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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

“Il dissenso soffocato” , un libro prezioso per conoscere tutti i problemi posti nella Chiesa da chi vuole riformarla veramente

“Il dissenso soffocato” di Mauro Castagnaro e Ludovica Eugenio (edizioni La Meridiana)

Marcello Vigli

Non è certo un terreno facile quello sul quale si sono avventurati Mauro Castagnaro e Ludovica Eugenio con il loro Il dissenso soffocato: un’agenda per papa Francesco (*), né solo perché non è facile distinguere il dissenso dalla critica sterile e dal mugugno privato, dalla ricerca di una fede “fai da te”e dal distacco dalla Chiesa. Dissente chi non solo è critico nei confronti dei metodi tradizionali di evangelizzazione o non si riconosce nella prassi ecclesiale viziata di clericalismo, ma ne propone altri e ne costruisce quotidianamente un’altra. Sono in molti a dissentire anche se, ovviamente, in modo diverso gli uni dagli altri perché quasi sempre si avventurano su strade non tracciate.

Questa varietà nel dissentire induce alcuni commentatori a distinguere un dissenso “buono” da un dissenso “cattivo”. Gli autori non incorrono in questo errore. Anche se nel ricercare casi emblematici si soffermano su due casi particolari pur significativi, la rimozione di Mons. Morris della chiesa australiana e il conflitto fra le suore degli Stati Uniti e il Vaticano, fanno poi una rassegna dei molti altri casi emersi negli ultimi anni in varie parti del mondo. Evitano anche quello di limitarsi a darne una propria interpretazione facendo parlare direttamente i suoi protagonisti attraverso scritti, dichiarazioni e documenti, alternando cioè informazioni e cronache con una un’ampia variegata documentazione.

Così, dopo avere raccontato il “caso” Morris, Castagnaro fornisce, oltre ai suoi testi incriminati, i comunicati e i commenti seguiti alla rimozione dal suo incarico attraverso un pensionamento anticipato. Lui non si è, infatti, dimesso, resta vescovo ma senza diocesi: tanti anni prima al suo confratello francese mons. Gaillot avevano almeno concesso la diocesi di Partenia ormai inesistente!!!

Mons. Morris, diventato vescovo della diocesi di Toowooomba (60.000 cattolici su una popolazione di 220.000 abitanti distribuiti su un territorio vasto una volta e mezzo l’Italia) subito dimostra uno stile di governo improntato al dialogo e alla collaborazione accompagnandolo con la creazione di strutture e istituzioni nelle quali queste potessero dispiegarsi realmente.

Trova ampio consenso e collaborazione, ma una piccola minoranza lo contesta e chiama Roma a pronunciarsi sulle diverse novità da lui introdotte . Terreno formale di scontro non è solo quello stile, ma concreti atti come l’uso dell’assoluzione generale nel rito della penitenza. Visite apostoliche, colloqui, diffide e, nonostante avesse rinunciato a promuovere il nuovo rito, infine l’esclusione dopo la lettera pastorale dell’Avvento del 2006 in cui, affrontando il problema della mancanza di preti, pone la necessità avere sul tema (del celibato) nella Chiesa un dibattito libero e aperto ad ogni soluzione.

E’stata questa richiesta di libertà di parola per tutti a decidere per la rimozione. Essa, in qualche modo, coinvolge anche i suoi confratelli vescovi della Chiesa australiana che hanno simpatizzato con le sue posizioni pur senza voler disobbedire a Roma. Castagnaro commenta: “la rimozione di mons. Morris appare in questo senso l’ultimo capitolo di un rapporto tra Roma e la Chiesa australiana segnato da sfiducia”. Più in generale il “caso Morris” solleva qualche domanda teologica pur circa il rapporto fra i vescovi e il papa.

In un successivo capitolo lo stesso Castagnaro cura una rassegna, molto ampia e, meritoriamente, estesa a tutti i continenti di molteplici forme e iniziative di dissenso nei confronti delle scelte di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI di contestare la secolarizzazione sempre più diffusa con il rafforzamento del centralismo autoritario nella Chiesa e con il rilancio dell’identità cattolica attraverso la mobilitazione carismatica di una neocristianità di massa … e mediante l’affermazione del carattere “naturalmente” e “razionalmente” fondato dell’antropologia e dell’etica cristiane.

