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Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

“Il ruolo della Nato nella guerra mondiale a pezzi” Leggi le conclusioni dell’incontro di Prato di giugno

APPELLO CONCLUSIVO DEL CONVEGNO
«IL RUOLO DELLA NATO NELLA GUERRA MONDIALE A PEZZI», PRATO, 11 GIUGNO 2016

Settant’anni fa, il 6 e il 9 agosto del 1945, avvennero i tremendi bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore e repulsione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica, e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la guerra e bandisca le armi nucleari e ogni arma di distruzione di massa.
Papa Francesco, 9 agosto 2015

No alle bombe nucleari in Italia

Sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti – documenta la U.S. Air Force – le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in Italia e altri paesi europei.

La B61-12 – documenta la Federazione degli scienziati americani (Fas) – non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con una potenza media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima; un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo; la capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.

Le B61-12, che gli Usa si preparano a installare in Italia, sono armi che abbassano la soglia nucleare, ossia rendono più probabile il lancio di un attacco nucleare dal nostro paese e lo espongono quindi a una rappresaglia nucleare.

Secondo le stime della Fas, gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esattezza quante effettivamente siano le B-61, destinate ad essere sostituite dalle B61-12.

Foto satellitari – pubblicate dalla Fas – mostrano che, per l’installazione delle B61-12, sono già state effettuate modifiche nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre.

L’Italia, che fa parte del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma – dimostra la Fas – anche piloti che vengono addestrati all’attacco nucleare con cacciabombardieri italiani sotto comando Usa.

L’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, che all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».

Chiediamo che l’Italia cessi di violare il Trattato di non-proliferazione e, attenendosi a quanto esso stabilisce, chieda agli Stati uniti di rimuovere immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinunciare a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.

Liberare il nostro territorio nazionale dalle armi nucleari, che non servono alla nostra sicurezza ma ci espongono a rischi crescenti, è il modo concreto attraverso cui possiamo contribuire a disinnescare l’escalation nucleare e a realizzare la completa eliminazione delle armi nucleari che minacciano la sopravvivenza dell’umanità.

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I partecipanti al convegno “Il ruolo della Nato nella guerra mondiale a pezzi” – promosso a Prato l’11 giugno 2016, da Pax Christi Italia, Mosaico di pace, Comitato No guerra No nato, Comunità Le Piagge, Unione Suore Domenicane San Tommaso d’Aquino – hanno redatto la seguente mozione da proporre a parlamentari e consigli regionali o comunali.

BOZZA DI MOZIONE DA PROPORRE AI PARLAMENTARI

Considerato che – secondo i dati forniti dalla Federazione degli Scienziati Americani (FAS) – gli Usa mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180.

Considerato che – come documenta la stessa U.S. Air Force – sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli Usa in Europa.

Considerato che – come documenta la FAS – la B61-12 non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare, con un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo, con una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con capacità di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.

Considerato che foto satellitari, pubblicate dalla FAS, mostrano le modifiche già effettuate nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre per installarvi le B61-12.

Considerato che l’Italia mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma anche piloti che – dimostra la FAS – vengono addestrati all’uso di armi nucleari con aerei italiani.

Considerato che l’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, il quale all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».

I proponenti chiedono al Governo di rispettare il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari e, attenendosi a quanto esso stabilisce, far sì che gli Stati Uniti rimuovano immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinuncino a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.


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Commenti

Una replica a ““Il ruolo della Nato nella guerra mondiale a pezzi” Leggi le conclusioni dell’incontro di Prato di giugno”

  1. Avatar Vittorio da rios
    Vittorio da rios

    La questione della produzione e commercio di armi per le quali si spendono cifre inverosimili
    è questione strategica se si vuole evitare che catastrofe planetaria non sopraggiunga.
    Lodevolissima questa iniziativa. D’altro canto chi oggi se non queste organizzazioni assieme
    a Papa Francesco con forza e documenti quanto dati inconfutabili denunciano una spasmodica
    rincorsa alla produzione di strumenti bellici di morte di molti paesi?Chi oggi con senso realistico
    poiché bisogna partire dalla realtà –effettuale– che è quella che è, parla della riconversione dei siti
    produttivi armieri? Le bombe atomiche? Io abito a un tiro di schioppo–rimanendo in materia–
    da Aviano si ha un’idea degli investimenti fatti di recente che si assommano a quelli a medio e lungo
    periodo per gestire le bombe colla stoccate e per ricevere quelle di nuova generazione?Sotto Aviano ve
    né una seconda sotterranea fatta di gallerie e sistemi di sicurezza la cui gestione comporta investimenti
    di danaro impressionanti per gestire e alla bisogna utilizzare testate nucleari. Si parla di 50 qui a Aviano
    le quali bastano e avanzano per far saltare per aria l’intero pianeta ivi compresi gli occupanti. Questo è
    il quadro.Ma si pensa che con questa combriccola–mi si perdoni il termine–di maggiordomi alla guida
    degli stati si possa invertire la rotta? Dove sono gli statisti che hanno a cuore il destino del
    genere umano? Si è costruito lo spauracchio del terrorismo se lo arma e finanzia a che pro? Si vuole destabilizzare e costruire uno stato di polizia dove quel poco di stato di diritto costruito venga nei fatti
    cancellato?Le premesse ci sono e i media ufficiali asserviti non sanno più distinguere da un atto
    terroristico programmato e l’atteggiamento omicida di un folle, prodotto di una organizzazione
    complessiva della società sempre più violenta e imbarbarita dove l’assuefazione alle morti e alle
    uccisioni –si veda le quotidiane tragedie nel Mediterraneo e le notizie di attacchi terroristici che
    colpiscono soprattutto i paesi asiatici, africani, e arabi,e mediorientali ci danno un’idea ben precisa.
    Come uscirne? Può sembrare banale quanto ingenua utopia alla luce dell’orrendo quotidiano citare
    l’opera di Ernesto Balducci e principalmente –la terra del tramonto– e L’uomo Planetario,
    L’improcrastinabile come più volte ribadito necessità di compiere un –balzo evolutivo–
    verso la costruzione di una diversa organizzazione complessiva della società su basi planetarie.
    In fondo come ci ha illuminati lo stesso Giovanni Franzoni citando spesso la parabola del buon
    Samaritano imparare a amare i –nemici– e vedere nei loro occhi un uomo che è te stesso.
    Riusciremmo in questa planetaria rivoluzione che è fondamentalmente culturale, filosofica,
    disarmare il mondo? Dare un futuro ai giovani soprattutto di pace e armoniosa convivenza
    tra tutte le creature che calpestano la superficie del pianeta che ci ospita?
    Ognuno di noi dia la luce che può.
    Un caro saluto.

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