Logo Noi Siamo Chiesa

Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Elezioni del 4 marzo. Le riflessioni di Noi Siamo Chiesa

Comunicato stampa

 “Noi Siamo Chiesa” sul quattro marzo. Per un nuovo corso nella società e nella Chiesa.

“Noi Siamo Chiesa” constata, nel documento allegato, quanto questa campagna elettorale  contribuisca alla diffusa disaffezione nei confronti della politica. Da non condividere, in modo argomentato, sono la paura del diverso, del migrante e l’insicurezza diffusa che sono  fondate su emozioni più che su dati di fatto; da contestare con ogni mezzo sono le risorte formazioni neofasciste che  godono di una inaccettabile agibilità politica.

“Noi Siamo Chiesa” constata il peggioramento della situazione internazionale , con la ripresa del riarmo nucleare e  del confronto Est-Ovest, mentre la guerra mondiale a pezzi continua. In questo quadro la politica estera italiana è fatta dalla Nato e dalla politica di “sicurezza”, l’intervento in Niger è avventuroso e avventato.

Il problema del lavoro , della sua quantità e della sua qualità, è la principale emergenza nella situazione italiana. Esso esige un nuovo corso della politica economica.

La  questione dei migranti esige un’inversione di rotta che porti subito ad una legge sullo jus soli et culturae , su una revisione dell’attuale legislazione e su interventi sul modello di quelli dei corridoi umanitari che non siano però la foglia di fico per coprire e legittimare la linea delle espulsioni e dell’interventismo militare.

“Noi Siamo Chiesa” richiama altri gravi problemi , la violenza sulle donne, la droga, il gioco d’azzardo, le carceri, sopratutto la lotta alle  mafie e alla corruzione di cui non si sta parlando in questa  campagna elettorale.

Il rapporto con la politica da parte dei vescovi è in una fase di transizione. Verso un auspicabile nuovo corso ci sembra che sia necessaria una esplicita autocritica rispetto al passato rapporto con la destra mentre l’invito al voto e alla partecipazione politica dovrebbe – a nostro giudizio-  essere  accompagnati  da giudizi e inviti all’impegno  su problemi della vita collettiva  del tipo di quelli posti da questo testo .

Il documento si conclude indicando le questioni sulle quali la CEI potrebbe non ostacolare laicamente  l’attività del prossimo Parlamento: legge sullo jus soli, firma del Trattato Onu sul disarmo nucleare, obbligo per legge di segnalazione dei preti pedofili da parte dei vescovi alla magistratura, legge sulla libertà religiosa, legge contro l’omofobia e controllo su una corretta applicazione della nuova legge sul fine vita.

Roma, 28 febbraio 2018                                   NOI SIAMO CHIESA

Allegato: Testo di Noi Siamo Chiesa : “Noi Siamo Chiesa” sul quattro marzo. Per un nuovo corso nella società e nella Chiesa”

 

NOI SIAMO CHIESA         

 “Noi Siamo Chiesa” sul quattro marzo. Per un nuovo corso nella società e nella Chiesa.

La responsabilità del voto fa parte della nostra coscienza di cittadini e di cristiani che ben sanno che esso è stata la conquista di un movimento di popolo 70 anni fa  unico nella storia d’Italia,   e che essa  deve essere praticata e difesa, sempre. Qualsiasi arretramento da questo imperativo fa solo e solamente il gioco dei poteri forti e mortifica chi non ha in altro modo voce nella società.

Questa campagna elettorale

E’  difficile negare però che in questa fase di emergenza sociale il funzionamento della nostra democrazia è in serie difficoltà. Lo dimostra questa campagna elettorale con una enorme povertà di contenuti davanti a tanto  grandi problemi, lo dimostra una legge elettorale a senso unico, con la selezione dall’alto delle candidature che contribuisce ad allontanare dalla politica.  Prevalgono troppo spesso gli slogan e le promesse non credibili. La campagna elettorale è  solo o soprattutto  intrecciata di scandali e di ragionamenti sulle future alleanze.

