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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Bagnasco, nella omelia della solennità di S.Lorenzo, perde la bussola e parla di un’Europa che discrimina il Cristianesimo

Il martirio di San Lorenzo
Omelia tenuta in Cattedrale il 10 agosto 2016 in occasione della solennità di San Lorenzo

Arcidiocesi di Genova
Mercoledì 10.8.2016
Festa di san Lorenzo
OMELIA
“Il martirio di San Lorenzo”

Cari Fratelli e Sorelle nel Signore

La festa di san Lorenzo ci porta a meditare sul martirio, che è il dono della vita a causa della fede. Il martire non è colui che perde la vita nel tentativo di toglierla ad altri, ma colui che offre la sua vita perché altri l’abbiamo. Il Vangelo ascoltato lo ricorda: “se il chicco di grano muore, produce molto frutto”, e i frutti veri sono vita non morte. La vita umana è sacra perché viene da Dio, pertanto va sempre rispettata e nessuno la può togliere a sé o agli altri.

1. Quest’anno ci domandiamo se la storia del diacono Lorenzo sia ancora attuale, oppure sia ormai una memoria devota ma insignificante per noi. Ci chiediamo se anche oggi abbiamo a che fare con l’imperatore Valeriano che uccise san Lorenzo nel III secolo. Se osserviamo il mondo, di Valeriani ne troviamo moltitudini: a volte dichiarati e truculenti, altre volte mascherati ma ugualmente accaniti. Dicendo questo, facilmente si viene ritenuti succubi del “complesso dell’assedio”, di vedere spettri; è falso, basta guardare ciò che accade vicino e lontano da noi.

Ed oggi, come allora, ci chiediamo: perché? Perché l’imperatore Valeriano era così ostile da infliggere a quell’uomo una morte talmente crudele da mostrare non solo di odiarlo, ma anche di averne paura? Perché oggi continua la marea di persecuzione verso persone colpevoli solo di credere in Gesù di Nazaret? La persecuzione oggi ha assunto molte forme: mentre continuano – potremmo dire – quelle classiche che conosciamo da una storia che si credeva lontana, oggi si aggiungono forme raffinate ma non meno crudeli, legalizzate ma non meno ingiuste. Il nostro vecchio occidente ne è esperto, malato com’è delle proprie fallimentari ideologie: il continente dei diritti sempre più discrimina il cristianesimo, dimenticando che la razza umana è una razza religiosa. E allora, perché aver paura della religione quando questa fa parte dell’uomo, quando necessariamente predica un Dio di amore e di salvezza, di giustizia e di pace? Perché voler emarginare la religione dall’ambito pubblico, sperando forse che così si cancellerà dal cuore umano? Ciò non sarà mai possibile! L’uomo, infatti, avrà sempre “bisogno – scriveva Norberto Bobbio – di dare un senso alla propria vita, alle nostre azioni (…) alla società (…) alla storia, all’universo intero”; e poiché “ le grandi risposte non sono alla portata della mente umana, l’uomo rimane un essere religioso nonostante tutti i processi di demitizzazione, di secolarizzazione, tutte le affermazioni della morte di Dio che caratterizzano l’età moderna e ancor più quella contemporanea” (Cattolica, conferenza 1980).

I vari imperatori del mondo possono spogliare la Chiesa di ogni risorsa, screditarla in ogni modo, ridurla a impotenza nel fare le opere del Vangelo, ma nessuno potrà toglierle il Vangelo, la gioia del suo Signore. Oggi siamo qui per ricordare il grande San Lorenzo e – di striscio – ricordiamo il meschino Valeriano che si illudeva della sua potenza e fu sconfitto da un uomo inerme. Nessun potente della terra potrà possedere per sempre il cuore dell’uomo attraverso la propaganda delle menzogne, con promesse truccate, democrazie apparenti. La coscienza può rimanere stordita anche per molto tempo, ma prima o dopo succede qualcosa che la risveglia e la rigenera, poiché alla sua radice vi è un nucleo indistruttibile: il desiderio della verità e il bisogno del bene. Nessuno s’illuda: il cristianesimo potrà essere ridotto in visibile minoranza, ma non potrà mai essere cancellato, perché il Signore ha detto “non temete, io sono con voi fino alla fine del mondo”, e perché l’animo umano è fatto per Dio. E questo è più forte di tutte le persecuzioni e di tutte le falsità che oggi circolano velocemente nell’aria.

