Da: la Repubblica, sabato 7 novembre 1998

INTERVISTA A UN "ERETICO"

Il Vaticano licenzia Luigi Lombardi Vallauri insegnante di filosofia del diritto alla Cattolica con un processo degno di altri tempi

I Nuovi Inquisitori

di Giovanni Maria Pace

Milano

Il dissidio covava da tempo. E infine, con la prudente lentezza dei processi per eresia, è arrivata la sentenza: Luigi Lombardi Vallauri, professore di filosofia del diritto e pensatore tra i più originali di questi anni, viene definitivamente allontanato dall'università Cattolica del Sacro Cuore. Motivo: il contrasto tra alcuni aspetti del suo insegnamento e la dottrina della Chiesa. L'espulsione giunge al termine di un processo istruito, per ordine del cardinale Pio Laghi, nel silenzio e nell'ombra, senza possibilità di contraddittorio. Un processo segreto, insomma, che cade paradossalmente nel momento in cui la Chiesa istituisce una commissione di studio sull'Inquisizione e suoi misfatti, e in genere sugli errori della Chiesa, per i quali il Papa chiederà perdono urbi et orbi il Mercoledì delle Ceneri del 2000. La dismissione di Lombardi Vallauri per delitto d'opinione - dopo il celebre caso di Emanuele Severino - è un atto d'imperio che viola, secondo la lettura in chiave giuridica che ne dà lo stesso protagonista, i più elementari diritti civili. E, al di là di questo, induce a qualche ulteriore riflessione sui rapporti tra Chiesa e Stato in materia di istruzione.

Professor Lombardi Vallauri, col processo all'Inquisizione la Chiesa riconosce gli errori compiuti nel passato. Ma quelli del presente?

Nelle ultime settimane, oltre al mio licenziamento c'è stato quello di don Leonardo Zega da direttore di Famiglia cristiana e l'allontanamento del padre benedettino Christopher Zielinski, colpevole di organizzare nella fiorentina basilica di San Miniato incontri aperti a psicologi, monaci buddisti e altri personaggi "devianti". E' stata anche emanata un'istruzione ai vescovi per bloccare la pubblicazione degli scritti del gesuita indiano Anthony De Mello. Che ciò accada mentre si chiede perdono per l'Inquisizione ricorda il trucco che consiste nel dirti: "guarda l'uccellino", e nel frattempo sfilarti il portafoglio.

Di che cosa la si accusa?

Di preciso non lo so, perché gli "errori" che ho commesso non mi sono mai stati contestati in modo puntuale. In una lettera vengono indicati sinteticamente: dottrina sull'Inferno, peccato originale, autorità del Magistero, morale sessuale. Cosa ho detto sull'Inferno che irrita la Chiesa? Secondo proclami solenni di Concili ecumenici approvati dal Papa, tutti gli esseri umani, bambini compresi, sono destinati all'Inferno per via del peccato originale, a meno che non ricevano la salvezza attraverso il battesimo. Inoltre vanno all'Inferno tutti coloro che hanno compiuto peccati "attuali" (per distinguerli dal peccato originale) quali il bacio che non porta alla copula o non andare in chiesa la domenica. Ora, come filosofo del diritto, osservo che il peccato originale è contrario al principio della responsabilità personale, cioè a un principio cardine del diritto; e che una pena eterna è, da un lato, sproporzionata a qualunque delitto uno possa avere compiuto e, dall'altro, inadatta alla rieducazione del condannato, due caratteristiche che la rendono giuridicamente inammissibile.

C'è altro?

Tra le cose strane che la Chiesa ha detto e che mi sono permesso di far notare c'è ad esempio la seguente. Nel 1520 papa Leone X ha condannato solennemente come contraria alla verità cattolica la frase di Lutero: "Ereticos comburi est contra voluntatem Spiritus", bruciare gli eretici è contro la volontà dello Spirito santo. Ciò significa che, secondo la verità cattolica, lo Spirito santo approva, se non comanda, la combustione degli eretici. Non mi risulta che la Chiesa abbia mai smentito questa posizione dottrinale.

Il suo allontanamento è possibile per il fatto che i professori della Cattolica non godono di salvaguardie analoghe ai colleghi delle università dello Stato. Entriamo qui nella polemica su scuola pubblica e scuola privata. Il regime concordatario vigente in Italia crea situazioni anomale?

Non è normale, per esempio, la condizione degli insegnanti della religione cattolica nella scuola pubblica, i cosiddetti IRC. Sono circa ventimila, impartiscono trecentosessantamila ore di insegnamento cattolico interamente pagato dallo Stato e, per Concordato, non possono diventare di ruolo. Ciò significa che l'incarico viene loro dato e tolto dalla Curia, limitandosi il Preside della scuola a svolgere una notarile funzione di avallo di decisioni altrui. Privi di indipendenza, questi insegnanti cercano di indovinare ciò che il vescovo avrebbe piacere che insegnassero, per mantenere il posto di lavoro. Il risultato è uno scadimento della qualità dell'insegnamento.

