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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

A Messina onori e parole tra la diocesi e l’assemblea regionale . Leggi il resoconto di un incontro pieno di poteri forti e di discorsi dalla dubbia credibilità

http://www.nuovosoldo.it/2016/03/09/lamministrazione-apostolica-messinese-intrappolata-nella-parata-dei-poteri-forti/

di Citto Saija

Nel grande auditorium del “Palantonello”, gremitissimo di tanto pubblico interessato al potere, si è svolto ( il 4 marzo ) un “salotto”, moderato dall’ex direttore del “Corriere della sera” De Bortoli.
Il tema del convegno, “Etica e responsabilità pubblica”, era abbastanza appetibile, visti i tempi oscuri in cui stiamo vivendo, non solo in Italia ma nel mondo intero.
Nel manifesto di indizione, il convegno è stato proposto, oltre che dall’Ars ( ma dal presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone ), anche dall’arcidiocesi di Messina, Lipari, S. Lucia del Mela.
Una domanda viene spontanea: perché la Chiesa messinese promuove un convegno, su un tema di così grande attualità, insieme con l’Assemblea regionale che certamente non brilla né sul piano politico né su quello etico?
La Chiesa, nella propria indipendenza, può promuovere dibattiti sull’etica, ma non si riesce a comprendere perché debbano essere proposti insieme con rappresentanti di alcune parti politiche. Addirittura con il presidente dell’Assemblea regionale, esponente di un ben preciso partito politico che è l’UDC.
Il palco dell’auditorium si presentava come una tribuna molto istituzionale con le bandiere italiana, europea e siciliana in bella evidenza e con due commessi dell’assemblea regionale in pompa magna ( a Palermo predominano sempre i ricordi spagnoleschi ! ) con guanti bianchi e papillon di rito.
Sullo sfondo un omaggio al “sicilianismo” con alberelli di arance, mandarini, limoni, cedri e pompelmi stracarichi di frutti.
I relatori: personalità come il segretario generale della Cei mons. Galantino, il presidente emerito della Corte costituzionale Silvestri e il presidente dell’associazione nazionale magistrati Sabelli.
Hanno fatto gli onori di casa il presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone e l’amministratore apostolico mons. Raspanti.
La prima fila della platea ovviamente riservata ad autorità civili e militari.
Nella grande parata, per certi aspetti partitica, in cui in filigrana si può anche intravedere la rapacità dei poteri forti per il futuro governo della città, dopo l’esperienza accorintiana, era presente soprattutto una massa di pubblico interessata al potere futuro: ordini professionali, mondo della debole imprenditoria messinese, borghesia parassitaria, pezzi di volontariato legati al potere politico di turno più qualche prete e qualche suora.
Probabilmente tanti avranno capito che si trattava di una “trappola” e si sono astenuti dal partecipare. Grazie a Dio la presenza della Chiesa messinese non era evidente se non nel manifesto e nella presenza dell’amministratore apostolico che, in certo senso, ha preso qualche distanza affermando che l’iniziativa dell’incontro era partita dalla presidenza dell’Assemblea regionale.
Sull’immensa platea aleggiava tanto freddo ( il Comune che gestisce il palazzo ha abolito, forse per ispirarsi al sindaco in maglietta, ogni tipo di riscaldamento ) e lo stesso presidente emerito della Corte costituzionale, alla fine ha fatto un brevissimo intervento perché ha dichiarato di sentire freddo.
Oltre il freddo , pesava sulla platea una fumosa cappa massonica che qualche anno fa era stata denunciata, come incombente sulla città, dall’ex arcivescovo di Messina che poi ha abbandonato il governo della Chiesa messinese per motivi personali e di salute.
Certamente la tematica affrontata è di grande attualità, in un Paese e in una Regione ma anche in una città in cui l’etica ( vista nelle varie sfaccettature ) è assente sia nel pubblico sia nel privato.
Gli illustri relatori hanno affrontato con competenza il tema proposto con contenuti del tutto condivisibili, ma non ci è sembrato che oggetto del convegno fosse effettivamente il problema dell’etica nella responsabilità pubblica.
Ci è sembrata invece una “chiamata alle armi” in vista probabilmente di scadenze elettorali comunali e regionali.
Ed allora una domanda è legittima da parte di coloro che fanno parte della comunità ecclesiale cattolica messinese.
Perché l’arcidiocesi, tenendo conto anche della sede vacante, ha deciso di promuovere un convegno di questo tipo insieme con l’Ars e in particolare con il suo presidente ed esponente di un partito politico.
Sono caduti in una “Trappola” l’amministratore apostolico e il segretario generale della Cei?
Non sarebbe stato più giusto, per la Chiesa messinese, aprire in proprio un dibattito indirizzato ai cattolici e agli uomini di buona volontà?
Perché la Chiesa messinese, sotto il pontificato di papa Bergoglio, dovrebbe schierarsi con i poteri forti rappresentati in quella platea?
Certamente bello, interessante, giusto e attuale il tema del convegno, ma vogliamo dire con estrema chiarezza che non ci hanno convinto né la tempistica né la platea né tanti personaggi presenti.
Non vorremmo ( sarebbe antistorico ) che la Chiesa messinese tornasse a “far politica” come in tempi passati quando parrocchie, istituti religiosi e conventi si trasformavano in comitati elettorali.
Vorrei ricordare a me stesso e a coloro che non conoscono la storia della Chiesa messinese, che in passato, nella provincia di Messina, anche vescovi di altissimo livello sono stati fatti fuori ( nel senso che sono stati allontanati perché così volevano i poteri forti).
Cito per tutti due vescovi che non sono più tra i viventi: l’arcivescovo coadiutore di Messina con diritto a successione mons. Guido Tonetti e il grande vescovo di Patti mons. Angelo Ficarra.
E nello scrivere queste righe penso a quanto mi disse tanti anni fa, un venerdì santo, nell’episcopio di Trapani, il vescovo salesiano messinese mons. Amoroso: “qui a Trapani massoneria e mafia si tagliano con il coltello”. Intendeva dire che in quel tempo ( è anche oggi così ? ) una ben precisa cappa incombeva su quella città della quale era vescovo.
Mi auguro che la Chiesa messinese possa riprendere il proprio cammino in piena libertà sulla strada tracciata da papa Francesco


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