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A Roma i gay credenti al Sinodo: “Trovare il posto delle persone LGBT nella Chiesa”

I gay credenti al Sinodo: “trovare il posto delle persone LGBT nella Chiesa”

Prima assemblea della ‘Rete Internazionale dei Cattolici Arcobaleno’. Messaggio al Sinodo: “Troviamo nella Chiesa il posto giusto anche per le persone lgbt”. Parla Andrea Rubera di Nuova Proposta

Di Delia Vaccarello – Un messaggio chiaro al Sinodo: “Dobbiamo trovare il posto giusto per ogni membro del popolo di Dio, tra cui le persone LGBT”. Prendendo ispirazione dalla seconda enciclica di Papa Bergoglio, 13 organizzazioni lgbt faranno sentire le loro voci a partire dal 3 ottobre prossimo. Arriveranno testimonial da tutto il mondo e sarà centrale il racconto delle storie e delle pastorali. Obiettivo: favorire il confronto a ogni livello. Ne parliamo con Andrea Rubera di Nuova Proposta.

– Il raduno delle 13 organizzazioni di/con lgbt replica quest’anno l’incontro parallelo al Sinodo della Famiglia dello scorso anno, lanciando un evento straordinario la Prima Assemblea del Global Network of Rainbow Catholics, l’incontro di fondazione della nuova rete. Caratterizzato dal titolo “Voci LGBT al Sinodo”, che si terrà a roma il 3 ottobre ecco, voci lgbt al sinodo: in che modo arriveranno queste voci? quale è l’obiettivo della assemblea?
L’assemblea ha l’obiettivo di dare vita al Global Network of Rainbow Catholics (GNRC), una rete globale di organizzazioni e si rivolge a chi è impegnato nella cura pastorale e nella giustizia per le persone LGBT e loro famiglie. Vogliamo lavorare attraverso progetti comuni, supporto e scambio, lavorare dentro la Chiesa Cattolica per assicurare l’inclusione, la dignità e l’uguaglianza per le persone LGBT, i loro genitori e le loro famiglie nella Chiesa Cattolica e la società. All’Assemblea parteciperanno persone provenienti da oltre 30 paesi di tutto il mondo che lavoreranno, in 4 giorni di intenso lavoro, alla fondazione di questa rete.

– Quale è il messaggio che volete arrivi al Sinodo? Perché tenete che arrivi?
“Prendendo ispirazione dalla seconda enciclica di Papa Francesco, Laudato si, pensiamo che sia, ormai, giunto il momento per tutti noi di costruire e prendersi cura della nostra casa comune, la Chiesa, con l’impegno di ciascun membro della comunità cattolica romana. La nostra casa comune non ha bisogno di lotta o divisione. Dobbiamo trovare il posto giusto per ogni membro del popolo di Dio, tra cui le persone LGBT . E questo è già possibile, come testimoniano le esperienze che portiamo a Roma da tutto il mondo alla conferenza Le strade dell’amore”, che avrà luogo il 3 ottobre alle 15. Queste esperienze, che al momento arrivano solo dal basso, ci dimostrano che la pastorale per e con le persone LGBT è già realtà in varie parti del mondo, senza alcun problema per le comunità dove avviene. Lo spunto che vogliamo offrire ai vescovi riuniti a Roma per il Sinodo è che possiamo – e dobbiamo – trovare nuovi modi per diffondere questi modelli di pastorale e svilupparne di nuovi.

– Parte del programma è la conferenza pubblica “Ways of Love – Istantanee di Incontri cattolici con le persone LGBT e le loro famiglie” (“Ways of Love – Snapshots of Catholic Encounter with LGBT People and their Families”). La conferenza presenterà attività pastorali con le persone LGBT(già in corso) realizzate in diverse parti del mondo. Facciamo un quadro o alcuni esempi dei paesi in cui le pastorali hanno avuto più efficacia? Presentiamo ai lettori la caratura delle persone che interverranno e la unicità della loro esperienza?
Tra tutti (perché mi piacerebbe che i lettori partecipino alla conferenza in prima persona) cito solo un esempio, molto esemplificativo: l’esperienza dell’inclusione di gay e lesbiche londinesi del gruppo “SOHO Masses”, per volere del cardinale Nichols, all’interno della parrocchia di Farm Street, gestita dai gesuiti. I gay e lesbiche, che prima si riunivano da soli altrove, ora vivono perfettamente integrati nel resto della comunità: partecipano al coro, animano le messe. Insomma: vivono pienamente la realtà comunitaria, così come dovrebbe essere ovunque. Alla conferenza racconteremo 6 storie, da 6 diversi paesi del mondo. Lo faremo, come dice il titolo, con la logica dell’”istantanea”, con presentazioni fresche, attuali e immediate. I molti casi le presentazioni saranno fatte direttamente dai preti e suore che hanno avviato queste esperienze. Poi avremo due guest speaker: Mary McAleese, ex presidente della Repubblica d’Irlanda (donna, politica, cattolica, madre di un figlio gay) che sarà intervistata dal giornalista Robert Mickens, direttore del Global Pulse, e, quindi, Raúl Vera, vescovo cattolico messicano, assai conosciuto per il suo impegno a tutela dei diritti umani e la giustizia sociale, anche rivolto ai credenti LGBT.