Negli ultimi tempi  due elementi negativi si sono aggiunti a una condizione già difficile: in primis  la paura del diverso, dell’immigrato, e un’insicurezza generale a cui contribuisce una campagna mediatica poco fondata nella realtà e capace di creare emozioni e  di suscitare fantasmi. Poi  l’emergere di gruppi fascisti o parafascisti che non si sentono più isolati, che godono di una inaccettabile agibilità politica e che si inseriscono nell’ondata di destra che percorre l’Europa, ispira  nazionalismi  e  simpatie per la violenza che credevamo scomparsi.

Proprio davanti alle difficoltà ci sentiamo impegnati a reagire, richiamandoci alla speranza cristiana e al riconoscimento del tanto bene nascosto, pure esistente, e all’impegno evangelico della politica come forma principale della carità. Facciamo,  col Vangelo nella mano destra e il giornale nella sinistra,  qualche considerazione  su alcune delle  questioni principali che siano utili anche dopo il 4 marzo e aldilà delle specifiche opzioni elettorali.

Scenario  internazionale

Il multilateralismo, che ha avuto dei momenti positivi in passato, sta lasciando il posto a un peggioramento dei rapporti tra le superpotenze. Il nuovo protagonismo della Russia in Ucraina e in Medioriente  trova come corrispettivo la determinata avanzata della Nato verso Est e un pauroso rilancio degli armamenti nucleari sempre più sofisticati e flessibili, mentre permane la guerra mondiale a pezzi. In questo quadro le  forze democratiche  fanno fatica a proporre  un’Europa coesa e con un ruolo attivo e indipendente sullo scenario internazionale con la volontà di rilanciare i ruoli positivi delle Nazioni Unite.

In Italia la politica estera è fatta  da una parte  dalla Nato che blocca l’adesione italiana al recente Trattato ONU sul disarmo, dall’altra dalla politica cosidetta di sicurezza, espressa al massimo dal patto  Minniti con le bande libiche e la guardia costiera che di fatto implica il fermare i migranti con costi umani ed etici altissimi che pongono ineludibili domande critiche su una tale politica. Alle consuete missioni all’estero si aggiunge ora , in modo avventuroso e avventato, quella in Niger che indica il proposito di bloccare i migranti in qualsiasi modo e che comporta il disinteresse sostanziale per i lager sulle coste libiche.  L’art. 11 della Costituzione rimane solo  una nobile bandiera. Il movimento pacifista, testimone tenace di chi vuole indicare la strada della civiltà e della moralità , continua a proporre  punti specifici  sulla riduzione delle spese militari, sulla riconversione dell’industria bellica , sulla difesa civile non armata e non violenta, sulla firma del Trattato dell’ONU e su altro  (vedi : https://www.disarmo.org/rete/a/45122.html)

Lavoro, economia

 La ripresa del PIL, appena avviata, non riesce a incidere sulle condizioni delle fasce più deboli della popolazione. Tutti gli indicatori informano che le disuguaglianze crescono, la disoccupazione giovanile ha sempre valori molto alti, il potere d’acquisto del reddito dipendente diminuisce, il lavoro, quando c’è , è sempre più frammentato, precario, intermittente, aumentano i poveri. La crescita del PIL quindi distribuisce  benefici in modo disuguale. Il recente  Reddito di inclusione (REI) per i poveri ha distribuito una  quota delle risorse pubbliche troppo basso intervenendo su non più del 20 % dei bisognosi. Il confronto con quanto stanziato invece per salvare alcune banche e per certe opere pubbliche (TAV) testimonia di vere e proprie decisioni antipopolari della spesa pubblica. Ci chiediamo se non sia necessario un nuovo corso della politica economica che incrementi l’intervento pubblico, intervenga veramente sull’evasione fiscale, riduca la spesa improduttiva, faciliti quella virtuosa e siano ridiscussi  i vincoli europei alla sua espansione.

