A Strasburgo l’incontro internazionale di Noi Siamo Chiesa e del network Church on the Move
A Strasburgo nel ponte 30 aprile- 4 maggio si sono riuniti, l’uno dopo l’altro, i due circuiti europei dei cristiani “critici”, il primo è l’International Movement We Are Church (IMWAC) che coordina da ormai dodici anni le sezioni di Noi Siamo Chiesa presenti in Europa e fuori, il secondo è l’European Network Church on the Move (EN) svolge iniziative più indirizzate al rapporto con le istituzioni europee e con la società civile. I due circuiti sono abbastanza strettamente connessi e spesso organizzano attività comuni. Ai due incontri la delegazione italiana era composta da Vittorio Bellavite, Mauro Castagnaro e Romeo Fabbri. L’Imwac Council ha trovato una maggiore stabilità nel suo coordinamento (Presidente è la spagnola Raquel Mallavibarrena, addetto ai rapporti esterni il tedesco Christian Weisner e webmaster il portoghese Pedro Freitas), ha concordato una posizione comune sul viaggio di Benedetto XVI in USA e su una forte valutazione critica nei confronti del pontificato di Benedetto XVI (al momento della sua elezione le opinioni erano incerte e divise). IMWAC parteciperà al Sinodo ombra che il WOW (Women’s Ordination Worldwide, l’organizzazione che si impegna a favore del presbiterato femminile) organizzerà il 15 ottobre a Roma in coincidenza con il Sinodo dei vescovi; ha inoltre deciso di partecipare con una delegazione, insieme all’European Network, sia al Social Forum europeo di Malmo in settembre sia al terzo Forum della teologia della Liberazione che si terrà a Belem (Brasile) in gennaio. A quest’ultimo sarà inviato un messaggio per avviare rapporti più sistematici e per eventuali iniziative comuni.
E’ stato inoltre deciso, sempre insieme all’EN, di iniziare un percorso di lungo periodo per riparlare a fondo di tutte le “rotture” del Concilio in occasione del cinquantennale della sua indizione (prossimo gennaio), del suo inizio ( ottobre 2012) e della sua conclusione (dicembre 2015).
IMWAC ha anche scritto al Papa chiedendo l’abolizione del celibato obbligatorio per i presbiteri come primo passo per affrontare il problema dell’incapacità della Chiesa di garantire la celebrazione eucaristica domenicale in molte regioni della cattolicità.
L’European Network era, a Strasburgo, al suo diciottesimo incontro annuale. Oltre alle iniziative concordate con IMWAC, ha preso atto con soddisfazione di essere stato ammesso come ONG di ispirazione cristiana alle attività del Consiglio d’Europa per apportarvi riflessioni sulla laicità e sul ruolo delle religioni in un mondo interculturale, in particolare per quanto riguarda la coesione sociale. Con questa specifica finalità l’European Network è l’unica ONG presente al Consiglio d’Europa. Non è cosa da poco tenendo presente che la COMECE (l’organizzazione dei vescovi dei paesi membri dell’Unione Europea) non gradisce “concorrenza” su tematiche che i vescovi vogliono affrontare in esclusiva. L’ EN ha anche ribadito il suo giudizio critico sull’art. 17 del nuovo Trattato europeo firmato a Lisbona in dicembre ed in fase di ratifica. Questo articolo riproduce alla lettera l’art. 52 del vecchio progetto di Costituzione europea (ora abbandonato) con il quale le Chiese avranno garantito un dialogo “aperto, trasparente e regolare “ con le istituzioni europee, garantendo così ad esse un ruolo privilegiato, quasi di tipo concordatario, ben diverso da quello previsto per tutte le altre forme associative (sindacati, ONG ecc….).Tuttavia l’EN si propone di trovare il modo per avere un ruolo di interlocutore anche presso l’UE. L’incontro dell’EN è stato arricchito da gruppi di lavoro e da una giornata di studio sulla laicità e sui “valori” su cui fondare la coesione sociale in Europa. Tra gli altri ha partecipato il novantaduenne teologo gesuita Joseph Moingt, che ha, di fatto, smontato la pretesa di papa Ratzinger secondo cui la Chiesa ha un ruolo privilegiato nell’interpretare la “ragione” ed il “diritto naturale”; la Chiesa può intervenire solo passando per il dibattito pubblico; è necessaria un’etica della discussione e poi un’etica delle decisioni. L’incontro si è concluso con una visita ad Hautpierre alla periferia di Strasburgo, quartiere nuovo e di immigrazione. Lì c’è una esemplare collaborazione tra la parrocchia cattolica, quella protestante e la moschea con anche la partecipazione di una componente della sinagoga. Una celebrazione interreligiosa, suggestiva e molto partecipata, ha così concluso l’incontro a cui hanno partecipato 69 delegati di 12 paesi.
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