L’intervista
Bagnasco: «Accade qualcosa di diabolico, non lasciarsi sconcertare»
Il cardinale e presidente della Cei: «C’è una volontà di dividere per dare l’idea di un Papa solo. Siamo tutti amareggiati e faremo sentire la nostra vicinanza a Francesco». Al convegno nazionale di Firenze, martedì, i vescovi ribadiranno il loro sostegno al Papa
di Gian Guido Vecchi 8da “Corriere della sera” 6 novembre 2015)
«Prima di tutto vorrei esprimere l’amarezza di tutti noi, noi pastori, per il popolo di Dio. In questo momento viene alimentata la confusione, lo smarrimento, lo sconcerto. La gente semplice che dice: ma cosa accade?». Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, fa una pausa e sospira: «Sì, è qualcosa di veramente diabolico».
Diabolico, eminenza?
«Sì, alla lettera: qualcosa che divide e mira a dare l’immagine di una distanza tra il Papa e la Chiesa.Rappresentare il Santo Padre come fosse solo, senza il corpo episcopale accanto a sé, è un’assurdità che va respinta. Lo ribadisco, in particolare, a nome mio e dei vescovi italiani: al convegno nazionale di Firenze, martedì, glielo diremo e gli faremo sentire l’apprezzamento e la riconoscenza per la sua opera di guida della Chiesa. Confermeremo a Francesco la nostra vicinanza leale e affettuosa».
Vengono pubblicati documenti riservati, il Vaticano dice che sono «informazioni già note»: quelle che Francesco aveva chiesto all’inizio del pontificato per lottare contro gli sprechi…
«Questa è stata fin dal primo momento l’intenzione del Papa e dei suoi collaboratori, delle persone che sono attorno a lui. Il Santo Padre non è circondato da gente malsana, bisogna stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio, sarebbe ingiusto. Certo, fra tanti può esserci chi si comporta in modo scorretto, purtroppo anche questo fa parte dei processi di riforma, ma non deve scoraggiarci».
Hanno registrato Francesco di nascosto…
«Se è vero siamo al di fuori da ogni sensatezza. Vorremmo che la gente non si lasciasse sconcertare da comportamenti simili. Chi tradisce la fiducia del Santo Padre deve essere riprovato e perseguito. La nostra vicinanza va alla gente buona, a coloro che hanno fiducia in una Chiesa che qualcuno vuole screditare in questo modo. Pure con amarezza, guardiamo avanti».
Però gli sprechi ci sono stati, no?
«Il Santo Padre ha avviato diversi processi di revisione e riforma, è chiaro che non si attuano nel giro di pochissimi giorni. Ci possono essere rigurgiti o situazioni pregresse Siamo dentro ad un processo che Francesco sta portando avanti, e si può essere certi che continuerà a farlo con coraggio e determinazione. Il Papa, sicuramente, non si scoraggia».
Ma in che modo si vorrebbe «screditare» la Chiesa?
«Possono esserci dei cattivi esempi, certo, ma non si può fare una rappresentazione globale della Chiesa come se fossero tutti così. Questa enfasi, questo gettare ombre non va bene. Hanno cercato perfino di rappresentare l’obolo di San Pietro come un fondo nero che viene disperso per fini non corretti anziché per i poveri, non è accettabile: è finalizzato alla carità del Papa e il Santo Padre sa bene dove destinare i fondi per le opere buone».
Che cosa succederà al convegno della Cei?
«Anzitutto ascolteremo il Papa. C’è un programma aperto che attende indicazioni e riflessioni del Santo Padre. Il tema è ripensare alla luce di Cristo un umanesimo che sia realmente umano: quello che sta avanzando in Europa, lo vediamo, non rende l’uomo più felice né le società più giuste».
Ha partecipato all’ultimo Sinodo: ci sarà un Sinodo della Chiesa italiana?
«Lo vedremo. Del resto lo ha detto chiaramente il Papa nel discorso per i 50 anni del Sinodo, quando parlava di sinodalità anche nelle Chiese particolari e nelle conferenze episcopali. La Chiesa sinodale, il camminare insieme, è uno stile, un metodo che è già in atto e la Chiesa italiana vuole proseguire con sempre maggiore convinzione».
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