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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Francesco-Raul Castro.Un incontro straordinario. Una fede, depurata dalla cultura colonialista, potrà avere un spazio nuovo a Cuba

• Raul Castro dal Papa: “Se continua così, divento cattolico” –

“Sono rimasto molto colpito dalla saggezza e modestia del Papa. Leggo tutti i suoi discorsi e a Renzi ho detto: ‘se ilPapa continua cosi’ tornerò alla Chiesa cattolica’”. Una battuta, quella di Raul Castro durante la conferenza stampa col premier a Palazzo Chigi, che è anche l’ammissione pubblica di una comunanza di vedute, di una sintonia ideale su tanti temi con il Pontefice argentino.
Ancora più significative nel momento in cui il presidente cubano, pur con alle spalle gli studi dai Gesuiti, ricorda di essere “del partito comunista che non ha mai ammesso i credenti”, anche se ora si sono fatti “passi avanti”. È stato insolitamente lungo, circa 55 minuti, e senza interprete, il colloquio nello Studiolo dell’Aula Paolo VI tra ilPapa e Raul Castro ieri mattina. Castro era giunto appositamente in Vaticano, come ha detto lui stesso alla fine ai giornalisti, per “ringraziare il Santo Padre per il suo contributo in favore in favore del miglioramento delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti”.
Lunga e cordiale la stretta di mano con il Pontefice, ma molto cordiale e addirittura “familiare”, così lo ha definito il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, il clima di tutto l’incontro, che Castro ha voluto a tutti i costi, unendovi poi quello con Matteo Renzi a Palazzo Chigi, prima di volare di nuovo a Cuba dove oggi riceverà Francois Hollande, al termine del viaggio che lo ha portato anche in Algeria e a Mosca.
Oltre che del riavvicinamento con Washington, partita in cui il Papa e il Vaticano hanno avuto un ruolo-chiave (e possono ancora averlo nelle questioni ancora da definire, tra cui l’auspicata fine dell’embargo), nel colloquio privato si e’ parlato del viaggio che Bergoglio farà in settembre nell’Isola caraibica, facendovi tappa prima di arrivare proprio negli Usa, “dell’attesa da parte del popolo cubano e dell’accoglienza che si prepara a dare”, ha riferito ancora Lombardi. Significativi i regali. Castro ha dato alPapa una medaglia commemorativa dei 200 anni della cattedrale dell’Avana e un quadro dell’artista contemporaneo Kcho, presente nella delegazione, raffigurante una grande croce composta di barconi sovrapposti, con davanti un migrante in preghiera, opera ispirata all’impegno di Francesco in favore dei migranti e dei profughi fin dal suo viaggio a Lampedusa. Il Papa ha ricambiato con la medaglia di San Martino (“la dono volentieri perché ricorda non solo l’impegno per aiutare e proteggere i poveri, ma anche per promuoverne la dignita’”) e con la sua esortazione ‘Evangelii gaudium’. “Questo è il testo dove sono alcune di quelle dichiarazioni che a lei piacciono”, ha detto a Castro, che evidentemente ha mostrato di apprezzarne il forte appello contro “l’economia che uccide”. Un segno, questo, di come la leadership cubana possa vedere nella Chiesa di Bergoglio un alleato contro le derive della globalizzazione selvaggia.
“Stiamo cercando di portare avanti il miglioramento del nostro sistema politico, sociale e culturale. Ma è molto difficile farlo senza shock, senza lasciare nessuno per la strada”, ha detto infatti Castro dopo l’incontro con Renzi. Oltre a definire “perfetti” i rapporti con l’Italia e ad apprezzarne il ruolo nel negoziato Cuba-Ue, Castro ha sottolineato che l’isola non avrebbe mai dovuto essere inclusa “nella lista dei paesi terroristi”, e pur ammettendo “errori” del regime ha rivendicato che “i diritti umani non devono essere strumentalizzati per mala-politica”. Ha quindi invitato Renzi “a visitare il nostro meraviglioso Paese”, mentre il premier (che ha annunciato l’imminente avvio di “progetti specifici” comuni e la visita a Cuba del vice ministro Calenda e del sottosegretario Giro), parlando di “una giornata di grande gioia per il nostro governo” ha sottolineato che “oggi possiamo scrivere una pagina nuova” rafforzando il rapporto tra i due Paesi e si è detto convinto “che possiamo fare molto insieme”.
Castro, comunque, nell’incontro con la stampa, si è dilungato ancora sul “colloquio molto gradevole” con Papa Bergoglio. “Lui è un gesuita – ha detto – e anche io in qualche modo perchè ho studiato dai Gesuiti. Quando il Papa verra’ a Cuba a settembre prometto di andare a tutte le messe e gia’ ora leggo tutti i suoi interventi”. I media cubani e latino-americani danno anche spazio a una frase che Raul ha bisbigliato all’orecchio del Papa: “questa è la visita più importante della mia vita”. (ANSA)


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Commenti

Una replica a “Francesco-Raul Castro.Un incontro straordinario. Una fede, depurata dalla cultura colonialista, potrà avere un spazio nuovo a Cuba”

