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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Manifesto del Movimento Internazionale “Noi Siamo Chiesa”

 

Manifesto del Movimento Internazionale
"Noi Siamo Chiesa"

 

Roma,
12 ottobre 1997

Questo documento è stato
approvato dai 500 partecipanti al primo Incontro internazionale di "WE ARE
CHURCH" (International Movement We Are Church) tenutosi a Roma nell’ottobre
1997. Durante l’incontro sono state consegnate al Papa i due miloni e mezzo di
firme di adesione all"Appello dal popolo di Dio" raccolte in tredici
diversi paesi

Qui in Roma, trentacinque
anni fa, Giovanni Paolo XXIII aprì il Concilio Ecumenico Vaticano II.
Cattoliche e cattolici di tutto il mondo hanno fondato su quest’evento la
speranza di una Chiesa più credibile, più libera, di una Chiesa di fratelli e
sorelle, povera ed al servizio di tutti.

Pertanto:

– è
necessario ed urgente che nella Chiesa cattolica tutte le persone siano
benvenute con la loro storia di vita, con la loro immagine di Dio, con i loro
desideri di comunità;

– è
necessario ed urgente che la
Chiesa
sappia esprimere l’azione creatrice del Dio
misericordioso, che operi per la riconciliazione e rifletta l’amore
incondizionato di Gesù Cristo per tutte le persone;

– è
necessario ed urgente che la
Chiesa
ponga la centro della sua vita l’impegno per la
giustizia e la pace e la solidarietà con gli esclusi della terra.

Con la certezza che lo Spirito
di Dio sta spingendo la sua Chiesa su nuovi sentieri, milioni di cristiani/e di
15 diverse nazioni hanno sottoscritto le cinque istanze dell’Appello del popolo
di Dio:

1)
per la costruzione di una Chiesa di fratelli e sorelle nell’uguaglianza di
tutti i battezzati e di tutte le battezzate e dunque coinvolgimento del popolo
di Dio nella scelta dei suoi vescovi;

2)
per l’uguaglianza dei diritti di uomini e di donne e quindi per l’accesso delle
donne a tutti i ministeri ecclesiali;

3)
per una libera decisione della propria condizione di vita — celibato o
matrimonio — per tutti quegli uomini e tutte quelle donne che si pongono al
servizio della Chiesa;

4)
per una valutazione positiva della sessualità e per il riconoscimento della
coscienza personale;

5)
per il dialogo, per la libertà di parola e di pensiero — soprattutto per i
teologi e le teologhe — escludendo minacce od emarginazioni per risolvere i
problemi.

Noi, qui riuniti,
rappresentiamo le donne e gli uomini che hanno firmato l’Appello. Parliamo in
loro nome e dichiariamo di voler continuare il nostro cammino all’interno
della Chiesa cattolica. Il nostro sogno e il nostro proposito è che l’alba del
terzo millennio si apra con un Concilio genuinamente universale in cui tutte le
confessioni cristiane si comportino da uguali nella ricerca della pace e
dell’amicizia tra di loro, in dialogo e rispetto con le altre religioni e al
servizio del mondo
. In questa prospettiva sosteniamo l’iniziativa lanciata
dal Consiglio Ecumenico delle Chiese di avviare nel Duemila un processo che
porti questo Concilio. Per questo preghiamo e invochiamo il Signore che
"ha rovesciato i potenti dal trono ed ha innalzato gli umili" (Luca
1,52).


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