Interrogazione a risposta in commissione 5-10262
presentato da
testo di
MANLIO DI STEFANO, SIBILIA, SPADONI, DI BATTISTA, GRANDE, SCAGLIUSI e DEL GROSSO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
il 27 ottobre 2016 il First Committee dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato la risoluzione A/C.1/71/L.41 avente come oggetto « Taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations»; tale risoluzione si propone di avviare, nel 2017, i negoziati per un Trattato internazionale volto a vietare le armi nucleari; la risoluzione è stata approvata con 123 voti a favore, 38 contrari, tra cui anche l’Italia, 16 invece sono state le astensioni;
sulla decisione in questione è stata presentata il 9 novembre 2016 l’interrogazione a risposta in commissione n. 5/09995 a prima firma Sibilia, ancora senza risposta;
successivamente, il 23 dicembre 2016, nel corso dei lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la stessa risoluzione A/C.1/71/L.41 è stata approvata con 113 voti favorevoli, 35 contrari e 13 astensioni, e in tale occasione il rappresentante dell’Italia ha votato a favore dell’avvio dei negoziati per un disarmo nucleare;
grazie a questa risoluzione viene fissata una Conferenza tematica delle Nazioni Unite a partire dal marzo 2017 una riunione aperta a tutti gli Stati membri con il fine di negoziare uno «strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale». I negoziati al riguardo continueranno poi nel mese di giugno e luglio; a rafforzare questa determinazione il Parlamento europeo ha contestualmente approvato una risoluzione nella quale, tra l’altro, si afferma di accogliere con favore la convocazione della citata Conferenza e si invitano a sostenere gli Stati membri a partecipare in modo costruttivo ai suoi lavori;
la decisione italiana indica una maggiore attenzione per l’eliminazione delle armi nucleari, richiesta anche da Papa Francesco nel suo discorso per la giornata per la pace tenuto il 1o gennaio 2017 –:
quali iniziative intenda adottare per la fattiva partecipazione dell’Italia ai lavori della Conferenza di cui in premessa, con riferimento soprattutto alla composizione della sua delegazione;
quali iniziative intenda adottare, in coerenza con il voto del 23 dicembre 2016 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, affinché vengano rimosse le bombe termonucleari, appartenenti agli Stati Uniti, esistenti a Ghedi e Aviano. (5-10262)
Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 febbraio 2017
nell’allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-10262
La questione del disarmo nucleare è seguita con grande attenzione dal Governo che ha continuato a mantenere, negli ultimi anni, una posizione coerente con gli impegni internazionali assunti dal nostro Paese.
Insieme ai Paesi militarmente non nucleari dell’Alleanza Atlantica, nonché a Giappone, Australia e Corea del Sud, l’Italia è tradizionalmente fautrice di un «approccio progressivo» al disarmo, che riafferma la centralità del Trattato di Non Proliferazione, la sua universalizzazione e l’interdipendenza dei suoi tre pilastri (disarmo, non-proliferazione e uso pacifico dell’energia nucleare).
Tale approccio è stato sviluppato in piena coerenza con la nostra adesione agli impegni assunti in seno all’Alleanza Atlantica, la cui dottrina di deterrenza è stata confermata, da ultimo, da tutti gli Alleati al Vertice di Varsavia del 2016.
Abbiamo inoltre ritenuto inopportuno sostenere iniziative suscettibili di portare ad una forte contrapposizione in seno alla Comunità internazionale su una questione che richiede un impegno universale ed il pieno coinvolgimento anche dei Paesi militarmente nucleari.
Sulla base di tali premesse, desidero chiarire che l’intenzione di voto dell’Italia durante la sessione plenaria della 71ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Risoluzione «Taking forward multilateral disarmament negotiations», è stata alterata da un errore tecnico-materiale che ha interessato anche altri Paesi. L’erronea indicazione di voto favorevole è stata successivamente rettificata dalla nostra Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite, che ha confermato il voto negativo espresso in Prima Commissione. Secondo quanto mi segnalano, tale errore sembra essere dipeso dalle circostanze in cui è avvenuta la votazione, a tarda ora della notte del 23 dicembre.
La decisione di votare contro la Risoluzione è stata assunta a seguito di una ampia riflessione, pur avendo l’Italia seguito con la massima attenzione la precedente «Campagna sull’impatto umanitario dell’arma nucleare» organizzata dai Paesi proponenti.
Pur condividendo gli obiettivi di fondo che persegue la Risoluzione, riteniamo che la convocazione, nel 2017, di una Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisca un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare. Un nostro sostegno avrebbe, in altre parole, rischiato di erodere la credibilità politica del «progressive approach» e del Trattato di Non Proliferazione.
In spirito costruttivo, assieme ai Paesi like-minded, abbiamo ritenuto invece preferibile continuare a promuovere o sostenere una serie di iniziative che prevedono un percorso graduale, realistico e concreto in grado di condurre a un processo di disarmo nucleare irreversibile, trasparente e verificabile.
Posso citare, come esempio: le iniziative miranti a favorire la conclusione di un Trattato sulla messa al bando del materiale fissile atto alla fabbricazione di armi nucleari; l’approfondimento degli strumenti e del ruolo delle verifiche nel progresso del disarmo nucleare, in un’ottica inclusiva che preveda il coinvolgimento di Paesi non militarmente nucleari; promozione dell’entrata in vigore del Trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari; creazione di Zone libere da armi nucleari, soprattutto in Medio Oriente, e misure di trasparenza degli Stati militarmente nucleari.
Alla medesima logica è altresì da ricondurre il convinto sostegno italiano alla Dichiarazione di Hiroshima dei Ministri degli Esteri del G7 dello scorso aprile. Quest’ultima, riafferma – con forte valenza simbolica – l’impegno ad una piena applicazione del Trattato di Non Proliferazione, incluso per quanto riguarda il pilastro del disarmo. Essa sottolinea, inoltre, che ulteriori progressi in materia potranno essere raggiunti soltanto tramite un approccio «determinato, realistico ed incrementale» e che contribuisca al rafforzamento della sicurezza internazionale.
Con lo stesso spirito propositivo, l’Italia si prepara a intraprendere il percorso preparatorio della Conferenza di riesame del Trattato di Non Proliferazione del 2020, che sarà occasione per riaffermare la centralità del Trattato, in tutte le sue componenti, compresa quella del disarmo nucleare.
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