Ho frequentato Valentino negli anni ’70 si tempi del Pdup/DP, poi ci siamo visti poco, due mesi fa gli avevo telefonato per chiedergli di riprendere a scrivere sul Manifesto a tempo pieno.
Valentino, oltre la passione disincantata di comunista e di giornalista, era umanamente interessante: i suoi ricordi della Libia, la sua sigaretta intrecciata sempre tra le sue dita, il suo rifiuto ad usare la comunicazione online e tanto altro.
Io rappresentavo, con altri, la componente cattolica della sinistra alternativa. Valentino si interrogava, con molta curiosità, su quella che appariva a quei tempi come una irregolarità per la vulgata marxista. E allora chiedeva, ascoltava e faceva ipotesi sulla questione cristiana più di qualsiasi altro tra i fondatori e i giornalisti del Manifesto di allora.
Un abbraccio , Valentino, grazie, io penso che da qualche parte ci sei ancora, ci osservi da una diversa dimensione dell’essere.
Vittorio Bellavite- Milano
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