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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

98 preti diocesani, suore e religiosi si impegnano a praticare la disobbedienza nei confronti della legge sulla sicurezza

Onoriamo i poveri


Come scelta e impegno di vita siamo stati chiamati e mandati a dare ed
essere buona notizia per i poveri. La legge-sicurezza, emanata dal Governo
in questi giorni, discrimina, rifiuta e criminalizza proprio i piu’ poveri e
i piu’ disperati. Riteniamo strumentale e pretestuosa la categoria della
clandestinita’ loro applicata. E’ lo Stato che rifiuta il riconoscimento.
Per chi perde il lavoro a causa della crisi, e’ lo Stato che induce alla
clandestinita’, decidendo arbitrariamente l’interruzione della
regolarizzazione. Di null’altro sono colpevoli queste persone se non di
essere troppo bisognose. Per lo Stato italiano oggi e’ questo che
costituisce reato.


Molti di noi provengono da una situazione di indigenza.
Con i fatti e non solo a parole ci riconosciamo nella umanita’ e nella
dignita’ di tutte le persone che vengono colpite da questa legge iniqua;
intendiamo onorare i poveri. Se non lo facessimo negheremmo le nostre
persone e la nostra missione e tradiremmo le nostre comunita’. Percio’
dichiariamo in coscienza la nostra obiezione pubblica. Vale anche per noi
"bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini" (Atti 5, 29).
Siamo incoraggiati in questa decisione, non solo in riferimento alla fede,
ma anche come comuni cittadini, in ottemperanza alle leggi sottoscritte e
vincolanti per lo Stato italiano: dalla Dichiarazione universale dei diritti
umani, alla Convenzione sullo stato dei rifugiati, alla Convenzione sui
diritti dell’infanzia e alla nostra stessa Costituzione, che questa
legge-sicurezza non ha tenuto in considerazione.
Percio’ la nostra disobbedienza non riguarda soltanto il nostro
comportamento individuale, ma faremo quanto e’ in nostro potere perche’ un
numero sempre crescente di cittadini metta in atto pratiche di accoglienza,
di solidarieta’ e anche di disobbedienza pubblica, perche’ nel tempo piu’
breve possibile questa legge venga radicalmente cambiata.


*
Prime adesioni: don Albino Bizzotto, mons. Giovanni Nervo, don Gianfranco
Zenatto, don Romano Frigo, don Maurizio Mazzetto, don Giuliano Giacon, suor
Lucia Bizzotto, don Tiziano Dal Soglio, don Umberto Sordo, don Fernando
Comi, don Agostino Rota Martir, fra Ettore Marangi, fra Francesco Zecca,
padre Fabrizio Valletti, don Pierpaolo Peron, fra Salvatore Mancino, don
Giordano Remondi, don Romeo Penon, don Franco Scarmoncin, fra Antonino M.
Clemenza, fra Jacopo Pozzerle, don Adriano Peracchi, don Fulvio Falleni, don
Fernando Fiscon, padre Gabriele Ferrari, don Giorgio De Checchi, padre
Filippo Rota Martir, don Giovanni Cecchetto, don Giacomo Tolot, padre
Adriano Sella, padre Diego Pelizzari, suor Donatella Lessio, padre Giovanni
Piumatti, padre Giorgio Antonino Butterini, don Severino Alessio, fra Simone
Bauce, don Lorenzo Baccin, padre Giorgio Padovan, padre Filippo Ivardi,
padre Rosario Giannattasio, padre Antonio Germano Das, padre Nicola
Colasuonno, padre Alberto Lanaro, padre Piergiorgio Lanaro, padre Giuseppe
Veniero, padre Luigi Zucchinelli, don Antonio Pizzuti, padre Antonio
Trettel, don Luca Facco, don Gianfranco Formenton, padre Gianalfonso
Oprandi, don Giuseppe Zanon, padre Giovanni Gargano, padre Francesco Lenzi,
padre Primo Silvestri, padre Loris Cattani, padre Gino Foschi, padre Franco
Bordignon, padre Luigi Lo Stocco, don Gianni Gambin, fra Alberto Maggi, don
Matteo Menini, padre Antonio Santini, padre Giampietro Baresi, Commissione
Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani del Brasile Sud, don Luigi
Tellatin, padre Rino Benzoni, Direzione Generale dei Missionari Saveriani,
padre Valentino Benigna, Comunita’ delle Suore delle Poverelle di S. Chiara
a Vicenza, padre Livio Passalacqua, don Biagio Podano, suor Debora Contessi,
don Mario Costalunga, don Rocco D’Ambrosio, don Daniele Vencato, suor
Gigliola Tuggia, suor Ornella Ciccone, suor Giordana Bertoldi, don Emanuele
Benatti, suor Maria Teresa Ricci, suor Liliana Aquilina, suor Giuliana
Tosetto, fratel Arturo Paoli, padre Angelo Cupini, suor Maria Pia Bizzotto,
suor Tina Primon, don Fabio Ferrari, padre Alex Zanotelli, don Felice
Tenero, don Andrea Turchini, don Gianmario Baldassarri, don Cristian
Squadrani, suor Graziella Grazian, suor Maria Regina Ranzato, don Erminio
Pozzi, padre Paolo Costantini, don Paolo Farinella, don Antonio Ruccia, don
Tarcisio Giungi, don Alessandro Crescentini…
*
Per adesioni e comunicazioni: e-mail:
beati@libero.it, fax: 0498070699,
tel.: 0498070522.


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Commenti

3 risposte a “98 preti diocesani, suore e religiosi si impegnano a praticare la disobbedienza nei confronti della legge sulla sicurezza”

  1. Avatar
    Anonimo

    il papa, il vaticano, la cei, invece di “strapparsi le vesti” e lanciare scomuniche contro la pillola RUS486…dovrebbero protestare e digiunare contro questa ennesima “violenza” perpetrata verso i più poveri e disperati…..
    Come si sarebbe comportato il nostro maestro…Gesù di Nazareth, il profeta della Compassione?
    Invece di mandarea lettere di augurio ai “grandi” del G8….che alla fine hanno fatto una bella passerella con tante parole e tante promesse….
    Antonio Villa prete operaio

  2. Avatar
    Anonimo

    E’ così chiaro che questa violenza contro le persone più deboli della nostra sociatà…non interessa a nessuno……e così poco anche alle nostre chiese, alle nostre parrocchie..alle nostre istituzioni ecclesiastiche. Questo drappello dei 94 fratelli religiosi che hanno sottoscritto il documento di protesta….rimarranno molto soli, perchè noi abbiamo altre priorità….
    Però il nostro maestro vuole che cerchiamo prima il regno di Dio e la sua giustizia…tutto il resto viene dopo….
    Che cos’è il regno di Dio…..la sua giustizia?
    Abito in calabria…una regione difficile per tanti “versi”, ma una regione dove c’è una legislazione
    sulla immigrazione molto civile e rispettosa della costituzione…dove invece di pensare al reato di clandestinità, si cerca di iniziare cammini di integrazione e di accoglienza…(vedi ad esempio le esperienze di accoglienza e di integrazione dei comuni di Riace e di Caulonia in provincia di Reggio Calabria).
    Antonio Villa prete operaio

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