E’ morto Giuseppe Gozzini, il primo obiettore di coscienza cattolico
(da ADISTA n. 44 del 29 maggio 2010)
Giuseppe Gozzini è morto a Milano il 13 maggio a 73 anni, dopo due anni di sofferta malattia. La sua scomparsa ha fatto purtroppo poca notizia anche nell’area pacifista e della sinistra alternativa, di cui Beppe è stato un protagonista per tutta la vita. I funerali, sabato 15 maggio, nella parrocchia di S. Simpliciano non vi erano persone note, giornalisti o altro ma solo la serenità e l’amicizia dei suoi tanti amici, cattolici, anarchici, non credenti. Ha celebrato l’anziano salesiano don Germano Proverbio, amico fraterno di iniziative di rottura. Dall’altare sono state accennate le caratteristiche di una personalità tanto nascosta quanto profetica.
Pensare a Beppe- è stato detto- è avere in mente un modo di essere uomo e cittadino, una specie di modello dell’antiretorica nel modo di pensare e di vivere, in famiglia, nei rapporti con gli amici (e coi meno amici), nel concentrarsi in un impegno culturale e sociale durato una vita, sempre ai margini o esterno ai tanti luoghi comuni di ogni cultura di massa, a partire da quella che si dice per il cambiamento; i semi che Beppe ha personalmente e in modo originale e da solo diffuso qua e là per tutta la vita, sempre non riconosciuti, snobbati, hanno poi aiutato, nonostante tutto, questo nostro paese in alcune conquiste di grande civiltà, quella, per esempio, di obiettare in radice al potere (per esempio a quello più direttamente violento, quello delle strutture militari).
Di famiglia operaia, Gozzini era nato a Cinisello Balsamo, presso Milano dove iniziò la sua attività di organizzatore di iniziative di base.
La conoscenza con Padre Camillo De Piàz della Corsia dei Servi di Padre Turoldo, il rapporto con Jean Goss del MIR, la lettura di don Primo Mazzolari sono gli incontri che faranno di Gozzini un militante della nonviolenza e del pacifismo. Dopo aver aiutato disertori francesi della guerra d’Algeria, nel novembre del 1962, richiamato alle armi, si rifiutò di indossare la divisa militare; fu il primo cattolico. Il processo e la condanna a sei mesi di carcere senza condizionale ebbero enorme risonanza. Erano gli anni di Giorgio
Si estese nel nostro paese quel movimento antimilitarista che ebbe, alla fine, un positivo esito parlamentare con l’approvazione della legge 772 nel 1972 sull’obiezione di coscienza al servizio militare.
Uscito dal carcere nel 1963, si apre per lui una seconda stagione di vita; già prima dell’obiezione aveva letto non solo Tommaso o Agostino, ma anche Il Capitale di Karl Marx e gli scritti di Rosa Luxemburg, avvicinandosi al gruppo dei «Quaderni rossi» che proponevano una critica del Pci da sinistra. Gozzini si presenta come un cattolico di formazione marxista, come lo erano stati nel primo dopoguerra Felice Balbo e Franco Rodano.
Fino alle soglie del ’68, pur continuando a far parte del gruppo formatosi intorno ai «Quaderni rossi», Gozzini mantiene i contatti con altri gruppi di impronta antimilitarista e conosce così, fra gli altri, Pino Pinelli. La mattina dopo che Pinelli “è stato morto” nella Questura di Milano, sarà il primo a sostenere l’impegno nonviolento di questo sconosciuto ferroviere, con una lettera aperta pubblicata da decine di giornali e riviste
In questi anni e in quelli che seguono, si domanda: ha senso impegnarsi in gruppi che si occupano del problema della pace, quasi fosse una “specializzazione” isolata da tutto il resto: cultura, politica, religione ecc…? Anche lottare contro l’ingiustizia sociale partendo da un’analisi di classe è un modo per contribuire alla pace. Il superamento evangelico della contrapposizione fra amico e nemico non esclude la scelta “da che parte stare”, con chi impegnarsi per abbattere il “disordine costituito”. Anche Gesù stava dalla parte dei poveri, dei pubblicani, delle samaritane.
Su questa convinzione di fondo, l’importanza della “nonviolenza di parte”, partecipa al ’68, impegnandosi soprattutto nella controinformazione di base, scrivendo e promuovendo iniziative editoriali per i movimenti, documentando, ad esempio, l’opposizione alla guerra nel Vietnam degli obiettori di coscienza negli Usa e di migliaia di soldati americani ammutinati e disertori.
Dopo la prima guerra del Golfo, 1991, riprende i contatti in Italia con l’area pacifista ed è tra i fondatori della rivista “Guerre & pace”.
.L’ultimo suo impegno di un’abbondante produzione pubblicistica (dal punto di vista professionale Gozzini era copywriter e lavorava per agenzie di comunicazione) fu la redazione di una biografia di Padre Camillo, pubblicata per le edizioni Scheiwiller quattro anni fa, con il titolo “Sulla frontiera- Camillo De Piàz:dalla Resistenza al Concilio”. (Vittorio Bellavite)
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