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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Abbiamo i papi di serie C : Leone XIII, Benedetto XV e Pio XI

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Leone XIII, Benedetto XV e Pio XI sono papi di serie C

Quindi il prossimo 19 ottobre ci sarà un altro Papaday, questa volta Paolo VI. Tutti i Papi sono santi in ragione del loro particolare ministero e solo i santi possono diventare papi, non ci sono scappatoie. Ormai la linea è stata decisa e papa Francesco la accetta e anche la gestisce.
Quali sono i fondamenti teologici di questa corsa a santificare il papato? Noi non li conosciamo e ci sembra che non ci siano, né nella storia della Chiesa né nel Concilio. Sono in molti ormai a porsi questi interrogativi che non sono per niente cancellati dal clamore mediatico e dalle grandi adunate di massa. Il Vangelo e i suoi discepoli non hanno bisogno di essere popolari.
Ora chiediamo coerenza alla Chiesa. Leone XIII, il papa della Rerum Novarum, Benedetto XV, il papa della “inutile strage” e Pio XI, la cui condanna del nazismo fu archiviata dal suo successore, sono lasciati, solo essi, al giudizio della storia mentre tutti gli altri salgono alla cosidetta gloria degli altari” perché la Chiesa giudica molto positivamente le loro virtù personali ma anzitutto il loro magistero. Chiediamo ragione di questa incoerenza.

Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa
Roma, 11 maggio 2014


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Commenti

Una replica a “Abbiamo i papi di serie C : Leone XIII, Benedetto XV e Pio XI”

  1. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Caro Vittorio, scusami la forma diretta forse un po inopportuna, ma francamente questa
    frenesia di rendere tutti i recenti Papi beati e santi mi lascia francamente sconcertato.
    A essere sincero questa di Papa Montini poi, la ritengo che strida in modo assai evidente
    con quello che ha rappresentato quest’uomo all’interno della Chiesa e nella società più in generale.
    Ti chiedi in base a quali fondamenti teologici si fonda tutto ciò; non esistono. Mi chiedo ma attualmente
    quale teologia ispira attualmente i vertici della Chiesa? Pensiamo che basti darsi modi e atteggiamenti
    popolari, prendere in braccio un bambino, dire buon giorno, e buon pranzo?Abitare in un modesto
    appartamento di 70 metri quadri? Certo sono segni positivi, che quantomeno rappresentano discontinuità
    rispetto al passato.Ma sono piccoli dettagli rispetto alle urgenze dell’uomo del terzo millennio.Fatica
    enormemente questa Chiesa a prendersi realmente il fardello pesante, scomodo,quanto scandaloso
    della eredità del Cristo. Che piaccia o no questo è il punto.Allora si percorre la strada più semplice
    meno irta di difficoltà certo più accomodante, di farsi essa stessa attraverso i suoi massimi rappresentanti
    Santa. E’ augurabile che dopo questa ubriacatura mediatica della santità,Papa Francesco prenda mano ai veri
    problemi che conosciamo.I tempi sono stretti le grida di dolore di molta umanità sofferente e oppressa
    forti e implacabili si alzano verso il cielo, e sono grida di miliardi di creature umane, La chiesa deve scuotersi
    dal torpore in cui si trova, Una chiesa non dei riti e delle cerimonie che a niente serve neanche a se stessa,
    ma una chiesa che finalmente entri con i suoi vertici nell’incandescenza dei conflitti, e delle tragedie, che
    sia azione di denuncia forte e implacabile se serve quando anche un solo figlio dell’uomo su questa terra subisca violenza, ingiustizia e sopraffazione. Altrimenti che Chiesa è? Mi auguro che Francesco abbia risorse tali da portare la Chiesa realmente, concretamente,allo –scandalo–della croce rappresentato da Gesù Cristo.
    Significativa la definizione che Osho sul Tao assoluto fa di Gesù Cristo: sono con lui in un rapporto di profonda
    empatia vorrei condividere la sua sofferenza,portare un po la sua croce camminando al suo fianco. Ma
    i nostri cammini sono paralleli, non si incontrano. Gesù è cosi triste carico com’è del fardello delle sofferenze
    di tutta l’umanità, che non riesce a ridere.E continua:La sua bontà è eccessiva, quasi disumana.
    Durante un viaggio Paolo VI di cui era assai avvertibile la mestizia, chiese a monsignor Pisoni che cosa
    i fedeli dicevano di lui: con non poco imbarazzo monsignore mormorò:–chiedono perché Sua Santità
    non sorride mai–.–E che motivo ne avrei?– fu la risposta. C’è di che meditare su questo.
    Un caro saluto a tutti e in particolare a Vittorio Bellavite.

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