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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

La Chiesa di Iglesias si schiera con forza contro la fabbrica RWM che produce le bombe usate in Yemen contro i civili

La Chiesa di Iglesias per uno sviluppo integrale umano, sociale e cristiano del nostro Territorio   versione testuale

 Come cristiani siamo costantemente chiamati in causa e sentiamo il dovere di vivere da credenti e da cittadini responsabili.

Di fronte alle inquietudini che il momento presente comporta, ci sentiamo sollecitati da due urgenze:
– il lavoro dignitoso per le persone e le famiglie del nostro Territorio;
– la coerenza coi valori che fondano la nostra fede e la nostra convivenza civile.
È nota a tutti la gravissima situazione occupativa nella quale ci troviamo.
I nostri paesi, le nostre parrocchie conoscono bene gli effetti preoccupanti della mancanza di lavoro: giovani costretti ad emigrare; cassintegrati impossibilitati a nuove prospettive di assunzione; situazioni che divengono drammatiche nelle famiglie monoreddito o in presenza di mutui precedentemente assunti.
Tutto questo non solo non può lasciarci indifferenti, ma deve spronare tutti a cercare le convergenze più opportune perché si pongano in atto iniziative e politiche volte ad una inversione di tendenza capace di generare un futuro di speranza.
In questa direzione crediamo di dover sollecitare in ogni modo le migliori risorse della nostra terra: la Società civile in ogni sua componente, le Autorità istituzionali Comunali, Regionale e Nazionale, l’Università e la Scuola, il Mondo imprenditoriale ed economico, le associazioni dei Lavoratori.
Sentiamo anche il dovere di ricordare a tutti, a partire da noi stessi, che la gravissima situazione economico-sociale non può legittimare qualsiasi attività economica e produttiva, senza che ne valutiamo responsabilmente la sostenibilità, la dignità e l’attenzione alla tutela dei diritti di ogni persona.
In particolare non si può omologare la produzione di beni necessari per la vita con quella che sicuramente produce morte. Tale è il caso delle armi che – è purtroppo certo – vengono prodotte nel nostro territorio e usate per una guerra che ha causato e continua a generare migliaia di morti.
Qualunque idea di conservazione o di allargamento di produzione di armi è da rifiutare.
Ma contemporaneamente si dovrà studiare con serietà e impegno la possibilità di un lavoro dignitoso agli operai che sono attualmente impegnati in tale attività.
Questo per coerenza, anzitutto con la nostra fede: ce lo dice la parola di Gesù Cristo e l’insegnamento della Chiesa, ribadito con forza da Papa Francesco. Ma ce lo dicono anche la nostra legge fondante, la Costituzione (art. 11: “l’Italia ripudia la guerra”) e le leggi italiane (L. 185/90); ce lo dice il Trattato sul commercio delle armi, adottato dall’Assemblea generale dell’ONU il 02.04 2013; ce lo dicono le risoluzioni europee, in particolare quelle del 25.02.2016 e del 15.06.2017, in cui il Parlamento europeo ha chiesto espressamente «l’embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita».
Nessuno di noi giustificherebbe mai che armi prodotte altrove fossero mandate a bombardare le nostre case, le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre chiese, la nostra gente. Ma le popolazioni dello Yemen non hanno i nostri stessi diritti?
Si tratta di un problema complesso e collegato a responsabilità che ci superano, ma non ci è lecito ignorarlo.
La comunità diocesana – pur sapendo che esula dalla sua specifica responsabilità e competenza la soluzione, propriamente tecnica e politica, di questo tema – desidera incoraggiare chi si sta impegnando a trovare le modalità più adeguate per superare questa realtà problematica che ci riguarda da vicino.
Vogliamo però anche sottolineare che è doveroso affrontare questa questione non isolatamente, né tanto meno in contrapposizione con ogni altra difficoltà che la realtà odierna del mondo del lavoro e dell’economia fa pesare sulla serenità delle persone e delle famiglie: la precarietà dell’occupazione, le possibili conseguenze negative sulla salute dei lavoratori e dell’intera popolazione e sull’equilibrio ambientale, i rischi per la giustizia sociale e per l’attenzione al bene comune.
C’è una sola strada da percorrere, ed è compito peculiare della politica e delle istituzioni sociali: quella di cercare uno sviluppo diverso per tutte le attività del nostro Territorio e della nostra Regione; uno sviluppo rispettoso della dignità delle persone, di tutte le persone; uno sviluppo che sia riguardoso dell’ambiente; uno sviluppo che valorizzi le nostre risorse locali, la nostra storia, la nostra Terra.
Come Diocesi dobbiamo e vogliamo lavorare soprattutto per la formazione delle coscienze e per ricordare a tutti la necessità e il dovere della coerenza con il rispetto dei diritti di ogni uomo e di ogni donna.
Perciò auspichiamo che tutti vogliano cooperare con le migliori energie in una prospettiva di riscatto e di nuova speranza: per un vero sviluppo integrale del nostro Territorio; per la cessazione di ogni conflitto; per l’affermazione della pace nel mondo.
Iglesias, 3.5.2018

Il Vescovo Giovanni Paolo Zedda  e il Consiglio Presbiterale


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Commenti

Una replica a “La Chiesa di Iglesias si schiera con forza contro la fabbrica RWM che produce le bombe usate in Yemen contro i civili”

  1. Avatar marco spada
    marco spada

    iniziativa ridicola e prepotente . non sta alla chiesa di governare queste faccende . la chiesa dovrebbe limitarsi a dire messa per chi vuole starli a sentire, e stop .

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