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Il Card. Pell in difficoltà . Non è creduto quando dice che non sapeva niente

Preti pedofili, il cardinale Pell:
«Io ingannato dai miei superiori»
Il «ministro» dell’Economia vaticano, accusato di aver coperto gli abusi, ammette: «Potevo fare di più». Le vittime arrivate a Roma chiedono un incontro con il Papa

di Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO Il presidente della «Royal Commission» governativa su crimini pedofili Peter McClellan gli dice che la sua testimonianza «non ha assolutamente senso», la legale Gail Furness che «è completamente implausibile». Stanotte il cardinale australiano George Pell deporrà per la quarta volta, dalle 21 alle 3 di giovedì, sempre in collegamento video con l’Australia dall’Hotel Quirinale di Roma, per quella che dovrebbe essere l’ultima seduta. E l’«audizione», più simile a un processo, si fa sempre più dura per il «ministro» dell’Economia vaticano: accusato di aver coperto i preti pedofili negli Anni Settanta e Ottanta, Pell ripete di non aver mai saputo nulla, «era un mondo di crimini e occultamenti», e punta il dito contro i superiori di allora; la Commissione australiana lo incalza sui singoli casi e non ha affatto l’aria di credergli.

«Un mondo di crimini»
Dopo il caso del prete pedofilo seriale Gerald Ridsdale, spostato da una parrocchia all’altra mentre abusava di 54 bambini – Pell aveva detto che Ronald Mulkearns, il vescovo di Ballarat del quale era consulente, aveva mentito e lo tenne «all’oscuro» di tutto – nell’ultima deposizione si è parlato tra altro di Peter Searson, altro pedofilo seriale della parrocchia di Doveton, «uno dei preti più sgradevoli che abbia mai incontrato», ha commentato il cardinale. Pell dal 1987 era vescovo ausiliare dell’arcivescovo di Melbourne Thomas Francis Little, morto nel 2008. «L’arcivescovo Little sembrava incapace di affrontare padre Searson, o almeno di fornire informazioni adeguate sulla situazione», ha detto Pell, alludendo al fatto che le dimissioni dell’arcivescovo nel ’96 fossero state sollecitate. Il cardinale sostiene che Little e il «Catholic Education Office» gli avevano nascosto le accuse di pedofilia contro Searson. Come gli era accaduto nella diocesi di Ballarat, con Ridsdale: «È un mistero ma in ambedue i casi, per qualche ragione, occultarono tutto». Gail Furness gli ha chiesto se non sia «straordinario» che fosse stato ingannato due volte dalle autorità ecclesiastiche, a Ballarat come a Melbourne, e Pell ha replicato: «Avvocato, era un mondo straordinario. Un mondo di crimini e occultamenti e la gente che non voleva fosse disturbato lo status quo».

«Avrei dovuto fare di più
La commissione ha chiesto a Pell anche del caso di Edward Dowlan, sacerdote a Ballarat et Melbourne, più tardi condannato per abusi su una ventina di studenti: «Non sapevo esattamente quello di cui era accusato. Non mi ricordo i dettagli, solo che c’erano delle voci su ciò che faceva con i giovani. Mi dispiace di non aver fatto di più in quel momento», ha detto il cardinale. Dice che aveva fatto delle supposizioni, gli ha chiesto il presidente, ma si è informato? «No, non l’ho fatto», ha risposto Pell. «Avrei dovuto fare di più».
Le vittime
L’ultima audizione si sarebbe dovuta concludere alle 2 ma è andata avanti fino alle tre di notte. Il gruppo di quindici vittime arrivate a Roma chiede un incontro con Francesco: «A Pell non importa di noi, siamo qui perché vogliamo fare qualcosa per le future generazioni di bambini», spiega uno di loro, Phil Nagle, all’uscita dell’hotel. Il cardinale ha fatto diffondere dai suoi uffici una dichiarazione nella quale dice che sarebbe «felice di assisterli nella richiesta di incontrare papa Francesco, ma deve fare riferimento ai responsabili ufficiali per queste richieste». Pell assicura di essere disposto a incontrare le vittime: «ll cardinale vorrebbe potere ascoltare i sopravvissuti e gli incontri privati offrono una opportunità a questo fine, piuttosto che incontri allargati dove non tutti possono essere in grado di raccontare la loro storia e le emozioni possono dilagare. I sopravvissuti sono benvenuti nel portare una persona a loro sostegno durante gli incontri, ma a causa della natura privata e pastorale degli incontri non sarebbe opportuna la presenza dei media o dei rappresentanti legali».


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