravvivenza: una solidarietà spicciola ma impegnativa.
• Inoltre, da una posizione di estrema debolezza, il digiuno diventa la più forte implorazione rivolta a ogni persona, comunità, associazione, organizzazione perché ciascuno condivida e risponda in proprio, con la sua libertà e con le sue decisioni, a queste due grandi necessità. Come dire: senza di voi non son capace di fare niente. Più che manifestare per l’altra città, vorrei con tutti manifestare, operare e camminare per una città altra.
Non chiedo solidarietà personali, ma semplicemente trovarmi in cammino con quanti più possibile, sempre riconoscente per l’umanità che ciascuno mette a disposizione ogni giorno.
Per questo “Restiamo umani” “Diventiamo terrestri”.

Don Albino Bizzotto

Padova, 13 maggio 2015


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Commenti

2 risposte a “Don Albino Bizzotto inizia uno sciopero della fame”

  1. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Come non essere totalmente –non dico solidali e approvare questa estrema iniziativa– di Don Albino
    ma ritrovarci a essere finalmente –umani–uomini e donne degni di essere tali.
    Don Albino questo uomo straordinario:costruttore di pace ha per quel poco che può contare
    tutta la mia vicinanza e condivisione.Un gesto forte estremo, privarsi del cibo a che diventi
    denuncia di sofferenze, tribolazioni,emarginazione, e fame: condizione drammatica in cui vivono una
    moltitudine di nostri fratelli. Gli ha elencati nelle motivazioni del digiuno Albino le grandi questioni
    che l’ominide ha difronte a se; Ho cambiamo paradigma culturale,economico, produttivo,
    ho ci approcciamo a catastrofe sicura,e non ci sarà scampo per nessuno: padroni universali
    compresi anche se costoro presi nella loro criminale onnipotente cupidigia pensano di salvarsi.
    Ma quale conto –lo sta già pagando–pagherà il popolo i più deboli che sono miliardi? Ne abbiamo
    una pallida idea? Diciamoci la verità il paradigma culturale e formativo in cui noi tutti siamo
    cresciuti e che ha formato molta classe dirigente complessiva ci ha impedito di capire, e comprendere
    cosa stava accadendo –realmente– nel mondo fuori dal nostro piccolo orticello.che continuiamo
    ad annaffiarlo impavidi chiusi nelle nostre effimere sicurezze. Ora siamo come sconvolti non
    riusciamo a capire i –barconi– i– profughi– come vengono definiti. Ma perché non se stanno a casa
    loro? Ci rubano il lavoro che già è poco, poi ci costano in assistenza, e cure, dobbiamo dargli domicilio
    cibo e vestiario, provengono da altre culture e religioni. Insomma ci danno fastidio, sono un problema,
    La realtà è paradossalmente molto semplice, che si può evidenziare con una costruzione metaforica.
    Immaginiamoci che una sera tranquilla di tarda primavera ci troviamo a casa –una bella e accogliente
    dimora dove niente manca e sentiamo squillare il citofono, andiamo ad aprire e ci troviamo inanzi
    sei individui che ci chiedono di entrare; ad una simile richiesta noi obbiettiamo che quella è casa
    nostra, figurarci farli entrare. ma loro con determinazione replicano che quella non è solo casa –nostra–
    ma è anche casa loro: Il pianeta è casa loro.La terra è casa di tutti . I sei individui rappresentano
    i sei miliardi di persone che giustamente –è nel loro diritto– chiedono di partecipare con noi alla
    mensa del consumo delle risorse ancora disponibili sul pianeta terra. Questo è il punto; per noi
    occidentali assai fastidioso da sopportare, quanto da capire. Noi abbiamo per secoli costruito il
    nostro momentaneo –benessere– rapinando e massacrando il resto del mondo. E lo abbiamo fatto
    con la forza delle armi, del potere finanziario pubblicistico mediatico e dei più criminali sistemi di corruzione.Ora tutto questo non è più possibile che ci piaccia o no. Noi non siamo più il centro del
    mondo, ne in termini economici-produttivi, ne culturali Dobbiamo prenderne atto. L’Europa se non
    cambia rotta e leadership sara destinata a diventare marginale nello scacchiere politico economico
    planetario. E allora che fare a riguardo della emergenza profughi?Occorre inanzi tutto dotarsi a livello
    nazionale e europeo di una adeguata strategia dell’accoglienza. Le risorse ci sono dipende come e dove se
    le impiega, l’emergenza umanitaria non sarà breve poiche le destrutturazione da noi create con
    guerre e relativi bombardamenti di interi stati ha creato danni strutturali complessivi incidendo sulla vita
    quotidiana di milioni di esseri umani di dimensioni incalcolabili. Poi Con un adeguata politica economica-finanziaria. Destrutturare e riconvertire l’industria bellica,dobbiamo produrre meno armi e in un prossimo futuro non produrne più.Utopia? Può sembrare alla luce della realtà attuale, considerando quali interessi
    la produzione armiera esprime, e muove:banche, lobi finanziarie mondo imprenditoriale, tecnici ecc.
    Infine occorre un grande sforzo complessivo che riguarda tutta l’umanità affinché si crei una cultura
    della convivenza, della condivisione, della comprensione delle ragioni dell’altro, indispensabile questo
    in un mondo sempre più globalizzato. Una cultura che si basi su una nuova etica economica, nel gestire
    le risorse, che sappia altresi come evidenzia Albino –saturare– in termini realistici i guasti che una
    economia di rapina ha causato al pianeta terra che ci ospita.
    Un abbraccio a Don Albino e un –grazie– per questa sua straordinaria testimonianza–sulla pelle viva–
    augurandomi che questo non lo debiliti sul piano fisico e psitico, troppo è preziosa quanto irrinunciabile
    la sua figura dalla parte di Gesù come costruttore di pace e giustizia su basi planetarie.
    Un caro saluto.

  2. Avatar roberto
    roberto

    Caro don Albino,con tutto il bene e la stima che ho sempre avuto per te devo dirti che affronti con forza una parte importante del problema ma con altrettanta mancanza di forza ne trascuri un’altra. Da otto anni ormai vivo una integrazione impossibile con la comunità filippina di Galliera Veneta e mentre tu il digiuno lo scegli e lo motivi io questa mancaza di cibo la subisco perchè lo stomaco mi si sta chiudendo per i continui dispiaceri che questi vicini e loro amici mi infliggono. Con te ne ho già parlato e la tua solidarietà è stata quella di dirmi “ti verrò a trovare quando cambi di casa”. Vedi che disparità tra il digiuno per un immigrato e il ti vengo atrovare per un emigrante(io). Mi sento talmente solo con la mia famiglia che questa notte ,quando hanno smesso di fare i cavoli loro sotto le finestre dove tentiamo di vivere che ho scritto a Matteo Salvini. Per me è come aver venduto l’anima al diavolo, ma gli angeli come te sono troppo impegnati a solidarizzare con quelli che vengono da lontano e non si accorgono di quelli sotto casa. Con amarezza e delusione. Roberto Zaniolo

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