 Migranti

La linea indicata da papa Francesco nella sua visita a Lampedusa e in tanti altri interventi e quelle proposte da attenti osservatori del fenomeno migratorio sono contraddette nelle loro linee fondamentali dalla gestione delle nostre istituzioni, soprattutto da quelle centrali. E’ necessario un altro tipo di informazione sulla situazione reale  dell’immigrazione che sia  meno allarmistica, bisogna combattere la “cultura della paura che non può trasformarsi in xenofobia” (l’ha detto il Card.Bassetti), l’accoglienza deve prevedere ovunque livelli minimi, l’integrazione non può essere lasciata prevalentemente ad iniziative volontarie, devono essere gratificate e non allontanate  le iniziative di soccorso nel canale di Sicilia, la presenza dei militari in Libia e in Niger è un errore strategico, le migrazioni sono un fatto inevitabile che bisogna gestire non con iniziative militari ma in modo intelligente con flussi organici e costanti  anche per venire incontro al permanente  deficit demografico. I corridoi umanitari che sono stati avviati indicano la strada per migrazioni in sicurezza ma non devono diventare la foglia di fico per coprire e legittimare la linea delle espulsioni e dell’interventismo militare.

Ci sono  tante realtà, cattoliche e non, che si fanno carico del problema ma poi c’è un’opinione, anche cattolica, legata al neorazzismo di destra che è usata dalla propaganda delle formazioni politiche di quell’area. Qualsiasi scelta elettorale deve fare i conti con questa situazione non rincorrendo le paure ma guardando e dicendo la verità e ricordando- per i cristiani- quello che dello “straniero” dicono l’Antico e il nuovo Testamento . La bocciatura della legge sullo jus soli è stato un fatto deplorevole che meriterebbe una sanzione specifica, nei confronti di ogni partito e di ogni singolo  parlamentare che non l’hanno votata o che hanno ostacolato attivamente o passivamente la sua discussione in Senato negli ultimi giorni della legislatura.

Altre sofferenze e grandi problemi

Sono tante. Non si può accettare che la campagna elettorale ignori tante questioni reali.  Bisogna confrontarsi con i bisogni e le possibilità concrete, non nascondendo i problemi sotto il tappeto magari ipotizzando in modo demagogico lo sfondamento della spesa pubblica in proporzioni  del tutto fuori dal buon senso comune. La demagogia e il populismo sono lontani dai nostri migliori maestri  del cattolicesimo democratico, concreti ed idealisti nello stesso tempo  (per esempio Giorgio La Pira, Nino Andreatta,  Tina Anselmi, Ettore Masina …per non parlare di Giuseppe Dossetti). Per esempio la condizione dei carcerati non può essere per sempre recintata in un ghetto , la questione della droga o del gioco d’azzardo sono diventate  e restano  emergenze nazionali. Ugualmente i poteri criminali sono pervasivi e si sono estesi quasi dovunque nel nostro paese , inquinano le istituzioni locali, corrompono la vita politica, lanciano messaggi ignobili ai giovani. La campagna elettorale dovrebbe avere al centro  il problema della legalità e del contrasto alle mafie.  Le mobilitazioni dal basso , come quelle di Libera,  dovrebbero animare tutto il paese  su queste tematiche. Tra le questioni aperte c’è  quella della tutela dell’ambiente. Abbiamo una guida, la Laudato Si . Soffriamo del fatto che essa è stata ed è troppo dimenticata anche nel mondo cattolico.

La condizione della donna

Finalmente il problema della condizione della donna è emerso all’attenzione di tutti;  non si può però limitare all’aspetto più odioso , quella della violenza fisica. E’ nel Parlamento che dovrebbe emergere un partito “femminile” soprattutto capace di indipendenza e di sensibilità sulle questioni delle sofferenze ,  del vissuto famigliare, delle persone, dei minori , della sanità, imponendo soluzioni concrete e diffuse sul territorio. Le leggi spesso già ci sono ma devono essere applicate. Non servono donne da esibire in ruoli importanti che gestiscano poi, in modo del tutto maschilista,  taluni interventi della Pubblica amministrazione. Troviamo  incomprensibile che  gli interventi a favore della famiglia siano così mediocri , contribuendo alla denatalità. Essi sono ben maggiori nella “laica” Francia che non nella “cattolica” Italia dove dal 1945 il potere politico è gestito da governi con maggioritaria presenza di cattolici. Ci sembra demoralizzante l’insufficiente mobilitazione contro il femminicidio . Se e cosa può fare il parlamento? Questo chiediamo ai Partiti e ai candidati.

