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Tony Anatrella, un imbroglione che qualcuno nella Chiesa ha protetto per decenni. Finalmente è stato licenziato.

L’omertà nella Chiesa sugli abusi di Anatrella

Redazione 07/11/2018, 08:54 da Adista

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L’omerta nella Chiesa sugli abusi di Anatrella, il prete psicologo che voleva curare i gay

Articolo di Laetitia Cherel pubblicato sul sito di Radio France (Francia) il 26 ottobre 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro

Svolta nel “caso Anatrella”: il vescovo di Reims, monsignor de Moulins Beaufort, ha riconosciuto pubblicamente, ai microfoni di Radio France, che Tony Anatrella ha commesso “abusi” su alcuni pazienti. Monsignor de Moulins Beaufort tra il 2016 e il 2017, quando era vescovo ausiliario di Parigi, condusse un’indagine interna sul suo caso: “Il problema di Tony Anatrella è che ha commesso abusi con alcune persone. Queste persone mi hanno rivelato le terapie corporali che, secondo loro, erano andate troppo in là. Ci sono dei gesti che lasciano un segno negativo su chi li subisce, al di là delle intenzioni più o meno chiare di chi li fa. Va riconosciuto che tali gesti hanno fatto del male a molte persone. A partire da questo, abbiamo raccomandato all’arcivescovo di Parigi di aprire una procedura, il che è stato fatto, e ne è scaturito l’ordine dell’arcivescovo a Tony Anatrella di sospendere le sue terapie e anche la celebrazione dei sacramenti”.

Lo scorso luglio il sacerdote e psicanalista Tony Anatrella, 77 anni, sospettato di abusi sessuali su giovani pazienti, è stato sospeso a divinis dall’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit: non può più esercitare il suo ministero e gli è stata inoltre proibita “ogni attività terapeutica”. Ufficialmente tali sanzioni si basano “sull’insieme delle informazioni raccolte” nel corso di “una seria indagine”; su Anatrella pesa “il grave sospetto di aver commesso un delitto”, secondo quanto fa sapere l’arcidiocesi, ma senza entrare nei dettagli sulle motivazioni delle sanzioni. È cosa fatta ormai per monsignor de Moulins Beaufort.

“Fatti contestati”

L’avvocato di Anatrella Benoît Chabert, da noi raggiunto, ritiene che de Moulins Beaufort sia andato troppo in là: “Eric de Moulins Beaufort è tenuto al segreto, segreto che ha violato parlando delle testimonianze fattegli, ma soprattutto sta diffamando Tony Anatrella e affermando fatti contestati, non confermati né in sede di giustizia penale, né dalla commissione canonica di Tolosa (la seconda indagine interna della Chiesa sul caso, n.d.r.). Tony Anatrella ha sempre negato le accuse formulate contro di lui”.

Sempre secondo l’avvocato, il vescovo di Reims avrebbe cambiato atteggiamento durante l’indagine: “Durante le numerose riunioni da lui organizzate in mia presenza nel 2006, che avevano lo scopo di sostenere Tony Anatrella già allora accusato a torto, Eric de Moulins Beaufort sosteneva una posizione del tutto diversa”.

Anatrella ha sempre negato di aver fatto qualcosa di scorretto e si è sempre proclamato innocente. Da quasi vent’anni una decina di giovani maggiorenni dicono di essere stati vittime di abusi sessuali da parte del sacerdote psicoterapeuta. Tre di loro hanno sporto denuncia penale per “aggressione sessuale”. Nel 2008 queste denunce sono state archiviate, soprattutto perché i fatti erano prescritti. Non avendo avuto soddisfazione dalla giustizia, molti degli accusatori si sono rivolti alla Chiesa, che nell’ottobre 2017 ha aperto un’indagine interna e nel luglio 2018 ha emanato sanzioni contro Anatrella.

“Gesti masturbatori” e “relazioni sessuali”

Tony Anatrella è stato per lunghi anni un sacerdote molto in vista in Francia e in Vaticano. Specialista di sessualità, e soprattutto di omosessualità, ha pubblicato numerosi libri e nel 2000 ha curato la prima guida per lottare contro la pedofilia, destinata ai vescovi francesi. La sua carriera, tuttavia, si è svolta soprattutto nel campo della psicoterapia, tanto da farlo conoscere come “lo psico della Chiesa”. Teneva uno studio a Parigi e “per decenni, gran parte dei responsabili cattolici francesi gli hanno inviato seminaristi e sacerdoti in difficoltà, difficoltà in particolare legate all’omosessualità” come spiega Bernadette Sauvaget, specialista di religioni al [quotidiano]Libération.

Tra i sacerdoti mandati da lui “alcuni avevano commesso degli abusi sessuali, perché era prassi corrente all’epoca mandare quei sacerdoti da psicologi e psicanalisti” ci confida l’arcivescovo di Poitiers, monsignor Rouet. Nel 2001, però, Anatrella viene denunciato da Daniel L., un ex seminarista che afferma di essere stato, alla fine degli anni ‘80, vittima di abusi sessuali da parte del prete terapeuta durante i consulti destinati a curare le sue “pulsioni omosessuali”“Molto presto mi propose delle sedute di terapia corporale. Fin dalla prima seduta praticò su di me dei gesti masturbatori, che poco a poco si trasformarono in rapporti sessuali. Diceva che dovevo superare le mie pulsioni omosessuali e che le sue pratiche me ne avrebbero liberato. In quel periodo ero già adulto, ma ero completamente in sua balìa. In quanto psicanalista, possiede tutti i mezzi e tutte le chiavi per manipolare le persone. E in quel momento ero persuaso che fosse il mio salvatore, che potesse liberarmi di una omosessualità che all’epoca non volevo ammettere”.

