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Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

A larga maggioranza l’opinione pubblica italiana è a favore al Trattato ONU per l’eliminazione delle armi nucleari

COMUNICATO AI MEDIA – 24 aprile 2019 –  Roma

La maggioranza degli italiani ancora e sempre contro le armi nucleari: 7 su 10 vorrebbero adesione a Trattato ONU

Un nuovo sondaggio promosso nei 4 Paesi europei che ospitano testate nucleari statunitensi (Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi) dalla Campagna ICAN e dai suoi partner nazionali (per l’Italia da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo) conferma quanto già evidenziato da precedenti indagini: 7 italiani su 10 vorrebbero adesione dell’Italia al Trattato dell’ONU TPNW contro le armi nucleari, e 3 su 5 chiedono che le testate statunitensi vengano rimosse dal nostro territorio. Per il 66% i cacciabombardieri F-35 in corso di acquisizione non dovrebbero possedere la capacità di sganciare le (nuove) bombe nucleari USA.

Come già evidenziato da precedenti indagini demoscopiche, un nuovo e recente sondaggio conferma una tendenza stabile e ormai indubitabile: la maggioranza degli italiani vuole un mondo senza armi nucleari, a partire dal nostro Paese.

Lo dimostrano i risultati elaborati da YouGov e commissionati dalla Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) con i suoi partner europei (per il nostro Paese la Rete Italiana per il Disarmo e Senzatomica), in cui si è reso evidente uno schiacciante e continuato rifiuto delle armi nucleari: ben il 70% dei cittadini si è detto favorevole all’adesione al Trattato ONU di proibizione delle armi nucleari (con solo il 16% contrario), mentre il 60% ritiene che si dovrebbero eliminare dal nostro territorio le testate nucleari statunitensi attualmente presenti nelle basi di Ghedi ed Aviano (e solamente il 21% concorda con il mantenerle in Italia). La presa di distanza dagli ordigni nucleari si esplicita anche in aspetti non istituzionali, ma legati invece a dinamiche economiche: per il 72% degli intervistati dovrebbe essere impedito alle istituzioni finanziarie italiane qualsiasi investimento in società coinvolte nella produzione delle armi nucleari (coinvolgimento economico che risulta accettabile solo per il 13% del campione).

Molto significativo è anche il risultato relativo alla domanda sulla capacità nucleare aerea che i Paesi in regime di “nuclear sharing” devono garantire agli USA: per due terzi degli italiani (un rotondo 66%) i cacciabombardieri attualmente in acquisizione (i famigerati F-35) non dovrebbero essere dotati della “doppia capacità” anche nucleare legata in particolare alle nuove bombe B61-12 che gli Stati Uniti stanno sviluppando, con costi miliardari, e dispiegheranno nei Paesi alleati.

Va sottolineato come l’orientamento verso una chiara scelta di disarmo nucleare sia comune e trasversale a tutte le appartenenze politiche (pur con fisiologiche differenze in termini assoluti): il rifiuto delle bombe nucleari statunitensi è certamente robusto nell’elettorato del Movimento 5 Stelle (71%) e dei partiti di sinistra (dal 71% di Liberi e Uguali all’80% degli altri) ma ben presente anche per i sostenitori di Partito Democratico (58%), Forza Italia (58%) e Lega con Salvini (56%). Ancora più netta la situazione per quanto riguarda l’adesione al Trattato TPNW: se per gli elettori di sinistra la scelta è indiscutibile (dall’88% al 95%) risulta molto forte il sostegno per quelli di Movimento 5 Stelle (76%), Partito Democratico (78%) e Fratelli d’Italia (70%) risultando comunque chiaro anche per elettori di Lega con Salvini (64%) e Forza Italia (60%). Da notare come gli F-35 non dovrebbero avere capacità nucleare per gli elettori di entrambi i partiti attualmente al Governo (il 75% per il M5S e il 60% nel caso della Lega).

Il nuovo sondaggio di opinione è stato condotto contemporaneamente nei quattro Paesi dell’UE che ospitano armi nucleari statunitensi: Belgio, Paesi Bassi, Germania e Italia. In ciascuno di essi la scelta politica migliore per le persone intervistate è risultata essere quella favorevole alla rimozione delle testate nucleari dal proprio territorio con un accordo molto alto (dal 62% al 70%!) relativamente all’ipotesi di sottoscrizione da parte del proprio Stato del Trattato TPNW che le vieta completamente!

Per l’Italia i partner del sondaggio sono stati Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo, che dal momento dell’approvazione del Trattato ONU contro le armi nucleari (luglio 2017) hanno promosso e continuano a rilanciare la mobilitazione “Italia, ripensaci” (che negli scorsi mesi si è resa esplicita con la raccolta di cartoline controfirmate da migliaia di cittadini) con l’obiettivo della firma del Trattato anche da parte del Governo italiano, in vista di una successiva ratifica parlamentare. Riteniamo che l’Italia debba allinearsi alla volontà di disarmo nucleare espressa dalla maggioranza degli Stati parte delle Nazioni Unite. Una volontà che è sicuramente anche patrimonio della maggioranza degli italiani (come dimostrano i ripetuti sondaggi condotti) oltre che delle città e comuni italiani, che a decine hanno raccolto l’invito della campagna di votare ed approvare Ordini del Giorno a sostegno del Trattato. I numerosi dibattiti ed eventi hanno confermato quanto sia importante per numerosi territori del nostro Paese il ripudio delle armi nucleari e la volontà forte di metterle fuori dalla storia.

Le armi nucleari sono le più distruttive, inumane e indiscriminate che siano mai state create. Una singola bomba nucleare potrebbe uccidere milioni di persone e l’uso anche solo di poche decine distruggerebbe il clima globale, causando una carestia diffusa. E’ giunto il momento per i Paesi che ancora possiedono o ospitano armi nucleari – tra cui l’Italia – di assumersi le proprie responsabilità e agire, adempiendo ai propri obblighi di disarmo nucleare da tempo non rispettati. Tutti i Governi realmente responsabili dovrebbero proibire le armi nucleari aderendo al Trattato TPNW e così non solo realizzerebbero la volontà dei propri cittadini, ma adempirebbero anche ad una responsabilità fondamentale: proteggere le popolazioni da una delle peggiori atrocità, in base ai principi delle norme internazionali sui diritti umani.


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