  1. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Gramsci da grandissimo uomo e intellettuale quale egli è stato, scrisse dal carcere
    alla madre alla quale era attaccatissimo pagine di grande intensità emotiva, e affettiva
    di notevole –spiritualità– laica. La Madre Peppina Marcias donna evoluta e di cultura
    superiore per quei tempi, è una dolcissima narratrice di favole per i suoi bambini. a lei
    –Nino– rimarrà sempre profondamente legato,e si sentirà riamato con eccezionale intensità,
    e con particolare predilezione. Ammira nella madre il grande senso di dignità e la volontà
    nell’affrontare i dolori della vita,considerandola una forza benefica e piena di tenerezza, che
    allieva le sconfitte della sua vicenda umana. E’ una donna di fede Peppina Marcias e di grande
    coraggio,nell’affrontare le tremende prove che il destino ingrato gli ha riservato. Trasmetterà
    A –Nino– questi valori universali. Gramsci dedicherà alla questione religiosa –popolare–
    bellissime lettere indirizzate alla madre.E ne avverti il grande ruolo sociale, insopprimibile da
    rispettare e permettere, a ciascuna persona umana di vivere liberamente il proprio sentire
    religioso.Oramai prossimo al disfacimento psicologico e fisico nessuno trova il coraggio
    di comunicarle che l’amatissima madre è morta da un’anno, Gramsci in un momento di
    serenità trova la forza per scrivere alla madre dicendoli che stava recuperando le forze, e
    si augurava che anche lei si stesse riprendendo dai tanti dolori e sofferenze. Gramsci fu
    un grande spirito libero.oggi diremmo una grande coscienza democratica. Pur in carcere
    e per molti aspetti totalmente isolato Intuì e denuncio la costruzione burocratica accentratrice
    e totalitaria-oppressiva dello stato dei soviet rispetto ai principi Di Lenin e poi Di Bucharin
    che il georgiano una volta impossessatosi del potere assoluto traghetto la rivoluzione di ottobre.
    In un bellissimo libro –Fidel Castro la mia fede: Cristianesimo e rivoluzione. In un’intervista
    con Frei Betto Castro ricorda che la formazione religiosa della madre e della nonna rispecchiava
    la tradizione della famiglia. Ricorda Fidel che dopo la vittoria della rivoluzione andò a trovarle
    la nonna era già con problemi di salute e la camera era piena di santi, perché durante tutto il periodo
    della lotta, tra mille rischi sia la mamma che la nonna avevano fatto voti e promesse per la sua incolumità
    e quella degli altri rivoluzionari.Il fatto che terminarono la lotta sani e salvi raddoppiò in loro senz’altro
    la loro fede.Rispettavo molto la loro fede,afferma Fidel, le ascoltavo sempre con molto interesse, e
    nonostante avessimo una visione del mondo diversa, non discussi mai con loro su questi problemi,
    perché vedevo quanta forza, e quanta consolazione attingevano dal loro sentimento religioso e dalle
    loro convinzioni. Nella biblioteca –Sergio Ramirez un sacerdote chiese a Fidel in che misura i
    cristiani fossero stati freno o motore della rivoluzione, Nessuno può affermare che i cristiani siano
    stati un freno rispose. Ci fu partecipazione nella lotta da parte dei cristiani, e, in fondo in quanto
    cristiani ci furono anche dei martiri, Alcuni sacerdoti si unirono a noi, come padre Sardinas,
    l’ostacolo che si presentò nei primi tempi fu un problema di classe. Non aveva niente a che vedere con
    la fede religiosa,Era piuttosto la religione dei latifondisti, e dei ricchi, quando scoppia il conflitto
    socio.economico,cercano di strumentalizzare la religione contro la rivoluzione. Cosi avvenne
    allora, a causa del conflitto: C’era un clero spagnolo piuttosto reazionario.
    Ora venendo all’incontro di Raul Castro con Francesco,Ritengo che lo stesso Che Guevara come
    c’e lo ha –tramandato– Girardi ne sarebbe stato entusiasta. Il mondo sta velocemente modificandosi
    le tradizionali –Ideologie–nate soprattutto nel secolo breve, non permettono più in larga
    parte di soddisfare alle aspettative, ai bisogni alle urgenze su scala planetaria dell’uomo
    del terzo millennio. Globalizzazione selvaggia, rapina di risorse e sfruttamento indiscriminato
    del territorio.produzione di spaventose sperequazioni sociali tra chi possiede immense ricchezze
    e un numero sterminato di creature che non dispongono ne di acqua ne di cibo, corsa sfrenata
    agli armamenti e tecnologie di distruzione di massa, crisi irreversibili dell’attuale sistema
    finanziario produttivo consumistico, dovuto al fatto che viviamo in un sistema di –risorse–
    fossili –finite e non più riproducibili.
    E l’utilizzo di energie rinnovabili non sono che ai primi vagiti.
    Francesco e pochissimi leder mondiali sono ben consapevoli dell’importanza del dialogo
    del positivo confronto e del contributo che ciascun paese con la propria storia e tradizioni
    deve dare per cercare di costruire un –futuro all’uomo–su questo pianeta La mongolfiera impazzita
    del capitalismo finanziario, creatrice di masse enorme di dollari prive oramai di qualsiasi
    rispondenza con l’economia reale con l’unico obbiettivo di salvare se stessa, prima o poi esploderà.
    E’ l’uomo che va salvato dalla catastrofe che si va delineando. Francesco ne è ben consapevole.
    Un caro saluto.

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