– In Italia, non mi è mai successo di sentire espressamente citata in Chiesa l’esperienza di amore di due uomini e due donne: avviene in alcuni casi particolari? In che modo possiamo suggerire di usare la parola amore, non togliendole universalità, in modo che sia chiaro che ci riferiamo anche all’amore tra due uomini e due donne?
Riusciamo a farlo se rinunciamo per un momento alla battaglia ideologica e ci soffermiamo sulla persona. Molte delle storie che racconteremo alla conferenza parlano proprio di incontri, confronto tra le persone a partire dalla specificità della vita di ciascuno, in una logica di ascolto non giudicante. Se guardiamo all’altro non come incarnante una “categoria” ma come “persona”, riusciamo a farci penetrare dalla ricchezza che la sua vita, nelle molteplice sfaccettatura di diversità, lo rende unico. In questo senso, in questo approccio “non giudicante”; non importa se chi ho di fronte sia etero o gay o lesbica. Mi importa la sua storia, la sua persona, il suo valore. E’ questo che la chiesa dovrebbe fare proprio come patrimonio assoluto.

– E’ possibile parlare di sessualità nella Chiesa? l’esperienza delle pastorali cosa ci dice a proposito?
La Chiesa parla già di sessualità, ma lo fa rigidamente confinandolo alla sfera del matrimonio tra uomo e donna. Questo avviene è vero soprattutto a livello ufficiale. Se guardiamo, invece, ancora una volta al basso, alle esperienze dei pastori, soprattutto di frontiera, vediamo come il confronto sia molto più variegato di quello che si pensi e come la libertà di coscienza delle persone spesso vada decisamente in direzione non necessariamente uguale a quella della dottrina. Basti pensare a cosa avviene, in pratica, con la contraccezione che molto spesso non rientra neanche più tra i “peccati” che vengono portati al confessionale.

– Affronterete quanto avviene in Italia, vale a dire che viene agitata da fondamentalisti cattolici una fantomatica Teoria Gender per screditare la opera di sensibilizzazione contro stereotipi e pregiudizi ai danni delle persone lgbt e per contrapporre le unioni civili alla famiglia?
Sul tema della fantomatica ideologia “gender” stiamo lavorando alacremente, perché ci sembra veramente scandaloso che si utilizzi una macchinazione pretestuosa per gettare l’ombra su cospirazioni fantasiose della “lobby gay”. Ad ogni modo non sarà argomento della conferenza pubblica (che tratta argomenti e storie di taglio prettamente pastorale) ma sicuramente affronteremo il tema nei gruppi di lavoro dei giorni dell’assemblea. Il nostro obiettivo è fornire al mondo cattolico una corretta informazione sulla “non esistenza” di complotti e ricondurre il tema alla cultura dell’accoglienza, di tutti, nessuno escluso. Dobbiamo creare non comunità per “eletti”, spesso tutti simili a se stessi, ma comunità con braccia così grandi da poter accogliere chiunque, a prescindere dalla storia personale. Questo si potrà fare, come dicevo, se abbandoneremo con decisione lo scontro ideologico a favore del confronto sull’umanità nostra e di chi abbiamo di fronte. Questo non vale solo per il tema LGBT ma per qualunque contesto in cui ci si trovi a confrontarci con una diversità.

– L’atteggiamento prevalente tra i credenti lgbt è quello di chiedere con forza il diritto all’inclusione nella Chiesa cattolica o prevale la ferita, il danno potremmo dire, che proviene dal non essere citati quasi mai, da una vita nella fede ma nell’ombra rispetto alla vita della Chiesa? o i due atteggiamenti convivono?
Non convivono nelle stesse persone. Credo sia incompatibile essere nascosto, ferito, divorato dal senso di colpa e poi poter contribuire attivamente alla vita della propria comunità, a quella della Chiesa in generale, e mettere a disposizione le proprie energie e la propria progettualità. Esistono in Italia ancora molti gruppi di persone LGBT cattoliche che vivono i loro incontri in maniera totalmente privata, senza connessione con altre realtà. Esistono però, anche altri gruppi, come Nuova Proposta, o Cammini di Speranza, che fonderemo sempre a Roma il 2 ottobre e che sarà la prima associazione nazionale di persone LGBT cristiane, che hanno proprio come vocazione la visibilità, la partecipazione, insomma , l’”esserci”. Da anni stiamo facendo un percorso molto serio per maturare il senso di consapevolezza della bellezza delle nostre vite e della possibilità di metterle a disposizione della comunità intera. Ricordiamoci sempre un punto chiave: se una persona passa una porzione importante del suo tempo a nascondersi, ad avere paura, non sarà mai libera di mettere a disposizione degli altri e della società intera la sua parte migliore. Questo è un altro invito che vogliamo rivolgere alla Chiesa: di aiutarci a liberare queste energie per il bene di tutti, di occuparsi delle persone LGBT, della loro affettività, del loro progetto di vita in comune, anche famigliare, che ha bisogno dello stesso sostegno, spirituale, amicale, e quant’altro, di cui disponogono oggi, se lo vogliono, le coppie eterosessuali.

– Quale sarà il prossimo appuntamento dell’Assemblea?
L’assemblea è riservata alle persone che si sono iscritte per partecipare alla Fondazione del Global Network of Rainbow Catholics (GNRC) e si svlgerà dal 1 al 4 ottobre. Quattro giornate con un denso programma di incontri, che culminerà domenica nel momento di fondazione. Tuttavia, come anticipato. all’interno della assemblea, è previsto un momento pubblico a cui tutti sono invitati: la conferenza “Ways of Love (Le Strade dell’Amore) – Istantanee di Incontri cattolici con le persone LGBT e le loro famiglie”, patrocinata dallo European Forum of LGBT Christian Groups. Tutte le informazioni si possono trovare su :
rainbowcatholics.org – www.waysoflove.wordpress.com
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