E' giusto o sbagliato che lo Stato finanzi la scuola privata?

Credo che il principio liberale della concorrenza debba valere anche nell'istruzione. Quindi lo Stato dovrebbe sostenere in modo paritario ogni tipo di scuola, laica o confessionale, cattolica o buddista, purché la scuola finanziata funzioni secondo regole conformi alla costituzione. In altre parole lo Stato non deve finanziare enti che, non rispettando la libertà d'insegnamento o i principi generali del diritto sostanziale o procedurale, o infine non assicurando un livello qualitativo sufficiente, non rientrano negli standard costituzionali.

Per quanti anni ha insegnato alla Cattolica?

Vi entrai nel 1976 sotto lo shock procuratomi dallo scoprire che sadismo ("considera l'altro come mezzo e non come fine") e nichilismo ("se Dio non esiste, tutto è permesso") si erano insediati nel pensiero europeo moderno. E ho cominciato a uscirne, al principio degli anni Novanta, sotto un altro shock, simmetrico al primo: quello della scoperta dei soprusi intellettuali - starei per dire delle mostruosità teoriche e pratiche - del cattolicesimo romano.

Che cosa manda a dire ai suoi allievi?

Pensando a questi ventidue anni di insegnamento in Cattolica, dico loro che quello che è stato bello deve rimanere tale e che bisogna saper rimanere leali ai ricordi, senza deformarli nell'ottica di come le cose sono andate a finire.

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UN'ISTRUTTORIA SVOLTA IN SEGRETO, SENZA DIRITTO ALLA DIFESA

Il processo è stato avviato dal cardinale Pio Laghi, prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica. L'imputato non ha avuto il testo dei capi d'imputazione che gli avrebbero consentito una difesa. Fuori dunque dal patto internazionale sui diritti civili, peraltro mai sottoscritto dalla Santa Sede.

L'istruttoria è stata svolta in segreto dal domenicano Georges Cottier, responsabile del comitato che ora indaga sull'Inquisizione. Vi ha partecipato anche don Velasio De Paolis, l'unico che l'imputato ha incontrato.

L'espulsione è stata notificata con la lettera del rettore della Cattolica Adriano Bausola del 4 novembre 1998 e giunta a Lombardi poche ore prima del Consiglio di facoltà.

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PER LE SUE TESI SUL VALORE DELLE ALTRE RELIGIONI ANCHE PADRE DUPUIS VA DAVANTI AL SANT'UFFIZIO

Cade un'altra testa sotto i colpi dei guardiani dell'ortodossia vaticana. Il gesuita Jacques Dupuis, docente alla Pontificia Università Gregoriana e direttore della rivista "Gregorianum", non potrà più tenere il suo corso nell'anno accademico appena iniziato. Dupuis, esperto di religioni orientali e per un certo periodo consulente del Consiglio vaticano per il dialogo interreligioso, è stato convocato dall'ex Sant'Uffizio per rispondere del suo libro "Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso", edito da Queriniana. Il teologo, che ha insegnato per trentasei anni alla facoltà di teologia cattolica di Dehli, sostiene che non è possibile che un'anima si salvi soltanto all'interno della Chiesa cattolica: nel piano salvifico di Dio (questa è la sua tesi) a tutte le religioni dev'essere riconosciuta in certo modo pari dignità, perché fine di Dio è la salvezza di tutti e bisogna cercare "il significato del pluralismo (religioso) nel disegno di Dio per l'umanità". Dopo un'iniziale accoglienza favorevole dell'opera di Dupuis - alla Gregoriana fu organizzata nel 1997 una presentazione ufficiale con la partecipazione di esponenti del Consiglio vaticano per il dialogo interreligioso e del presidente dell'Associazione teologi italiani padre Giacomo Canobbio - è scattata la macchina accusatrice. L'Avvenire, dopo una prima assai positiva recensione di Enzo Bianchi, ha pubblicato un duro articolo del teologo ufficiale Inos Biffi. Contemporaneamente è apparso un intervento critico di padre De Rosa anche sulla rivista dei Gesuiti, Civiltà Cattolica, articolo da cui la Segreteria di Stato vaticana ha voluto che fosse tolta una frase di elogio complessivo dell'indagine di Dupuis. Secondo l'agenzia Adista, in Vaticano, dove esaminano le bozze della rivista in anteprima, avrebbero rafforzato la parte dei rilievi (ma a Civiltà cattolica negano). Di fatto la Congregazione per la dottrina della fede, guidata dal cardinale Ratzinger, ha aperto un procedimento su Dupuis e l'insegnamento gli è stato tolto.

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