Vescovi, campagna elettorale e politica

La storia della presenza dei cattolici in politica  potrebbe essere a una svolta. Dopo il protagonismo diretto  nei primi decenni della Repubblica e dopo la più recente  presenza a latere , incalzante ma non formale, organizzata attorno a un preteso “progetto culturale” voluto dal Card. Ruini  siamo ora in un momento di passaggio. Il nuovo corso di papa Francesco ha un consenso diffuso ma molte strutture ecclesiastiche (i vescovi in primis)  fanno –ci sembra- una silenziosa  resistenza o, nel migliore dei casi, sono divise.  Il popolo cristiano, che  non ascolta più alcuna indicazione elettorale dai vertici, da un lato è protagonista della gran parte degli interventi di solidarietà al prossimo in tanti settori importanti della vita sociale,  dall’altro è invece preda del senso comune diffuso della sfiducia o  dell’antipolitica  o del rigurgito identitario e individualista  antiimmigrati . Le tante situazioni intermedie sono preda del disorientamento, dell’incertezza e del non voto. La guida dei vescovi italiani ci sembra in una fase di transizione senza ancora   un orientamento comune  che si ispiri finalmente allo spirito del Concilio, a papa Francesco e ai tanti che nella Chiesa hanno indicato quale debba essere un rapporto corretto tra le fede nell’Evangelo e la presenza nel “mondo”.

Tre passaggi per un nuovo corso nella Chiesa

Ci permettiamo, di individuare dei passaggi che ci sembrano necessari per dare una  testimonianza “cattolica” veramente nuova rispetto al passato, utile sia per il rinnovamento della Chiesa che per la  società e le sue  difficoltà .

Il primo passaggio chiede ai vescovi   una revisione autocritica rispetto al recente  passato , una specie di purificazione che sia senza “se” e senza “ma”  sul consenso  prestato per troppi anni, in  forme velate e con dissensi interni mai resi espliciti, alla destra politica nelle sue due manifestazioni più importanti il leghismo e il berlusconismo.  Le loro  pretese di ortodossia cattolica non sono mai state veramente contrastate. Ora Salvini parla di radici cristiane ed ha esibito il rosario e il Vangelo nell’ultimo comizio a Milano. L’arcivescovo Delpini l’ha zittito e così si dovrebbe fare in ogni parrocchia.

Il secondo  passaggio riguarda l’insufficienza di un appello al voto che non sia circostanziato e denso di contenuti. Quanto hanno detto in proposito  Bassetti e Delpini  per citare i pronunciamenti più autorevoli, necessita  di un’argomentazione densa con opinioni e proposte sui problemi, se vuole essere efficace soprattutto nei confronti dei giovani nel contrastare, in generale, il disinteresse o addirittura il discredito ora esistente nei confronti della  gestione della cosa pubblica.

Il terzo passaggio , per dare credibilità al secondo, ipotizza che il mondo cattolico sia  coinvolto non solo e non tanto  in questioni di principio che riguardano la vita e i rapporti personali e famigliari ma anche e soprattutto in “campagne” gestite laicamente con altri  sulle grandi questioni della vita collettiva che abbiamo cercato di indicare sopra. E’ possibile ed è già successo,  citiamo a mo’ di esempio quella a favore dell’acqua come bene pubblico. L’Avvenire, senza abbandonare una campagna sul fine vita che insieme ad altre cose non condividiamo, ha da tempo iniziato a impegnarsi su alcune questioni  (migranti, gioco d’azzardo, droga, disarmo .…) che sono all’attenzione dei partiti e delle istituzioni solo molto episodicamente . Esse  dovrebbero ricevere il supporto di un’opinione organizzata nelle parrocchie, negli ordini religiosi, nelle strutture di base.

Non su alleanze, anche se nascoste o di vertice, o su proclami o su interventi diretti nella dialettica politica, ma sulla creazione di una coscienza diffusa di fronte alle situazioni concrete, il popolo cristiano e chi ne è principalmente responsabile dovrebbe operare perché la missione evangelizzatrice della Chiesa assuma un volto e una testimonianza che appaia e sia più vicina al Vangelo di Gesù.