2. Oggi – in nome di valori come l’uguaglianza, la tolleranza, i diritti …- si pretende di emarginare il cristianesimo, e si vuole creare un ordine mondiale senza Dio, dove le diversità da una parte vengono esaltate e dall’altra vengono schiacciate. Ciò vale per i cittadini del continente europeo e vale per i popoli e le Nazioni. Ma se guardiamo i risultati, dobbiamo concludere che si è partiti con buone intenzioni ma con decisioni sbagliate. La volontà prepotente di omologare, di voler condizionare le visioni profonde della vita e dei comportamenti, il sistematico azzeramento delle identità culturali, assomigliano non ad un cammino rispettoso verso un’Unione Europea armonica e solidale, certamente necessaria, ma piuttosto verso una dannosa rifondazione continentale che i popoli sentono pesante e arrogante, dove il cristianesimo viene considerato divisivo perché non si prostra agli imperatori di turno. La storia attesta che quando i potenti si concentrano sulla propria sopravvivenza per ambizioni personali, e rinunciano alla res publica, è l’ora della decadenza. Emarginare dalla sfera pubblica il cristianesimo è segno non di intelligenza ma di paura; è non comprendere, offuscati dai pregiudizi, che la società non può che averne del bene: sì, può averne del bene non perché se ne può servire in modo strumentale, ma perché la luce del Vangelo, non le inaffidabili maggioranze, ha creato la civiltà europea e il suo umanesimo. Più si studiano seriamente le origini dell’umanesimo e più si riconosce l’esistenza di qualcosa che non è solamente spirituale, ma è nettamente cristiano.

Il nostro continente, di fronte alle sfide odierne, balbetta perché è smarrito e intimorito: smarrito perché non sa più chi è avendo tagliato le sue origini culturali e religiose, fino a sentire vergogna delle proprie tradizioni, dei propri simboli e dei propri riti. E’solo una triste involuzione culturale o anche un debito che si paga a entità oscure? Una laicità che diventa laicismo, è ottusa, incapace di interpretare lo spirito di un Popolo, la sua storia: dove potrà condurlo? Il continente è anche intimorito perché rifiuta se stesso e quindi non ha più nulla da dire nel dialogo globale, nulla al di fuori dei soliti, inutili e “corretti”stereotipi. Si parla di valori, ma quali sono? Su che cosa sono fondati?

Il Signore ci aiuti a tornare saggi, di quella saggezza che non ha paura di Dio, che vede in Gesù la vera speranza. Che riconosce che il cristianesimo – lungi da qualunque biascicato oscurantismo – ha introdotto nella vita umana un elemento di libertà spirituale capace di elevare individui, popoli e nazioni. La crisi del mondo è innanzitutto una crisi spirituale: non ammettere questo significa non comprendere la gravità delle cose! Dobbiamo tornare a pensare con la nostra testa! La fede non azzera l’intelligenza, ma la cerca, la stimola, la apre sulla realtà. Le chiede di tradurla nella storia, la incoraggia a risvegliarsi dal sonno e reagire al mondo della falsità e degli slogans. San Lorenzo ha attinto la forza del martirio non da sé, ma da Cristo. Ogni vera grandezza nasce dalla grazia: questa dobbiamo invocare, di questa vivere: “Se uno serve me, il Padre lo onorerà”!

Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova


Pubblicato

Commenti

6 risposte a “Bagnasco, nella omelia della solennità di S.Lorenzo, perde la bussola e parla di un’Europa che discrimina il Cristianesimo”

  1. Avatar Gabriele
    Gabriele

    E voi quanto eravate distanti dalla proposta pastorale di Benedetto XVI?

