«Non si possono mettere l’una contro l’altra la crisi di Dio e la crisi della Chiesa»
Comunicato stampa di Wir sind Kirche (“Noi Siamo Chiesa” sulla visita di papa Benedetto in Germania (22-25 settembre 2011)
Berlino / Erfurt / Friburgo / Monaco di Baviera, 18 settembre 2011
«Non si possono mettere l’una contro l’altra la crisi di Dio e la crisi della Chiesa» sostiene il movimento ecclesiale Wir sind Kirche (“Noi Siamo Chiesa” ) in occasione del viaggio in Germania di papa Benedetto XVI, che visiterà la sua terra natale dal 22 al 25 settembre 2011. Il motto «Dove c’è Dio c’è futuro» mette al centro la questione di Dio. Ma gli incalzanti problemi e difficoltà di ordine ecclesiale non possono e non devono essere ignorati, dal momento che sono proprio le strutture ecclesiali a creare gravi ostacoli a sempre più persone che sono alla ricerca di Dio o vogliono praticare la loro fede nella comunione ecclesiale.
La visita in Germania di papa Benedetto XVI avviene nel momento della più grande crisi che sia mai avvenuta nella Chiesa cattolica a livello mondiale dai tempi della Riforma protestante. Come mostrano i dati recentemente presentati dalla Conferenza Episcopale Tedesca per il 2010, nella storia della Repubblica Federale di Germania non è mai accaduto che il numero dei cattolici diminuisse tanto rapidamente, nonostante un papa di nazionalità tedesca abbia collocato l’Europa al centro dell’interesse del proprio pontificato.
Di fronte a problemi pastorali sempre più acuti, non solo in Germania ma in tutto il mondo, la Chiesa cattolica non può e non deve più permettersi di dire di no a riforme che da tempo sono assolutamente necessarie e non più rinviabili, spiega il movimento di riforma Wir sind Kirche. Da subito bisogna finalmente prendere la strada di un dialogo costruttivo sul futuro della Chiesa, secondo le linee indicate quasi cinquant’anni fa dal Concilio Vaticano II (1962-1965).
La visita del papa in Germania non incontra approvazione incondizionata. Sono soprattutto il suo progettato discorso al Bundestag, il parlamento tedesco, e l’incontro con i giudici della Corte Costituzionale al seminario di Friburgo a porre la questione della posizione giuridica e del potere rivendicato dal ministero papale nei suoi tre principali aspetti di carattere politico e religioso: sul piano del diritto internazionale come rappresentante della «Santa Sede»; su quello politico in quanto capo di Stato della minuscola entità statuale della Città del Vaticano; su quello religioso come capo della Chiesa cattolica.
- Wir sind Kirche ha chiesto alle rappresentanti e ai rappresentanti politici del popolo tedesco di parlare, negli incontri con papa Benedetto XVI, anche dei diritti umani nella Chiesa, come ha fatto ad esempio la cancelliera Angela Merkel in Cina. È uno scandalo incessante che la «Santa Sede» o lo Stato vaticano sia tra quei pochi soggetti di diritto internazionale che non hanno ancora sottoscritto la Dichiarazione universali delle Nazioni Unite sui diritti dell’uomo e la Convenzione Europea per la Salvaguardia dei diritti dell’uomo.
- In una lettera aperta alle Chiese sorte dalla Riforma, Wir sind Kirche afferma il suo impegno perchè la Chiesa cattolica le riconosca finalmente come Chiese in senso pieno. La dichiarazione Dominus Jesus (redatta nel 2000 sotto la guida di Joseph Ratzinger in qualità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e da questi confermata nel 2007, dopo l’elezione a papa) che non fa questo riconoscimento deve essere rivista. Necessita inoltre di rapidi chiarimenti il tema della comunione eucaristica, soprattutto per i coniugi appartenenti a confessioni differenti.
- Wir sind Kirche considera inoltre inopportuno l’incontro tra il papa e i giudici della Corte Costituzionale Federale nel previsto seminario a Friburgo. Il Vaticano, che non può permettersi di rinunciare ai finanziamenti della Chiesa tedesca, considera essere a rischio il sistema che regola in Germania i rapporti tra Stato e Chiesa – sistema che concede alle Chiese grandi privilegi – a causa dei mutamenti sociali di ordine generale, ma soprattutto delle tendenze “secolarizzanti” dei partiti politici tedeschi e di alcuni paesi dell’Unione Europea.
I «messaggi al papa» raccolti da Wir sind Kirche verranno consegnati a Berlino martedì 20 settembre 2011 al nunzio apostolico in un incontro non aperto alla stampa.
La manifestazione principale dei gruppi ecclesiali che si battono per la riforma della Chiesa si terrà mercoledì 21 settembre 2011 a Berlino con la partecipazione, tra gli altri, di Karin Kortmann (vicepresidente del Zentralkomitee der deutschen Katholiken, il Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi) e del prof. Hermann Häring (teologo, collaboratore di Hans Küng e profondo conoscitore di papa Benedetto) Essa avrà come titolo: Wir sind (nicht) Papst! Kritische Anfragen an den Besuch von Benedikt XVI. («(Non) siamo papa! Domande critiche intorno alla visita di Benedetto XVI»).
Per maggiori informazioni su:
manifestazioni e iniziative di gruppi ecclesiali di riforma in diverse città tedesche:
www.wir-sind-kirche.de/index.php?id=603#VERANSTALTUNGEN
informazioni di corredo sulla visita del papa in diverse lingue:
www.wir-sind-kirche.de/index.php?id=129&id_entry=3529
conferenze stampa e contatti stampa di Wir sind Kirche in occasione della visita del papa:
www.wir-sind-kirche.de/index.php?id=128&id_entry=3563
Traduzione: Riccardo Nanini
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