Nuova Costituzione europea: le chiese non pretendano ruoli speciali e
non facciano campagne. E’
sufficiente testimoniare la
Parola "povera" di Gesù di Nazareth
"Noi Siamo Chiesa" fa parte di quell’area dell’opinione
pubblica, da sempre europeista, che è ora fortemente critica nei confronti
della nuova Costituzione che oggi viene firmata a Roma. I punti di dissenso
riguardano il metodo poco democratico con cui essa è stata redatta, il suo
impianto generale ispirato al liberismo economico, la debolezza della tutela
effettiva dei diritti sociali e l’assenza di un esplicito rifiuto della
guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
In questo contesto "Noi Siamo Chiesa" intende ribadire con
forza la sua contrarietà alla campagna gestita con grande dispendio di
energie dal Vaticano e dall’ala più conservatrice della Chiesa cattolica, con
l’appoggio di alcune chiese protestanti, a favore dell’introduzione del
riferimento alle "radici cristiane " nel nuovo testo.Riteniamo
però importante che questa campagna sia l’occasione per ripensare assieme a
tutta la comunità cristiana quali siano i veri valori le vere radici
cristiane. Pensiamo infatti che il riferimento ai valori umani della
libertà, della pace e della solidarietà nella nuova Costituzione sono gli
unici che dovrebbero interessare e che sono valori anche profondamente
evangelici. Non servono rivendicazioni che sono molto discusse dal punto di
vista del loro apporto positivo alla storia del nostro continente e che sono
suscettibili di creare oggi ostilità diffuse e gerarchie tra le religioni.
Molti cristiani al massimo livello di responsabilità hanno contribuito
e contribuiscono a promuovere l’Europa. Non esiste in Europa -riteniamo-
alcuna pregiudiziale campagna anticattolica od anticristiana, semmai esistono
poteri ecclesiastici che pretendono ancora discutibili ruoli garantiti nelle
istituzioni. Di ciò è incontrovertibile testimonianza la stessa nuova
Costituzione nel suo art. 51. Esso "rispetta e non pregiudica" tutte
le situazioni di privilegio di cui le chiese godono ora in base agli
specifici sistemi giuridici nazionali; inoltre riconosce "l’identità ed
il contributo specifico" delle chiese ed impegna l’Unione Europea a
"mantenere con esse un dialogo aperto, trasparente e regolare".
Questo articolo è la conseguenza di una pressione delle chiese, poco
conosciuta, forte e di lunga durata, per ottenere un ruolo separato e
dominante nel rapporto con le istituzioni europee rispetto a quello normale
di altri soggetti della società civile .
"Noi Siamo Chiesa" ritiene che i credenti debbano
testimoniare la loro fede nella vita sociale e politica ispirandosi solo alla
parola "povera" di Gesù di Nazareth e che le chiese debbano
abbandonare le logiche ecclesiastiche della ricerca di privilegi e dei ruoli nelle istituzioni .
"Noi Siamo
Chiesa”
(aderente all’International Movement We Are
Church-IMWAC)
Roma, 29
ottobre 2004
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