Ragionando su Rimini, Mattarella e dintorni
Che il meeting di Rimini di quest’anno sia diverso da quello degli anni ruggenti di C.L. mi sembra fatto facilmente constatabile.
Faccio un tentativo di prima approssimazione per ipotizzare le cause di quanto è cambiato o sta cambiando anche a Rimini. Mi sembrano quattro i fatti nuovi e meno nuovi: da una parte l’antipolitica che circola ovunque e che non risparmia neppure le aree che dovrebbero essere più “protette” dal disimpegno, dall’altra la caduta, senza possibilità di recupero vero, dei personaggi ciellini osannati come esempio di un governo “diverso e veramente cristiano” della cosa pubblica. Il sistema di potere ciellino era ben noto e contestato dagli esterni al Movimento, ma solo la magistratura ha costretto a prendere coscienza, all’interno, che i fatti erano veri e che non si trattava di un complotto. La cosa è stata tanto più importante perché ha intaccato il Movimento nella regione e nella città che erano stati centrali, dall’inizio e ora, nell’esperienza e nella vita di C.L., la Lombardia e Milano. Ma altre due sono le questioni che hanno cambiato lo scenario tradizionale a Rimini. Il governo Renzi ha voluto e dovuto fare la riforma modernizzatrice sulle unioni civili contro i vescovi e questo è fatto che non gli è stato perdonato; è cambiato così il riferimento tradizionale all’area di governo. Ultima questione a Roma c’è papa Francesco che ha bacchettato con il suo stile i ciellini nell’incontro che ha avuto un anno fa con loro ma soprattutto non è stato eletto a vescovo di Roma Scola, la grande speranza . E Scola, prima e dopo la rinuncia di papa Ratzinger, a Milano mostra una certa attenzione a non fare il vescovo del Movimento. Conclusione Carron gestisce una svolta un po’ obbligata dalla situazione e pare che faccia sul serio e, forse, ci riesce. Alle elezioni comunali di Milano i ciellini hanno votato divisi, come sono divisi sul referendum costituzionale. Dice cose esplicite nell’intervista al “Corriere” di lunedì 22, “la ricerca dell’egemonia è in contraddizione con la verità”, “preferisco la testimonianza alla militanza”, “C.L. per vivere non aveva e non ha bisogno di un nemico” . Parole eloquenti che indicano la retromarcia (per chi conosce C.L. e la storia di C.L.)
Un problema particolare è quello della presenza di Mattarella a Rimini, non quello del suo intervento in cui ha detto cose abbastanza scontate. Che in passato a Rimini sia andato Napolitano è cosa più comprensibile nella sua linea politica di allargamento ad aree estranee alle sue radici culturali, che ci andasse anche Mattarella mi è sembrato meno ovvio, trattandosi di figura di maggiore riserbo istituzionale a cui sono affidate nel prossimo futuro decisioni fondamentali sul funzionamento delle istituzioni e che certamente non ha bisogno di accreditarsi perché né ateo, né comunista (o ex-comunista). Forse egli ha voluto, in qualche modo, segnalare che il possibile nuovo corso di C.L. va bene, dando ad esso l’avvallo della sua presenza ? Sinceramente a me sembra che le presenze del capo dello Stato in occasione di avvenimenti culturali e sociali organizzati da strutture associative di rilievo generale e di grande importanza dovrebbe seguire criteri più rigorosi e, in qualche modo, predeterminati secondo logiche rigorose. Ci vorrebbe almeno parità di trattamento ed equidistanza. Mi piacerebbe chiedere, per esempio, a Mattarella perché non ha partecipato al Congresso nazionale dell’Anpi che si è tenuto in maggio, mi piacerebbe chiedergli se , per esempio, non ritenga di lasciare perdere i grandi appuntamenti , un po’ tradizionali e quasi istituzionali (tipo Rimini) o altri del genere e non possa invece preferire uscite in situazioni di base a testimoniare la vicinanza della massima istituzione a qualcuna delle tante periferie sofferenti presenti un po’ dovunque nel nostro paese. Sarebbe una testimonianza dal vivo dei valori dei primi articoli della Costituzione: Perché, per esempio, non partecipare al funerale del primo barbone che muore per la strada a Roma (o altrove)? Perché non andare nei ghetti di Rosarno di cui si parla in questi giorni? Perché Non essere presente fisicamente alla marcia Perugia-Assisi del 9 ottobre?
Vittorio Bellavite, coordinatore di Noi Siamo Chiesa
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