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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

“Salviamo la Chiesa” è l’ultimo libro di Hans Kung

HANS KüNG: “Ratzinger ha fallito”

Il saggio del teologo Küng affronta gli abusi sessuali e la crisi del cattolicesimo Quello che rende malata la situazione attuale è il monopolio del potere e della verità, il clericalismo, la sessuofobia e la misoginia Il papato deve essere rinnovato, ai sacerdoti non si può negare il calore di una famiglia ed è necessaria l´ordinazione femminile.

Nella situazione attuale non posso assumermi la responsabilità di tacere: da decenni, con successo alterno e, nell´ambito della gerarchia cattolica, modesto, richiamo l´attenzione sulla grande crisi che si è sviluppata all´interno della Chiesa, di fatto una crisi di leadership. È stato necessario che emergessero i numerosi casi di abusi sessuali in seno al clero cattolico.

Il manifesto di Küng

Abusi occultati per decenni da Roma e dai vescovi in tutto il mondo, perché questa crisi si palesasse agli occhi di tutti come una crisi sistemica che richiede una risposta su basi teologiche. La straordinaria messinscena delle grandi manifestazioni e dei viaggi papali (organizzati di volta in volta come “pellegrinaggi” o “visite di Stato”), tutte le circolari e le offensive mediatiche non riescono a creare l´illusione che non si tratti di una crisi durevole. Lo rivelano le centinaia di migliaia di persone che solo in Germania nel corso degli ultimi tre anni hanno abbandonato la Chiesa cattolica, e in genere la distanza sempre maggiore della popolazione rispetto all´istituzione ecclesiastica.
Lo ripeto: avrei preferito non scrivere questo testo.
E non l´avrei scritto:
1) se si fosse avverata la speranza che papa Benedetto avrebbe indicato alla Chiesa e a tutti i cristiani la strada per proseguire nello spirito del concilio Vaticano. L´idea era nata in me durante l´amichevole colloquio di quattro ore avuto con il mio ex collega di Tubinga a Castel Gandolfo, nel 2005. Ma Benedetto XVI ha continuato con testardaggine sulla via della restaurazione tracciata dal suo predecessore, prendendo le distanze dal concilio e dalla maggioranza del popolo della Chiesa in punti importanti e ha fallito riguardo agli abusi sessuali dei membri del clero in tutto il mondo;
2) se i vescovi si fossero davvero fatti carico della responsabilità collegiale nei confronti dell´intera Chiesa conferita loro dal concilio e si fossero espressi in questo senso con le parole e con i fatti. Ma sotto il pontificato di Wojtyla e Ratzinger la maggior parte di loro è tornata al ruolo di funzionari, semplici destinatari degli ordini vaticani, senza dimostrare un profilo autonomo e un´assunzione di responsabilità: anche le loro risposte ai recenti sviluppi all´interno della Chiesa sono state titubanti e poco convincenti;
3) se la categoria dei teologi si fosse opposta con forza, pubblicamente e facendo fronte comune, come accadeva un tempo, alla nuova repressione e all´influsso romano sulla scelta delle nuove generazioni di studiosi nelle facoltà universitarie e nei seminari. Ma la maggior parte dei teologi cattolici nutre il fondato timore che, a trattare criticamente in modo imparziale i temi divenuti tabù nell´ambito della dogmatica e della morale, si venga censurati e marginalizzati. Solo pochi osano sostenere la KirchenVolksBewegung, il Movimento popolare per la riforma della Chiesa cattolica diffuso a livello internazionale. E non ricevono sufficiente sostegno nemmeno dai teologi luterani e dai capi di quella Chiesa perché molti di loro liquidano le domande di riforma come problemi interni al cattolicesimo e nella prassi qualcuno talvolta antepone i buoni rapporti con Roma alla libertà del cristiano.
Come in altre discussioni pubbliche, anche nei più recenti dibattiti sulla Chiesa cattolica e le altre Chiese la teologia ha avuto un ruolo ridotto e si è lasciata sfuggire la possibilità di reclamare in modo deciso le necessarie riforme.
