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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Cappellani sì, militari no! Pax Christi e i Servi di Maria esprimono la loro posizione a favore della smilitarizzazione dei cappellani militari

Comunicato stampa Pax Christi
Cappellani sì, militari no!

Pax Christi Italia ha appreso che “il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di Intesa
tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze armate”.
Per ora le scarsissime notizie al riguardo non depongono a favore di un buon risultato
a proposito della smilitarizzazizone dei cappellani per la quale Pax Christi da molti anni ha
sollevato la questione.
L’ha fatto nel lontano 1995, in occasione del Convegno della Chiesa italiana a Palermo. Poi
in occasione del 30° anniversario della morte di don Lorenzo Milani, del Congresso Eucaristico di
Bologna (1997) e ancora nel novembre 1997, con un seminario di studio presso la casa per la Pace a
Firenze, promosso in collaborazione con il Centro Studi Economici e Sociali: Cappellani militari
oggi e… domani. (Gli atti sono disponibili sul sito di Mosaico di pace.)
La rivista Mosaico di pace ha più volte pubblicato interventi e contributi su questo argomento,
come il dossier “Sacerdoti, padri e generali”, del novembre 2013. Il 7 novembre 2015 si è tenuta
una giornata di studio sempre a Firenze.
La posizione di Pax Christi è sempre stata chiara: “Senza far uso strumentale della storia,
senza intenti di polemica fine a se stessa, Pax Christi chiede, nuovamente, che si ritorni a
discutere sul ruolo dei cappellani militari, non per togliere valore alla presenza e all’ annuncio
cristiano tra quanti, soprattutto giovani, stanno vivendo la vita militare, ma per essere più liberi,
senza privilegi e senza stellette.”
Come già scritto nel comunicato dell’8 novembre 2015: ”L’annuncio evangelico è
inconciliabile non solo con la guerra ma anche con la stessa appartenenza ad una struttura come
quella militare, ancora più nella situazione attuale, in cui non esiste più un esercito di leva ma
solo di professionisti.”
E ancora: “Come conciliare Vangelo e stellette, coscienza e obbedienza a ordini militari e di
guerra? Si può benedire una guerra? Perché una Diocesi Militare? E il comandamento non
uccidere? E l’amore per il nemico“?
Pax Christi si augura che ci sia ancora possibilità di modificare questa intesa il cui
contenuto sarà sottoposto alla firma delle due parti, Stato e Santa Sede, e dovrà essere recepito con
apposito disegno di legge. Rinnova la sua disponibilità a riflettere insieme e a contribuire alla
definitiva stesura dell’intesa in modo limpido e sinodale, anche per evitare si ripeta quanto è
successo con la nomina di Papa Giovanni XXIII a patrono dell’esercito italiano.
In questa Quaresima, che si apre con una giornata di preghiera e digiuno per la pace in
Africa e nel Medio Oriente, la smilitarizzazione dei cappellani può essere un gesto
significativo di conversione al Vangelo dell’amore che rischia di raffreddarsi per “il dilagare
dell’iniquità”, ha scritto il papa nel suo messaggio per la Quaresima richiamandosi a Matteo 24,12.
L’avidità di denaro, infatti, si tramuta in violenza contro la terra avvelenata, i mari inquinati che
ricoprono i resti di tanti naufraghi e i cieli “solcati da macchine che fanno piovere strumenti di
morte”.
A 25 anni dalla sua morte, ricordiamo le parole di don Tonino Bello, che intervistato da
Panorama il 28 giugno 1992 sui cappellani militari, si dichiarava sensibile soprattutto ai costi
relativi alla credibilità evangelica ed ecclesiale.
Per lui, e per noi, è necessario mantenere un servizio “pastorale” distinto dal ruolo militare.
“Accade già nelle carceri”, osservava: “non si vede per quale motivo non potrebbe accadere anche
nelle forze armate. Cappellani sì, militari no ”.

Firenze, 14 febbraio 2018                                      Pax Christi Italia
_____________________________
Contatti:
Segreteria Nazionale di Pax Christi: 055/2020375 info@paxchristi.it
Coordinatore Nazionale di Pax Christi: d. Renato Sacco 348/3035658 drenato@tin.it

Lettera dei Servi di Maria sui cappellani militari

CARD: ROBERT SARAH

Prefetto della Congregazione  per il culto divino

 CARD. GUALTIERO BASSETTI

Presidente della conferenza episcopale italiana

 

Come commissione Giustizia e pace dell’Ordine dei Servi di Maria della Provincia di Lombardia e Veneto ci uniamo alla “Lettera aperta a papa Giovanni”, promossa da PAX CHRISTI e da autorevoli voci sottoscritta, per esprimere fermamente anche il nostro aperto dissenso circa la nomina di papa Giovanni a “Protettore presso Dio dell’esercito italiano”.

Francamente ci sembra che ci siano metodi evangelicamente più sani per onorare il culto divino, piuttosto che manipolare l’identità dei santi, deturpando il volto di un grande testimone e promotore di pace di questo nostro tempo.

Per quanti hanno veramente a cuore la pace nel mondo di papa Giovanni rimane prima di tutto il pressante richiamo evangelico a rilanciare attraverso il dialogo a tutti i livelli la divina legge della cooperazione tra i popoli di tutte le religioni e di tutte le culture (in terris), abbandonando la via della competizione, della conflittualità e della guerra.

La smobilitazione degli eserciti è naturale conseguenza (Is 2,4); la loro sacralizzazione, affidandogli un santo patrono, peccato grave.

La motivazione addotta per siffatta nomina che san Giovanni XXIII ha fatto il cappellano militare durante la prima guerra mondiale ci induce, ancora una volta, a chiedere con tutte le nostre forze che vengano radicalmente riviste le modalità del servizio pastorale nelle caserme, certamente possibile da parte dei sacerdoti anche dalle parrocchie e dai conventi, senza essere inseriti nella struttura militare con privilegi annessi e connessi e le connivenze che ne conseguono.

Superate le due guerre mondiali, il cui contesto era tragicamente diverso, molti di noi sono almeno quarant’anni che continuano a dire che i cappellani militari sono uno degli insulti più gravi che si possa fare al Vangelo di Cristo. Fino a quando la nostra Chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo, sapientemente animata dall’azione pastorale di papa Francesco, dovrà sopportare questo scandalo?

Il giorno, in cui i cappellani militari ritorneranno alle parrocchie e dalle parrocchie si provvederà al servizio pastorale nelle caserme, sarà un primo grande passo verso una maggiore coerenza con il Vangelo di pace. Allora anche papa Giovanni, nonostante l’ingrato compito affidatogli, tornerà finalmente a sorridere.

per la commissione Giustizia e pace O.S.M. di Lombardia e Veneto

  1. Antonio M. Santini.

Vicenza, 18.10.2017


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