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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

I vescovi tedeschi: niente sacramenti a chi non paga!

Decreto generale della Conferenza Episcopale Tedesca sull’abbandono della Chiesa.

I. A seguito della secolarizzazione dei beni ecclesiastici, gli Stati tedeschi furono obbligati a sovvenzionare materialmente le Chiese. Nel 19° secolo questi obblighi sono stati trasformati nella tassa ecclesiastica. Per suo mezzo sono i fedeli stessi a finanziare le Chiese. Per tutelare il diritto fondamentale alla libertà religiosa nessuno può essere obbligato a far parte di una Chiesa contro la sua volontà, e allora è stata prevista la possibilità di abbandonarla con effetti civili.

La dichiarazione di abbandono dalla Chiesa resa dinanzi ad un pubblico ufficiale è, come atto pubblico, un volontario e oggettivo allontanamento dalla Chiesa, e è una grave mancanza verso la comunità ecclesiale. Chi per qualsiasi motivo rende dinanzi ad un pubblico ufficiale questa dichiarazione viola l’obbligo di conservare la comunione con la Chiesa (can. 209 § 1 CIC), e il suo dovere parallelo di contribuire così la Chiesa può adempiere ai suoi compiti (can. 222 § 1 CIC e can. 1263 CIC). I

La dichiarazione di abbandono dalla Chiesa resa dinanzi ad un pubblico ufficiale ha le seguenti conseguenze giuridiche:

1) la persona che ha abbandonato la Chiesa

– non può ricevere i Sacramenti della Penitenza, dell’Eucarestia, della Cresima e dell’Estrema Unzione – tranne che in pericolo di morte -,

– non può ricoprire nessun ufficio ecclesiale, o svolgere nessuna funzione nella Chiesa,

– non può essere padrino di Battesimo o Cresima,

– non può far parte dei consigli parrocchiali o di quello diocesano,

– perde il diritto d’elettorato attivo e passivo nella Chiesa,

– non può far parte di associazioni pubbliche ecclesiastiche.

2) Per celebrare un matrimonio religioso la persona che ha abbandonato la Chiesa deve chiedere il permesso dell’Ordinario del luogo. Questo richiede la difesa della fede e l’educazione cattolica dei figli.

3) Se la persona che ha abbandonato non ha dato prima di morire qualche segno di ravvedimento, possono essere negati i funerali religiosi.

4) Se la persona che ha abbandonato lavora per la Chiesa, si applicheranno le disposizioni previste nella specifica normativa del diritto del lavoro ecclesiastico.

5) Se la persona che ha abbandonato svolge un incarico sulla base d’un mandato ecclesiastico, questo deve venir revocato subito.

6) L’autorità ecclesiastica invita tutti quelli che hanno fatto la dichiarazione di abbandono ad un colloquio per farli ritornare in piena comunità con le Chiesa. Ciò porta al ritorno della piena titolarità di diritti e doveri. Se per la reazione di chi ha fatto la dichiarazione di abbandono si capisce che si tratta di un atto scismatico, eretico o di apostasia, l’Ordinario prende le misure adeguate. La lettera pastorale inviata alle persone che hanno fatto la dichiarazione di abbandono subito dopo aver ricevuto notizia dell’abbandono e questo colloquio non hanno nessuna efficacia sospensiva.


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Commenti

Una replica a “I vescovi tedeschi: niente sacramenti a chi non paga!”

  1. Avatar claudio
    claudio

    Se uno non paga in pratica è scomunicato? Va bene che sono tedeschi e dunque sensibili ai soldi, ma non vi sembra che abbiano un pò esagerato? Avete sempre parlato bene della libertà di coscienza e non vi pare che bisognerebbe difendere anche quelli che, probabilmente in cattiva coscienza, non vogliono pagare? Avete parlato male delle indulgenze, ma se uno non le faceva mica veniva escluso dai sacramenti! Neanche all’epoca di Alessandro Borgia. E perché non dire che gli espropri di massa senza indennizzo, fatti anche in Italia, dei bene ecclesiastici e delle libere associazioni laicali cattoliche del 1864 e 1866 sono stati gravissimi attentati alla libertà religiosa che hanno portato a decisioni tanto discutibili come quella dei vescovi tedeschi? E perché non dire che l’assurdo sistema di cui al concordato e all’8 per mille almeno in parte pone un rimedio alla violenza dello Stato contro la Chiesa?

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