Alcune osservazioni sulla Nota della CEI del
giugno 2007 di sintesi del Convegno di Verona di ottobre.
L’ho letta con pazienza. Anzitutto bisognerebbe proporre di scrivere
testi meno lunghi e ripetitivi. Infatti, chi poi li legge ?
Ciò premesso queste le mie osservazioni :
1) c’è una parte iniziale con un eccessivo compiacimento sulla
situazione della Chiesa in Italia oggi. E’ la ripetizione di quello che
sostiene da tempo il Card. Ruini (anche a Verona), ripreso da Benedetto XVI ,
o è un dato che è emerso dal convegno e che è verificabile in riscontri
oggettivi ?
2) c’è poi una lunga trattazione sulla speranza e sulla missionarietà.
Ma questi punti potrebbero andare bene anche tra vent’anni fa o potevano
andare bene vent’anni fa. Cioè non sono calati nella storia . Un Convegno di
questo tipo non dovrebbe servire a confrontarsi coi problemi pastorali
dell’oggi in una determinata situazione?. Ciò avvenne nel primo convegno
della Chiesa italiana nel ‘76
a Roma.
3) Appunto sull’oggi si rivela l’inconsistenza del documento . Grandi
questioni che interpellano la coscienza cristiana oggi in Italia non
esistono. Per esempio : il rapporto Nord-Sud, la guerra ed il riarmo, la
mafia che domina in ampi spazi della nostra società, i fenomeni di illegalità
diffusa, la precarietà nel lavoro, la cultura leghista o gli effetti deleteri della cultura del
berlusconismo del denaro, dell’immagine, dell’individualismo sfrenato. O
meglio esistono, tre righe nel cap. 19. A me avevano detto che almeno i problemi
erano stati posti dal basso nello scarso tempo dedicato al dibattito.
4)ed i problemi interni alla Chiesa ? il problema dell’ascolto e
del pluralismo ? perchè il dissenso deve rimanere nelle sacrestie oppure
ignorato ed emarginato come non fosse una risorsa preziosa per la Chiesa ? il ruolo della
donna non viene nemmeno citato. La gestione dei beni ? l’ottopermille
? niente di niente. Ed una qualche riflessione non enfatica sui
movimenti ? E i missionari che sono stati praticamente esclusi dal
convegno ? Potrei continuare.
5) alla fine
si parla di una maggiore unità nella Chiesa ad ogni livello. Che significa ?
tutto omogeneizzato dalla linea gerarchica che guarda con un occhio di
previlegio ai movimenti ? Ma il pluralismo ? la ricchezza di una ricerca con
diverse sensibilità in una unica tensione non sono valori ? ed il rapporto
con la politica ? Le solita falsa neutralità che nasconde, di fato, un
orientamento che favorisce la destra e crea sempre diffidenza nei confronti
della sinistra (basta leggere l’Avvenire).
6) su trentuno citazioni venti sono di Benedetto XVI (più
una del Card. Ratzinger), due del Concilio e poi altre della CEI ecc…Oltre
che una deviazione teologica non è questa
anche una mancanza di buon
gusto ?
E poi che senso ha scrivere le
conclusioni del Convegno otto mesi dopo e da parte della gerarchia
dopo che nel convegno era stato proibito di presentare testi, mozioni o
altro, per lasciare poi tutto alle conclusioni di Ruini e del Papa ? Sarebbe
questo il popolo di Dio ?
Prima di Verona avevo promosso un Appello che raccolse 566 firme
in cui si ponevano dei problemi e si facevano delle domande. Inesistente,
censurato, autocensurato. Noi che l’abbiamo firmato non avevamo fatto fatica
a fare previsioni negative a partire da come era stato organizzato il
convegno.
Certo resta la speranza, questa c’è sempre e poi lo Spirito soffia
dove vuole anche al di fuori della pochezza di chi guida la Chiesa.
Luglio 2007
Vittorio Bellavite, coordinatore di “Noi Siamo Chiesa”
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