  2. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Non dobbiamo stupirci di queste affermazioni. Sono il prodotto di una civiltà sopratutto
    occidentale che ha confuso riti,fede,tradizioni con l’essenza del messaggio del Cristo.
    e ne ha costruito un paradigma eurocentrico comportamentale sia rituale che teorico
    filosofico-teologico che alla luce dei cambiamenti di natura epocale in essere e dalle varie
    forme di violenza da essi determinati si dimostra totalmente inadeguato quanto impotente
    a governarli.Viene quasi d’obbligo ricorrere a il soccorso antropologico e spirituale dato
    da Balducci. Nella visione dell’uomo planetario, la giusta forma religiosa e culturale è quella
    in cui essa da orizzonte che tutto chiude, diventa semplice punto di appoggio e di orientamento
    per una nuova dimensione dello spirito. In questa impostazione il diverso non è più una
    minaccia,è un frammento arricchente nella ricerca della composizione del tutto. Per questo
    il rapporto con l’altro rappresenta la potenzialità obbiettiva di forme umane più alte,in cui le
    culture si comprendono l’una con l’altra, in cui le alterità non si annullano né si assimilano ma
    trovano la loro sintesi in una nuova identità culturale che le trascende senza venir meno
    alle loro memorie storiche.L’alterità è il veicolo della nostra dilatazione nota Balducci,
    perché comprendono l’altro che è in me ed è fuori di me io dilato me stesso,rimanendo
    altro dall’alto che ho compreso. L’altro che è in noi è quindi l’uomo del futuro, l’uomo
    inedito,l’uomo possibile,che ancora non è ma che sarà e di cui già oggi sembrano spuntare ,
    qua e là, i germogli. Assunto questo –profetico–elaborato da Balducci vien pure da dire
    utopistico alla luce degli scenari violenti che si traducono in morte distruzione e perpetuazione
    dell’odio e della vendetta.Sappiamo da quanto lontano provenga l’attuale violenza. Ha origine
    profonde in cui anche la Chiesa ahimè la stimolata costruita e alimentata spesso in passato
    da assoluta protagonista Bagnasco questo ben lo sa. Ecco quindi che partendo dalla distruzione
    delle –indie- spaventoso massacro genocidario fatto con croce in mano l’urgenza che quel evento
    spaventosamente tragico diventi motivo di crescita in umanità.La scoperta dell’America fu infatti
    ci fa notare ancora Balducci fu, l’evento inaugurale del mondo moderno sotto il duplice segno
    della negazione dell’altro–gli arabi,gli ebrei,gli indios–e della premura per la salvezza di tutti gli
    uomini, mediante il battesimo, prima, e poi mediante i principi dei diritti dell’uomo.Chiuso la
    parabola della modernità, superata la cultura del dominio, è tempo che il conquistatore e il conquistato
    –Cortes e Montezuma–.si riconoscono l’un l’altro come espressioni diverse di una medesima umanità,
    divenuta finalmente soggetto unico della propria storia. Anche e sopratutto la chiesa istituzionale deve
    rigenerarsi radicalmente uscire essa stessa dalle menzogne costruite nel corso dei secoli.
    Un caro saluto.

  3. Avatar Gabriele
    Gabriele

    Vittorio
    Il massacro genocidiario di cui parla fu dovuto al diffondersi di malattie verso cui gli indios non avevano anticorpi, non ad una volontà genocidiaria

  4. Avatar Gabriele
    Gabriele

    E comunque Cortes e Montezuma alla fine si son riconosciuti parte di una stessa umanità: i discendenti del secondo fanno parte davsecoli della nobiltà spagnola

