Perdere Ronzano
Comunicato di Noi Siamo Chiesa Emilia Romagna
E così l’eremo di Ronzano diventerà una casa per ferie di gruppi, famiglie, parrocchie, con i frati dei Servi di Maria che garantiranno la sola messa domenicale. Lo apprendiamo dal quotidiano La Repubblica (giovedì 19 settembre) che sottolinea come la struttura sarà affidata (affittata) all’associazione degli esuli giuliano-dalmati.
Noi Siamo Chiesa, come movimento di cattolici legati allo Spirito del Concilio Vaticano II, insieme a tutti gli altri cristiani conciliari, non solo bolognesi, conosce bene Ronzano: all’eremo siamo sempre stati accolti con benevolenza e tanti di noi si sono formati alla sua scuola di pace, giustizia e rispetto della dignità umana, valori non di una parte della Chiesa, ma dell’intero popolo di Dio. A Ronzano abbiamo ascoltato vere e proprie lezioni di vita da testimoni autentici della nostra fede: padre David Maria Turoldo, il biblista Alberto Maggi, il vescovo e padre del Vaticano II Luigi Bettazzi, il compianto don Andrea Gallo, oltre al teologo Vito Mancuso.
Purtroppo non è la prima volta che negli ultimi anni Ronzano finisce sulle prime pagine dei giornali. La memoria corre alla vicenda dI fra Benito Fusco, allontanato dall’eremo sulla strada di Budrio per volontà dell’Ordine dei Servi di Maria, ma non senza qualche pressione della Curia di Bologna. Per questo motivo siamo convinti che l’ultima decisione non prenda le mosse semplicemente da ragioni economiche, bensì dal desiderio, da parte della frange più conservatrici dell’ormai ridotto ordine proprietario dell’eremo, di cancellare qualsiasi traccia di quella che resta una viva scuola del Concilio, nonché un polo missionario di grande respiro.
Ci sembra così impossibile non evidenziare il forte contrasto tra questa vicenda e il rinnovato clima pastorale, inaugurato dalla sorprendente elezione di papa Francesco: proprio il vescovo di Roma, solo qualche settimana fa, aveva ammonito i vertici ecclesiali, affinché non trasformino i conventi abbandonati in alberghi di lusso. Forse, sotto le Due Torri urge una riflessione approfondita e qualche mea culpa in più…
Una domanda: cosa pensa la Chiesa bolognese della trasformazione di Ronzano da centro di intensa formazione cristiana a profano luogo di villeggiatura gestito per giunta da una associazione che proprio nulla ha a che fare con motivazioni di ordine religioso? E dire che progetti alternativi e maggiormente gongrui non sono mancati. Ma ha senso la nostra domanda? Temiamo di no, visto che, dalle prese di posizioni del cardinale Carlo Caffarra e di Via Altabella, ci sembra fin troppo evidente che l’aria nuova che spira su Roma non sia ancora arrivata nella nostra arcidiocesi. Speriamo sia solo questione di tempo e confidiamo in un cambio di passo dell’arcivescovo e di quei prelati di Curia in cui abbiamo riposto la nostra fiducia e verso i quali rinnoviamo la nostra vicinanza.
C’è ancora tempo per far prevalere le ragioni della fede su quelle della rivincita a portata di mano? Noi ci crediamo e sproniamo i cittadini bolognesi, non solo quelli cattolici, a firmare la petizione, diretta al priore provinciale dei Servi di Maria, per salvare e non trasformare l’Eremo.
Bologna 23 settembre 2013
Firma l’Appello per salvare l’eremo di Ronzano
I sottoscritti chiedono al Priore Provinciale e al Consiglio dei Servi di Maria di rivedere la scelta sull’Eremo di Ronzano, ove da decenni è presente e attiva una Comunità di Frati e Laici, le cui proposte e attività sono apprezzate e seguite da cittadini, associazioni, istituzioni.
Che cosa rappresenta l’Eremo per quanti lo frequentano?
1. Un luogo di spiritualità conciliare, ispirato al Vaticano II: frati e laici, donne e uomini, credenti e diversamente credenti, insieme per un mondo di uguaglianza, fraternità, condivisione
2. Un luogo di cultura e ricerca, ove si propongono occasioni di conoscenza e approfondimento della Bibbia, della tradizione cristiana, delle diverse religioni, ma anche delle situazioni dei popoli, specie di quelli un tempo chiamati “Terzo Mondo”, delle problematiche sociali ed etiche, indotte dalla modernità
3. Uno spazio di fraternità, ove frati e laici si conoscono e intrecciano rapporti di collaborazione e amicizia
4. Un eremo accogliente, ove chiunque, soprattutto se in ricerca o difficoltà, trovi ospitalità e fraternità
5. Un ambiente ecologico, che con il suo silenzio e la salubrità favorisce la salute di quanti lo frequentano
Pur nel rispetto delle difficoltà dell’Ordine, che sono all’origine dei provvedimenti, si chiede di aprire un confronto che consenta una soluzione che salvaguardi questa importante realtà ecclesiale, civile, culturale
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