Documento  di cattolici in occasione della ratifica parlamentare del nuovo Concordato (marzo 1985)

 

Avevamo sperato, noi che teniamo, con uguale premura, ad una Chiesa evangelicamente ispirata e ad una forma veramente laica dello Stato, che ogni residuo di prassi costantiniana fosse cancellato dai nostri ordinamenti.

Non è stato così. Gli accordi di Villa Madama, ratificati dal Parlamento nei giorni scorsi, eliminano dal vecchio Concordato norme incostituzionali o disapplicate da tempo o cancellate dal referendum del ’74.
Permane invece l’insegnamento confessionale della religione cattolica pagato dallo Stato, anche se gestito in modo più moderno; la struttura gerarchica della Chiesa verrà finanziata in misura sicuramente non inferiore a quella attuale. Questi fondi saranno prelevati di fatto dal bilancio dello Stato e saranno gestiti in modo accentrato dalle Diocesi e dalla CEI con una stretto intreccio tra nuovo apparato amministrativo della Chiesa e la pubblica amministrazione dello Stato. Sono state estese le materie sulle quali Governo e Conferenza episcopale stringeranno accordi ed è auspicato l’ulteriore ampliamento del sistema pattizio ed il suo decentramento alle Regioni ed alle Diocesi.

Ci troviamo di fronte ad una modernizzazione e ad un vero e proprio rilancio del sistema concordatario.

Siamo convinti che in questo modo si limita la sovranità dello Stato ed è compromessa la vera libertà della Chiesa che continua a godere di una condizione di privilegio.

Queste scelte del Vaticano, condivise dalla CEI, ci sembrano contrarie alla più genuina ispirazione conciliare ed alle aspettative diffuse tra i cristiani per una Chiesa credibile e povera, sostenuta dalla fede e libera di predicare e di praticare la pace fondata sulla giustizia e sulla libertà.

Nulla ci aspettavamo dal partito che si definisce cristiano, dobbiamo invece protestare contro i partiti laici che nei giorni scorsi hanno ratificato questo Concordato. Anche il Partito Comunista ha ceduto alle ragioni del realismo allineandosi al partito socialista, immemore delle sue tradizioni. Minoranze combattive hanno però testimoniato alla Camera un’opposizione che nel paese è ben più vasta di quanto sia in Parlamento.

Siamo contro ogni neocostantinianesimo, e la nostra speranza è che libertà e laicità si radichino e crescano nelle coscienze dei cittadini e dei credenti perché finalmente deperisca per sempre la logica dei patti stretti da una parte e dall’altra nel nome del potere.

 

Vittorio Agnoletto, Enrico Bacci, Ernesto Balducci, Piero Barbaini, Franco Barbero, Sebastiano Baroni, Vittorio Bellavite, Gigi Berta, Natale Bianchi, Marco Boato, Ciro Castaldo, Centro “La Porta” di Bergamo, Pasquale Colella, Lucia Corbo, Cristiani per il socialismo (Milano), Mario Cuminetti, Roberto D’Alessio, Alberto De Nadai, Camillo De Piàz, Carlo Fornoni, Giovanni Franzoni, Gianni e Maria Gennari, Filippo Gentiloni, Giulio Girardi, Domenico Jervolino, Raniero La Valle, Nino Lisi, Gerardo Lutte, Gianni Manziega, Anna Maria Marenco, Anna Maria Marlia, Ettore Masina, Enzo Mazzi, Nuova Corsia (Milano), Amato Piaggio, Rita Pierro, Lucia Pigni, José Ramos Regidor, redazione di “Adista” ( Roma), redazione di “Com-Nuovi Tempi” (Roma), redazione de “Il Tetto” (Napoli), Armido Rizzi, Carlo Rubini, Francesco Saija, Luigi Sandri, Fausto Tortora, Marcello Vigli, Umberto Vivarelli, Gian Gabriele Vertova, Adriana Zarri, Antonio Zavoli, Agostino Zerbinati.