IN MERITO A BOSE
In vista delle prossima Pasqua o ci si incammina verso un confronto alla luce del sole o meglio sarebbe rinviare la Celebrazione per evitare di beffeggiare il Risorto.
Mi pare legittimo e doveroso, di fronte alla ormai misteriosa vicenda del Monastero di Bose e del fondatore Enzo Banchi, chiedere di porre fine, prima della prossima Pasqua, alla surreale e sconvolgente narrazione fatta dai giornali o dai comunicati più diversi, a partire dalla Segreteria Vaticana (il delegato pontificio Cencini, il Cardinal Parolin con assenso “informato” di papa Francesco) al sito della Comunità e, soltanto dal 6 marzo, dalle parziali dichiarazioni di Bianchi, che andrebbe comunque ascoltato. Cosa che risulta non essere mai stata fatta da parte di chi doverebbe mettere insieme le due versioni, se non pochissimi che hanno osato recarsi personalmente da Bianchi per fargli sentire l’umana vicinanza. La gente ha diritto di sapere cosa e perché è successo questo terremoto in una realtà monastica ove il Vangelo, ancor prima delle regole, dovrebbe ispirare e indicare la via della fraternità e dell’amore vicendevole. Pare che tutti si defilino se invitati ad adoperarsi per tentare di sanare la frattura e la frantumazione di una Comunità di cui la Chiesa tutta dovrebbe avere a cuore. “Se un membro soffre tutto il corpo soffre” o sono soltanto parole.. Siamo alle soglie della Settimana Santa e ovunque si leggeranno i racconti della Passione: con che coraggio potremo accompagnare Cristo a morire senza essere umanamente partecipi e vicini a chi oggi porta la croce della divisone, della poca chiarezza e del poco coraggio di riabbracciare i fratelli e le sorelle schiavi del proprio ego? Caro papa Francesco, dove sei, tu che in terre lontane ti rechi ad abbracciare e a domandare di costruire fraternità chiedendo perdono per le colpe passate? A pochi passi da casa tua, lasci che i nuovi Caino e Abele si facciano la guerra in attesa che le cose si aggiustino delegando, magari fidandoti ciecamente dei tuoi esecutori-referenti, anziché farti carico come un Padre farebbe coi suoi figli quando il rischio di una tragedia annunciata richiederebbe il sacrificio stesso del Padre pur di tentare il tutto e per tutto la strada della riconciliazione. Recati a casa loro o invitali insieme a casa tua. Ammesso che le parti desiderino davvero riabbracciarsi con il perdono reciproco. Impossibile esprimere un giudizio su una vicenda cosi complessa e sempre più misteriosa, divenuta troppo scandalosa agli occhi di chi vorrebbe ancora credere in una Chiesa accogliente, vera e coerente, nonché credibile.
Suggerisco di rileggere e pregare queste parole del vangelo di Matteo
“Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo”. (Matteo 18, 15-18)
E di non perdere altro tempo, ma riprendere il cammino nella verità e con tanta umiltà. Soltanto così avremo il diritto e la possibilità di celebrare una Pasqua autentica. È l’augurio accompagnato dalle preghiere di tantissime persone.
Ronco di Cossato, 21 marzo 2021 Per una nuova primavera dello Spirito!
don Mario Marchiori
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