Siamo tutti membri di movimenti e associazioni cattoliche di varie diocesi del Piemonte. Tutti stupiti e preoccupati di quanto sta avvenendo nelle nostre diocesi a proposito di questo periodo che dovrebbe coinvolgere tutta la Chiesa cattolica.
Per la prima volta un questionario di discussione tra tutti i fedeli, in preparazione del Sinodo sulla famiglia che si terrà il prossimo ottobre. Tutti coinvolti a partire dal proprio vissuto: donne, uomini e coppie, con le loro gioie e le loro sofferenze.
Ci dispiace constatare che tutte le nostre diocesi e i loro vescovi si stanno invece muovendo con ritardo e con chiare reticenze, come si ci fosse un implicito disegno comune.
Si intende boicottare la proposta di papa Francesco?
Succede pure che nelle diocesi (ultima quella di Asti, ad iniziare da quella di Torino) nemmeno il Consiglio Pastorale è chiamato a discutere pubblicamente del questionario, il quale anziché essere distribuito in tutte le parrocchie è quasi un testo riservato ai pochi sacerdoti.
Il dato preoccupante è che la linea dei nostri vescovi piemontesi pare sia quella di rinserrare le fila attorno ad alcuni temi sensibili, quali la famiglia e le coppie, in previsione che nei prossimi decenni le alte percentuali di immigrati non cattolici porranno problemi ben più gravi.
Chiese e pastori quindi in stato di timori e di reticenze.
Ma sarà difficile frenare la primavera che si è preannunciata con papa Francesco.
Da parte nostra saremo attenti, propositivi e uniti a quanti saranno impegnati in questo periodo di rinnovamento della Chiesa.
Tempi di Fraternità, Noi siamo Chiesa,
Pax Christi, Il Foglio, Equipe Notre Dame,
e molti appartenenti a parrocchie di varie diocesi del Piemonte.
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