Protettori “potenti”

Qualche anno più tardi, consultando un altro psicanalista, Daniel viene a sapere che quella non era una semplice terapia. Nel 2001 decide di mettere in allerta l’arcivescovo di Parigi Lustiger: “Monsignor Lustiger mi ascoltò a lungo. Era molto sorpreso da ciò che gli raccontai e mi chiese più volte se si trattasse proprio di Tony Anatrella, e ovviamente glielo confermai. Mi chiese se fossi pronto a testimoniare per iscritto per avviare un’indagine canonica della Chiesa. Gli dissi di sì, ma non sono mai stato contattato”. L’arcidiocesi non dà alcun seguito alla denuncia. Cinque anni più tardi, nel 2006, Daniel racconta la sua storia alla rivista cattolica contestatrice Golias, ed è in quel momento che il caso viene reso pubblico: altre tre persone denunciano il sacerdote.

È qui che Tony Anatrella ricevette il sostegno di un personaggio chiave del mondo cattolico francese: l’arcivescovo di Parigi Vingt-Trois, suo diretto superiore. In una email datata 23 novembre 2006, che abbiamo potuto recuperare e che era indirizzata a tutti i sacerdoti dell’arcidiocesi di Parigi, il segretario dell’arcivescovo scriveva:

Da parte di monsignor Vingt-Trois ai sacerdoti di Parigi.

In questi ultimi giorni i giornali si sono fatti eco (eccessivamente, per alcuni) di una denuncia sporta contro monsignor Anatrella. Monsignor Vingt-Trois ha assicurato a monsignor Anatrella la nostra stima, la nostra amicizia e la nostra preghiera. Attendiamo con fiducia i risultati del lavoro degli inquirenti.

Le denunce non avranno buon fine. Tony Anatrella contesta tutte le accuse e, secondo il suo avvocato, si presenta come “un innocente accusato ingiustamente”.

“Andava avanti fino all’orgasmo del paziente, e talvolta anche del suo”

Nel 2006, una svolta: una nuova presunta vittima contatta il padre domenicano Philippe Lefebvre, professore alla facoltà di teologia di Friburgo, in Svizzera. In una sua lettera l’ex paziente di Tony Anatrella descrive le sedute di terapia corporale come “dei massaggi in cui il paziente era nudo e lo psicanalista massaggiava il paziente per liberarlo dalle sue pulsioni omosessuali. Andava avanti fino all’orgasmo del paziente, e talvolta anche del suo“.

Da allora, per sei anni, pare Lefebvre non cessa di mettere in guardia i più alti responsabili della Chiesa: “Contattai una quindicina di vescovi, ma nessuno mi rispose e nulla successe. Contattai anche l’arcivescovo di Parigi (che nel 2006 era Vingt-Trois) e quello di Marsiglia (monsignor Pontier), e anche in quel caso non accadde nulla. Esiste davvero l’omertà nella Chiesa su certi argomenti, un silenzio organizzato, con i suoi ingranaggi ben oliati”.

Il padre domenicano non è il solo a mettere in guardia gli alti prelati della Chiesa: un ecclesiastico dell’ovest della Francia, che desidera mantenere l’anonimato, ha raccolto le testimonianze di numerose presunte vittime di Anatrella, e nel 2006 ne parla a diversi vescovi: “I sette vescovi [da me contattati] sapevano di Anatrella. Mi dissero di esserne al corrente, ma che loro, vescovi, non potevano fare nulla perché era protetto da Roma. In quel momento mi fu rivelata la loro impotenza”.

Secondo il vaticanista Hendro Munsterman, Anatrella avrebbe protettori potenti a Roma. Quando uscirono le accuse contro di lui, ebbe il sostegno pubblico di Barragan, un cardinale molto influente, il quale in Vaticano è a capo dell’equivalente del Ministero della Salute, che consulta regolarmente Anatrella, insieme al “Ministero” della Famiglia: “Di fronte alla stampa, il cardinal Barragan denunciò un complotto contro la Chiesa, di cui Tony Anatrella sarebbe stato la vittima”.

Munsterman aggiunge che Anatrella ha un altro protettore molto potente, il cardinale Marc Ouellet, il [prefetto della Congregazione per i Vescovi]: “È lui che, in occasione del Sinodo sulla famiglia del 2014, invita Tony Anatrella. Lo invita poi anche, l’anno dopo, a un seminario per i giovani vescovi organizzato da lui in Vaticano, ma in quell’occasione il sacerdote psicanalista spiega ai vescovi che non sono obbligati a segnalare i sospetti abusi sessuali alle autorità del loro Paese, se la legge non lo prevede, il che ha suscitato molta indignazione in tutto il mondo”.

Nel 2016 il caso Anatrella riprende vigore, nuove presunte vittime escono dal silenzio. Sotto la pressione [dei media] e l’attenzione data al caso Barbarin nella diocesi di Lione [in cui un sacerdote ha molestato diversi giovanissimi scout negli anni ‘80, n.d.t.], questa volta la Chiesa apre due indagini canoniche su Anatrella, che nel luglio 2018 porteranno all’interdizione dal ministero, alla proibizione di confessare e alla sospensione di “ogni attività terapeutica”.

Sanzioni fin troppo leggere, secondo alcuni membri del clero. Ci sono voluti quindici anni dopo la prima segnalazione perché la Chiesa aprisse un dossier su Anatrella e punisse il sacerdote-psicologo


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