  5. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Caro Gabriele mi permetta di muoverle alcuni appunti e non me ne abbia.
    Bartolomè de Las Casas Siviglia 1474-Madrid 1566 presenta la sua brevissima
    relaciòn de la destrucciòn de las Indios a Carlo V nel 1542: sono passati esattamente
    cinquant’anni dalla –scoperta– di Cristoforo Colombo, e l’America, il paradiso
    terreste magnificato dall’Ammiraglio e poi via via dai cronisti delle Indie, è divenuto
    uno spazio geografico a proposito del quale le parole più usate
    sono:–guerra-massacro-spogliazione-tortura-violenza-rogo-stupro-morte–.
    E il frate domenicano è il testimone oculare, il grande accusatore del più
    incredibile e barbaro genocidio che forse la storia ricordi. Lo letto e riletto
    più volte quel testo e le posso assicurare che non c’è documento di ricostruzione
    di fatti quanto raccapriccianti e genocidari costruito pur in quel contesto storico
    di tale lucidità documentale. Le tesi di Sepulveda e altri che parlano di morti
    a maggioranza dovute a malattie si fondano su congetture puramente funzionali
    a nascondere e sminuire l’immenso massacro. Per fare un plausibile paragone
    è come alcuni mi si perdoni; degeneri intellettuali e storici in passato come nel
    presente hanno tentato e tentano di dimostrare che lo sterminio di: Ebrei-Rom-Testimoni
    di Geova-comunisti,ecc. fatti nei campi di concentramento nazisti è un falso storico.
    Il riconoscimento di essere parte della stessa umanità: Cortes e Montezuma è un
    straordinario assioma balducciano in parte realizzato nei rapporti tra le creature umane
    ma la sua realizzazione su base planetarie alla luce degli oscuri scenari di violenza-sopraffazione
    odio, e razzismo più o meno enunciato richiede ancora tempo quanto enorme lavoro.
    Che ognuno di noi cerchi tutti i punti che uniscono e ce ne sono un universo per costruire una umanità
    nuova, pacificata, dove tutto sia determinato dall’agire secondo –coscienza– come ci ha trasmesso
    –quell’Ebreo marginale– che risponde al nome Di Gesù di Nazareth .
    Noi Siamo Chiesa è da tempo impegnata in questo le va dato grande merito,
    Un fraterno abbraccio a Vittorio Bellavite che mai ringrazierò a sufficienza per il lavoro preziosissimo
    che svolge e li stimoli che il suo infaticabile agire crea in tutti noi.
    E a Gabriele i più cari saluti.

  6. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    Caro Gabriele devo convenire a proposito della sua citazione a Benedetto XVI
    leggendo una breve ma densissima introduzione fatta
    dal Cardinale Silvano Piovanelli recentemente scomparso, a un testo di Zanotelli
    dal titolo assai significativo:voce dei poveri,voce di Dio,pubblicato nel 2007 dove citando
    Benedetto XVI scrive:Dio fa la scelta di schierarsi in difesi dei deboli,delle vittime degli ultimi:
    Questo è reso noto a tutti i re ,perché sappiano quale debba essere la opzione nel governo
    delle nazioni. Poi citando ancora testualmente Benedetto XVI in occasione dell’udienza
    con il corpo diplomatico ha dichiarato dinanzi agli ambasciatori dei 174 paesi accreditati
    in Vaticano scrive: Sulla base dei dati statistici disponibili, si può affermare che meno
    della metà delle immense somme globalmente destinate agli armamenti sarebbe molto
    più che sufficiente per togliere stabilmente dall’indigenza lo sterminato esercito dei poveri
    la coscienza umana ne è interpellata: Alle popolazioni che vivono sotto la soglia della
    povertà più a causa di situazioni dipendenti dai rapporti internazionali politici,
    commerciali e culturali che non a motivo di circostanze incontrollabili,il nostro
    comune impegno nella verità può e deve dare nuova speranza.
    Ho avuto nella circostanza della su storica rinuncia al papato asserire la sua notevole
    statura intellettuale teologica e morale, quanto poi essere sguarnito inanzi a prendere
    fondamentali decisioni per dare concretezza operativa alle sue stesse enunciazioni, sia
    all’interno della chiesa stessa che nei rapporti con il mondo.
    Un caro saluto

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