E’ un dissenso che si esprime con lo “scisma silenzioso” e con la presenza di movimenti riformatori piuttosto consistenti, che spesso coinvolgono settori dell’associazionismo cattolico e con il coinvolgimento anche di gruppi parrocchiali. Nel presentare casi particolari l’autore privilegia esperienze di preti, ma dà conto anche di iniziative, documenti, assemblee, riviste promosse da gruppi, movimenti e associazioni di laici; non mancano riferimenti a prese di posizione di singoli vescovi e di Conferenze episcopali.

Particolare valore attribuisce alla nascita di reti nazionali e internazionali di gruppi e movimenti. Preziosa è la visione che se ne ricava per la varietà delle iniziative presentate, unite però dallo stesso obiettivo di riforma ampiamente documentato, anche in questo caso, con gli interventi di protagonisti. Nel capitolo successivo, infatti, riporta documenti e appelli, scritti e dichiarazioni articolati per nazione che danno conto delle proposte di riforma elaborate e proposte in vari paesi dell’Europa occidente dove il dissenso si manifesta.

Con lo stesso metodo è presentato da Eugenio l’altro caso di dissenso represso: l’incredibile persecuzione della Curia romana nei confronti dell’organismo che raccoglie e rappresenta la maggioranza delle comunità di suore statunitensi impegnate prevalentemente nell’assistenza e in attività sociali. Le sue diverse tappe sono segnate dalla costituzione di una commissione d’inchiesta, dalla somministrazione di un questionario e da una sentenza emessa senza contraddittorio e senza appello.

Nel clima suscitato dal Concilio e sollecitate dai suoi documenti, oltre che da Dichiarazioni di alcuni vescovi, negli Usa si era diffusa fra le suore la convinzione che quello che dovevano fare non era rimanere in semiclausura ma uscire nel mondo e vestire come vestivano abitualmente le donne de loro tempo creando con ciò una frattura tra vita religiosa tradizionale e nuovi modelli di spiritualità.

In Vaticano non si coglie il valore di questa assunzione di responsabilità e si decide d’intervenire contro il «femminismo radicale» che se ne presume l’ispiratore avviando nel 2009 una indagine sulla “qualità delle suore negli Stati Uniti” L’indagine sarà lunga ma le conclusioni erano già decise: La Congregazione vaticana afferma l’esistenza di “gravi problemi dottrinali” all’interno della vita consacrata …. Che porta a sua volta, a una perdita , tra alcune religiose di un ‘senso permanente e vitale della Chiesa’.

Si moltiplicano i controlli, le censure, le richieste di cambiamento che mettono sotto accusa in particolare la Conferenza delle Religiose (Lcwr) l’organismo che rappresenta i vertici della grande maggioranza delle congregazioni femminili statunitensi. Queste, forti di tale coesione e del consenso che le circonda, resistono al commissariamento della Lcwr, che suscita reazioni di grande indignazione e sconcerto nei settori della Chiesa statunitense, continuando a farlo esistere.

Di questa resistenza Eugenio dà conto attraverso la narrazione di fatti e iniziative che per tre anni si susseguono al qua e al di là dell’Atlantico, fino a registrare l’avvento del clima diverso intervenuto dopo l’incontro del novembre 2012 fra le due parti concluso con un comunicato congiunto che rileva il carattere aperto e cordiale della discussione e l’impegno a proseguire il dialogo.

Anche la Eugenio in un successivo capitolo arricchisce e completa la sua narrazione con la pubblicazione di documenti, dichiarazioni e brevi saggi dei protagonisti della vicenda: di gerarchi ecclesiastici e di suore, di donne e intellettuali, che sostengono la loro resistenza, dopo aver concluso la narrazione informando che proprio alle religiose Usa la Fondazione Herbert Haag …. di cui ora è presidente i teologo Hans Küng, decide di assegnare per il 2013 il suo Premio per la Libertà nella Chiesa.

Si può ben dire a conclusione che i due autori hanno superato le difficoltà di presentare la complessità del fenomeno del dissenso offrendo adeguati strumenti di analisi e di valutazione, pur senza nascondere la loro simpatia per donne e uomini che lo praticano assumendo in piena autonomia la responsabilità di impegnarsi per la riforma della Chiesa.

(*) M. Castagnaro e L. Eugenio, (a cura di) Il dissenso soffocato: un’agenda per papa Francesco, edizioni la Meridiana, Molfetta, 2013


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