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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Finalmente il Concilio va su Internet!

 EVVIVA: INTERNET E IL CONCILIO

 A 51 anni dall’indizione del concilio Vaticano II, il 25 gennaio si è avviato un sito Internet dallo squillante titolo www.vivailconcilio.it. L’immediatezza del linguaggio telematico dà voce a una vasta area di cattolici italiani non disponibili a ridurre l’evento conciliare ai limiti, ai condizionamenti e alle prudenze di cui oggi è circondato. La ricezione è atto più ampio, spiritualmente e pastoralmente decisivo, rispetto alle pur ragionevoli paure di deviazioni e insufficienze. I 70.000 contatti che in pochi giorni il sito ha conosciuto testimoniano di una domanda che va oltre il dibattito su «continuità-discontinuità» del Vaticano II rispetto alla tradizione precedente e oltre gli stessi confini nazionali. La pagina si apre con la scintillante interpretazione dell’aula conciliare del pittore Lello Scorzelli e suggerisce l’accesso ad alcune rubriche e al settore documenti ed eventi. Fra le rubriche: l’editoriale, le perle del Concilio (passi di particolare valore), le bolle del Concilio (battute e curiosità dei padri conciliari), l’invito alla lettura (testi di commento). Fra le fonti: i 16 documenti conciliari, alcuni interventi dei pontefici e dei vescovi, studi di approfondimento, video e immagini del Concilio.

L’idea nasce all’interno dell’Associazione teologica italiana (ATI) dopo una settimana di studi sulla Lumen gentium (Camaldoli, agosto 2009) e   all’associazione fanno capo cinque dei nove membri del comitato promotore (G. Canobbio, P. Coda, S. Dianich, M. Nardello, M. Vergottini). Gli altri sono i «padri nobili»: dai cardd. C.M. Martini e R. Tucci a mons. L. Bettazzi e al teologo G. Routhier. Sono una trentina i vescovi che hanno accompagnato favorevolmente l’avvio del sito, fra cui i cardd. R. Etchegaray, S. Piovanelli, A. Silvestrini, D. Tettamanzi e i monss. C. Celli, G. Ravasi e L. Capovilla. Ma il processo di preparazione non è stato privo di remore e difficoltà. Qualche timore riguardava l’eventuale forma oppositiva del sito ad altre posizioni ecclesiali (anche solo per logica della rete e dei condizionamenti mediali), un eccesso di esposizione delle istituzioni accademiche, una possibile impressione di minore impegno sul lavoro di ricerca proprio del teologo. Alla fine il prodotto ha preso forma grazie all’entusiasmo del coordinatore, M. Vergottini, e alla competenza tecnica di don M. Nardello. Con alcuni indirizzi precisi: si tratta di uno strumento divulgativo e non di una testata specialistica; non è espressione di una singola teologia o di una sola interpretazione del Concilio, ma memoria dell’intero evento; i contributi ospitati devono rispondere a criteri di serietà e compostezza; sia lo strumento sia alcune rubriche (video, foto ecc.) sono finalizzati a un pubblico giovane più a suo agio all’incrocio degli strumenti mediatici. Nato come invenzione di alcuni, si è già collocato nel centro dell’interesse ecclesiale. Un’adesione come quella del card. T. Bertone lo dimostra. Nel dialogo del card. Tettamanzi con i direttori delle maggiori testate italiane in occasione della memoria liturgica di san Francesco di Sales, il direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli, si augurava che oltre all’informazione istituzionale la Chiesa liberasse maggiori energie per l’informazione meno paludata e per il libero dibattito di cui il sito è un’espressione. L. Pr.


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