Da più parti mi pregano e mi incoraggiano di continuo a prendere una posizione chiara sul presente e il futuro della Chiesa cattolica. Così, alla fine, invece di pubblicare articoli sparsi sulla stampa, mi sono deciso a redigere uno scritto coeso ed esauriente per illustrare e motivare ciò che, dopo un´attenta analisi, considero il nocciolo della crisi: la Chiesa cattolica, questa grande comunità di credenti, è seriamente malata e la causa della sua malattia è il sistema di governo romano che si è affermato nel corso del secondo millennio superando tutte le opposizioni e regge ancora oggi. I suoi tratti salienti sono, come sarà dimostrato, il monopolio del potere e della verità, il giuridismo e il clericalismo, la sessuofobia e la misoginia e un uso della forza religioso e anche profano. Il papato non deve essere abolito, bensì rinnovato nel senso di un servizio petrino orientato alla Bibbia. Quello che deve essere abolito, invece, è il sistema di governo medievale romano. La mia “distruzione” critica è perciò al servizio della “costruzione”, della riforma e del rinnovamento, nella speranza che la Chiesa cattolica, contro ogni apparenza, si mantenga vitale nel terzo millennio.
[* * *]
Certamente alcuni sacerdoti vivono la loro condizione di celibato apparentemente senza grossi problemi e molti, a causa dell´enorme carico di lavoro che grava su di loro, non sarebbero quasi in grado di preoccuparsi di una vita di coppia o di una famiglia. Viceversa, il celibato obbligatorio porta anche a vivere situazioni insostenibili: parecchi sacerdoti desiderano ardentemente l´amore e il calore di una famiglia, ma nel migliore dei casi possono solo tenere nascosta un´eventuale relazione, che in molti luoghi diventa un “segreto” più o meno pubblico. Se poi da una relazione nascono dei figli, le pressioni provenienti dall´alto inducono a tenerli nascosti con conseguenze devastanti sulla vita degli interessati.
La correlazione tra gli abusi sessuali dei membri del clero a danno di minori e la legge sul celibato è continuamente negata, ma non si può fare a meno di notarla: la Chiesa monosessuale che ha imposto l´obbligo del celibato ha potuto allontanare le donne da tutti i ministeri, ma non può bandire la sessualità dalle persone accettando così, come spiega il sociologo cattolico della religione Franz-Xaver Kaufmann, il rischio della pedofilia. Le sue parole sono confermate da numerosi psicoterapeuti e psicanalisti.
È auspicabile che sia reintrodotto il diaconato femminile, ma tale misura, da sola, è insufficiente: se non viene accompagnata dal permesso di accedere al presbiterato (sacerdozio), non condurrebbe a una equiparazione dei ruoli bensì a un differimento dell´ordinazione femminile. Un servizio che dà loro la stessa dignità degli uomini, completamente diverso dalla posizione e dalla funzione subalterna che recentemente ricoprono numerose donne dei “movimenti” nell´ambito della curia romana. Che in seno alla Chiesa cattolica la resistenza, e in determinate circostanze anche la disobbedienza, possano pagare, è dimostrato dall´esempio delle chierichette. Anni fa, il Vaticano vietò a bambine e ragazze di servir messa. L´indignazione del clero e del popolo cattolico fu grande e in molte parrocchie si continuò semplicemente a tenerle. A Roma la situazione venne da principio tollerata, infine accettata. Così cambiano i tempi. Anzi, un articolo uscito il 7 agosto 2010 sull´Osservatore Romano ha elogiato questa evoluzione come il superamento di un´importante frontiera poiché oggi non si può più ascrivere alla donna alcuna “impurità” e in questo modo è stata eliminata una “disuguaglianza profonda”. Quanto tempo ci vorrà ancora perché in Vaticano capiscano che lo stesso argomento vale per la consacrazione sacerdotale, meglio l´ordinazione femminile? Molto dipende dalla posizione e dall´impegno dei vescovi.