Sei punti specifici su possibili decisioni del futuro Parlamento

Ci permettiamo di indicare, in conclusione, sei importanti  punti specifici sui quali la CEI potrebbe/dovrebbe offrire  un contributo importante  e “laico” al Parlamento che sarà eletto il 4 marzo e  che su di essi avrà un ruolo determinante, nel fare o nel non fare  oppure nel fare bene o nel male:

  1. discutere e approvare al più presto  una legge sullo jus soli, fondata sul buonsenso oltre che sul bene comune della nazione oltre a un’altra sulla riforma di tutta la legislazione sui migranti;
  2. ottenere dal governo la firma del Trattato dell’ONU sul disarmo nucleare per poi subito ratificarlo, anche avendo a mente le forti parole di papa Francesco in merito;
  3. stabilire per legge che i vescovi siano obbligati a denunciare alla magistratura i casi di pedofilia del clero di cui vengano a conoscenza;
  4. controllo su una corretta applicazione da parte del governo della legge sul fine vita;
  5. approvare una legge sulla libertà religiosa che superi la legge sui culti ammessi del 1929 e che dia dignità e uguaglianza soprattutto alla pratica delle confessioni diverse da quelle cristiane;
  6. approvare una legge contro  l’omofobia boicottata troppo a lungo in modo pretestuoso.

Quali che siano gli esiti del voto  dovranno  intensificarsi la  preoccupazione e l’ impegno per la cosa pubblica nostri e di tutto il circuito “conciliare” di cui facciamo parte. Le difficoltà della nostra democrazia, l’aggravarsi dello scenario internazionale  e la crisi economico-sociale  ancora in corso  lo richiedono alla nostra coscienza di credenti.

Roma, 28 febbraio 2018                                                                   NOI SIAMO CHIESA

 

 

 

 

 

 

 


Pubblicato

Commenti

Una replica a “Elezioni del 4 marzo. Le riflessioni di Noi Siamo Chiesa”

  1. Avatar Gin Paolo Filipponi
    Gin Paolo Filipponi

    Santuario S. Maria della Croce Crema -10 marzo 2018- Da 9 mesi dall’elezione del sindaco (centrosinistra), la lega è passata dal 19% al 45 %- ed il centrodestra oltre il 58 %- Questa una semplice constatazione politica. Ora analizziamo lo stesso risultato, in termini religiosi, e personalmente mi pongo una domanda. Come sia possibile che tanti cattolici praticanti, diano la loro preferenza ad una partito razzista, xenofobo, che sprizza odio da tutti i pori, possa essere premiato. Di base un praticante domenicale, dovrebbe almeno conoscere il S. VANGELO, non aspettiamoci che lo stesso venga messo in pratica, quotidianamente, ma almeno nei suoi concetti fondamentali, che gli EVANGELISTI ci hanno trasmesso, venga osservato. Nelle omelie ormai non appare più, come negli anni 50/60/70/80 un indirizzo a votare anticomunismo, ora i sacerdoti preferiscono non dare nessun consiglio elettorale, anzi alcuni parroci, per fortuna pochi, incitano a votare lega. Questa riflessione mi induce a pensare, che la chiesa, (al contrario di ciò che l’illuminato PAPA FRANCESCO, ogni S. Giorno ci consiglia), per costoro sia un metodo valido solo per lavare la coscienza, a questi sepolcri imbiancati- Gli stessi sono preda di paure di: perdere il loro apparente benessere, e: dal contesto osservante cristiano, che impone loro un comportamento, consono al S. VANGELO. Oramai l’egoismo travalica ogni etica morale e civile,e le persone di fronte al quesito ? devo essere un buon cristiano ? oppure badare solamente al mio interesse? E’ indubbio che la scelta ricade sempre, verso gli atteggiamenti del proprio EGO personale. Di questo passo finiremo in una diatriba conflittuale, dove ognuno mette in pratica i propri egoismi, fregandosene, delle persone più deboli ed indifese, finchè tutto ciò produrrà una guerra tra poveri. Tutto ciò ad esclusivo vantaggio dei soliti noti dai poteri forti, ora impersonati da berlusconi e salvini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *