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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

A Vicenza si è discusso del diaconato femminile. Leggi il report. E’ possibile che nella Chiesa spiri un vento nuovo

Oltre 150 persone, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato alla giornata di studio su “Donne
diacono. Un ministero im-possibile?”, organizzato a Vicenza il 29 ottobre dalla Pia società San
Gaetano, dal Coordinamento delle teologhe italiane, dal Centro di documentazione e studi
“Presenza donna” delle suore Orsoline e dalla Comunità dei diaconato in Italia. L’iniziativa aveva
lo scopo di contribuire alla riflessione sul ruolo della donna nella Chiesa e, soprattutto, sulla
possibilità di restaurare il diaconato femminile, oggetto quest’ultimo dei lavori della Commissione
di dodici esperti ed esperte recentemente istituita da papa Francesco.
Dopo il saluto di don Venanzio Gasparoni, superiore generale della Pia società San Gaetano, il
quale ha ricordato come, nel percorso della famiglia religiosa fondata da don Ottorino Zanon, la
nascita del ramo femminile avesse fatto pensare alla possibilità di una loro ordinazione una volta
che la Chiesa avesse ripristinato il diaconato delle donne, l’incontro ha avuto il suo fulcro nelle tre
relazioni di taglio storico, teologico e pastorale. Nella prima la teologa Moira Scimmi ha ripercorso,
alla luce delle fonti scritturistiche e delle testimonianze delle comunità cristiane dei primi secoli,
l’evoluzione storica della presenza delle diacone, cercando di individuarne forme di istituzione,
ruolo ecclesiale e funzioni. Poi Serena Noceti, ecclesiologa e vicepresidente dell’Associazione
teologica italiana (Ati), ha ricostruito il dibattito sul tema durante il Concilio Vaticano II e nel
processo di recezione dei suoi documenti, evidenziando la necessità di ricollocare questa “figura
ministeriale dimenticata” nell’orizzonte di un complessivo ripensamento teologico del ministero
ordinato a partire dalle relazioni con il soggetto “Noi ecclesiale”. Infine don Luca Garbinetto,
pastoralista e presbitero della Pia società San Gaetano, partendo dalla constatazione della crescita
numerica dei diaconi, ma anche di un loro non ancora pienamente definito profilo pastorale, ha
prospettato alcuni possibili spazi per il diaconato femminile: un atteggiamento di tenerezza,
un’attenzione alle periferie dell’esistenza, un’accoglienza della diversità, una capacità di far maturare
quanto nell’altro è già in germe, nel quadro di un’enfasi posta sulla dimensione del servizio.
Il pomeriggio è stato aperto da Andrea Grillo, liturgista e docente di Teologia dei sacramenti al
Pontificio Ateneo Sant’Anselmo, che ha discusso l’anacronismo di un’applicazione letterale
dell’esclusione delle donne dal ministero ordinato fondata da San Tommaso sulla sua soggezione
nella società medioevale. Quindi Enzo Petrolino, diacono coniugato della diocesi di Reggio
Calabria-Bona e presidente della Comunità del diaconato in Italia, ha rilevato la contraddizione tra
l’auspicio della promozione della donna nella società formulato dalla Chiesa e il suo mantenimento
in condizioni di inferiorità ecclesiale. Il dibattito, coordinato da Cristina Simonelli, patrologa e
presidente del Coordinamento delle teologhe italiane, ha approfondito aspetti teorici e pratici della
questione, dal rapporto tra presbiterato e diaconato al rapporto tra ministero diaconale e professione
lavorativa.
Nelle conclusioni, Simonelli, oltre ad evidenziare la convergenza tra istituzioni diverse nella
promozione della giornata, con l’istituzione della commissione di studio sul diaconato delle donne
da parte di Papa Francesco abbia creato un nuovo clima, in cui la ricerca, riflessione e la
discussione ecclesiali possano svilupparsi liberamente, nel quadro di un ripensamento dell’intera
teologia del ministero ordinato, affrontando le questioni del potere, dell’autorità e del servizio nella
Chiesa.
Vicenza, 29 ottobre 2016


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