FONTE: Repubblica,SABATO, 01 OTTOBRE 2011

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Commenti

4 risposte a ““Salviamo la Chiesa” è l’ultimo libro di Hans Kung”

  1. Avatar Gianluigi
    Gianluigi

    Francamente non conoscevo Kung ma, grazie al sito di un sacerdote “ribelle” dove era pubblicata una recensione del libro, sono andato in libreria e l’ho acquistato e letto in due giorni.
    All’inizio mi son detto “questo libro è pieno delle solite cose trite e ritrite” ed invece andando avanti ho scoperto un mondo tanto che oggi andrò a comperare un’altro libro di Kung.
    Lascia pieni di tristezza constatare quanto abbia ragione questo teologo.
    Un esempio lampante di quanto questo papa sia forse peggio del precedente mi pare quello della nomina di Scola alla curia milanese per la quale avrei auspicato un uomo diverso invece di un individuo vicinissimo a CL tanto che negli scritti in preparazione del meeting di quest’anno (dal linguaggio talmente ostico da risultare respingenti, che ricevetti da una collega dopo aver partecipato – viste le insistenza – ad un incontro della scuola di comunità che mi pareva una riunione massonica) c’era una suo messaggio.

  2. Avatar silvana sartori
    silvana sartori

    Questo come altri libri dell’autore sono squarci in un cielo plumbeo e soffocante.
    se altri facevano luce sui percorsi interni della fede intimi diciamo, questo ci chiama alla ” ribellione” non fuori della Chiesa ma dentro. Io s,ono uscita dalla Chiesa, come praticante per non essere più conteggiata nel mercato dei benefit nei finanziamenti dello Stato Italiano alla Chiesa Romana, per l’8 per mille ecc.. Mi preme non partecipare e trovo un po’ comodo starsene fuori a guardare l’acqua del fiume che passa, sperando di veder passare il cadavere del nemico! Kung ci richiama dentro, ci dice che occorre premere dall’interno: riprendiamoci le nostre chiese, non i muri ma la comunità che esse possono rappresentare. Vorrei farlo,poi leggo una lettera al giornale “Adige” di Trento dove una persona che stimo come vero cristiano, Silvano Bort, viene dissuaso dal partecipare al quella larva di istituzione democratica che è il consiglio pastorale in una parrocchia; perchè? Perchè potrebbe creare dissenso, disturbo ,turbare la quieta serenità di un ente che si limita ovunque a gestire i beni materiali più che spirituali della Chiesa locale (ne ha molti ovunque!) Allora che facciamo: ci andiamo ugualmente nei Consigli Pastorali? Ne fondiamo di ” ombra”^? Ce ne freghiamo e preghiamo il nostro Dio nelle nostre stanze sui nostri privatissimi tappeti-deserti?

  3. Avatar agostino monti terrani
    agostino monti terrani

    Ho letto più che ho potuto del libro “Salviamo la Chiesa” di Hans Kung. Il suo stile mi fa venire in mente gli articoli dei giornaletti di sinistra, i talk show delle televisioni, le argomentazioni della Concitata ex direttrice dell’Unità, simpatica, travolgente e sempre senza argomenti o pensieri profondi (esiste ancora in Italia un pensiero di sinistra che non sia soltanto irrisorio?). Le argomentazioni di Hans Kung, certamente sofferte, certamente da considerare, in me, avido lettore di storia della Chiesa e di magnifici testi medioevali, hanno prodotto ragionamenti opposti alle sue tesi. Egli è bravo scrittore, bravo polemista, ma poco teologo, scarso filosofo e con ogni probabilità completamente digiuno di tutta la letteratura greca e latina che nel glorioso medioevo (che cos’è il medioevo?) ha trattato gli stessi problemi. Devo dire che io sono teologo e filosofo peggiore di Hans Kung, ma di una cosa sono certo: non saremo nè io nè lui a salvare la Chiesa.

  4. Avatar Alessandro Brunelli
    Alessandro Brunelli

    Grazie Agostino Monti Terrani! Io non ho potuto leggere testi di teologi medievali, sono un semplice credente con qualche lettura storica della chiesa. Intuisco peró anche io uno scontro di comprensione della Storia della chiesa in Küng. Quando poi parla del Papà come “collega” anche se coetaneo e amico o quando parla della sua opera omnia e sempre di se, allora si vede di che pasta ė fatto questa persona che sarà teologo ma dove sono i frutti personali della fede se morirà rancoroso e forse pure invidioso?

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