"Una legge fondata
sulla condizione di privilegio di cui gode in Italia la Chiesa cattolica"
Dichiarazione del movimento
"Noi Siamo Chiesa" sulla approvazione della legge di assunzione a
tempo indeterminato degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole
statali
La nuova legge
sull’inserimento negli organici della scuola a tempo indeterminato degli
insegnanti di religione cattolica entra a fare parte dell’insieme di accordi
tra la Repubblica
italiana e la Chiesa
cattolica che traggono il loro fondamento nel nuovo Concordato Craxi–Casaroli
del 1984, che consolida e modernizza la posizione di privilegio della Chiesa
nel nostro ordinamento giuridico.
Il movimento "Noi Siamo
Chiesa" condivide da sempre l’opinione dei cattolici anticoncordatari
che si richiamano direttamente al Concilio Vaticano II che auspica ( Gaudium
et Spes, cap.76) che la
Chiesa rinunci a ruoli e a diritti che possano fare
dubitare della sincerità della sua testimonianza. Riflettendo sui rapporti
tra le istituzioni civili e la comunità dei credenti, chi è contrario al
Concordato sostiene che l’evangelizzazione richiede coerenza nelle opere,
gratuità nell’annuncio e non privilegi, ruoli garantiti o risorse pubbliche
di qualsiasi tipo.
Quindi la critica alla legge
approvata deve estendersi, per coerenza, a tutto il sistema dei rapporti
Stato-Chiesa cattolica; ma non tutti gli oppositori della legge, in
Parlamento e fuori, si sono pronunciati in questo senso.
In particolare, l’Intesa del
1985 conseguenza del Concordato del ’84, che prevede l’insegnamento
facoltativo della religione cattolica nelle scuole pubbliche di ogni ordine e
grado, ha dato vita ad una situazione che crea dubbi e disagi in molti
operatori della scuola ed anche in chi nel mondo cattolico riflette con
sincera preoccupazione su come proporre la catechesi giovanile. Infatti il
sistema in vigore da una parte neppure affronta il problema della diffusa
ignoranza in materia di fatto religioso e di storia delle religioni tra la
generalità della popolazione studentesca, dall’altra non risolve affatto il
problema della formazione religiosa che è compito fondamentale della famiglia
e della Chiesa.
La norma poi che prevede che
l’insegnante di religione a cui sia stata revocata l’idoneità da parte del
Vescovo o che risulti in esubero, prioritariamente ad altre forme di
mobilità, può comunque ( art. 4, terzo comma) continuare ad insegnare senza
ulteriore concorso, se in possesso dei requisiti, costituisce uno
scavalcamento di sicura incostituzionalità dei vincitori di concorso che da tempo,
sempre più numerosi, aspettano invano l’immissione in ruolo.
La legge è passata anche
grazie ad una lobby assillante e ininterrotta dei vertici della CEI che
"Noi Siamo Chiesa" ritiene del tutto criticabile perché espressione
di un rapporto particolare con questa maggioranza di governo che,
dall’appoggio alla guerra in Iraq alla politica sull’immigrazione fino alle
continue offese alla lettera ed allo spirito della Costituzione repubblicana,
si caratterizza per contenuti antitetici ai valori evangelici.
Roma, 16 settembre 2003
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