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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Il discorso “laico” della sindaca di Genova al Papa


MESSAGGIO DELLA SINDACO DI GENOVA MARTA VINCENZI
IN OCCASIONE DELLA VISITA A GENOVA DI SUA SANTITA’
PAPA BENEDETTO XVI

Santità,
a nome della cittadinanza genovese e mio personale desidero esprimerLe il più
cordiale e fervido saluto di benvenuto nella nostra città, a cui gli antichi
abitanti vollero attribuire il titolo di "città di Maria".
E’ sembrato di particolare significato accoglierLa in questo mese di maggio,
che la Chiesa tradizionalmente dedica alla Vergine, al Santuario consacrato
alla Madonna della Guardia, a cui i Genovesi sono particolarmente devoti.
E’ ancora molto vivo il ricordo dell’atto di affidamento della città di Genova
alla Madonna della Guardia da parte del Suo predecessore, Papa Giovanni Paolo
II, nel corso della visita pastorale compiuta nel 1990.
Nel momento della Sua elezione al soglio pontificio, Santità, fummo molto
colpiti dalla Sua scelta di assumere il nome di Benedetto, lieti e anche
orgogliosi che il nuovo Papa volesse idealmente riallacciare il suo pontificato
a quello del genovese Benedetto XV, il Cardinale Giacomo della Chiesa, passato
alla storia come il Papa della pace. Il suo papato, negli anni dal 1914 al
1922, attraversò i difficili anni della prima guerra mondiale, e la sua
attività pastorale fu dominata dall’invito alla cessazione delle ostilità.
La nostra comunità, dunque, era in attesa di accoglierLa, Santità, fin da quel
giorno.
E’ sempre doveroso per me sottolineare come il legame tra Genova e la Chiesa
sia antico e profondo, testimoniato da tutta la nostra storia: nove Papi di
origine ligure, la figura del Cardinale percepita dai Genovesi come punto di
riferimento importante, non soltanto in quanto Pastore di anime, ma altresì
quale prezioso interlocutore relativamente alle tematiche di carattere civile e
sociale.
Il nostro Cardinale Arcivescovo, Monsignor Angelo Bagnasco, ha definito la Sua
visita nella nostra città "un colpo d’ala". Ho molto apprezzato questa
definizione. Credo, Santità, che la Sua presenza a Genova sia un evento denso
di rilievo e valore, un segno ad un tempo lieve come un battito d’ali, ma di
grande forza.
La nostra è una città operosa e prudente, generosa nell’impegno solidaristico
verso i deboli e i sofferenti, aperta all’accoglienza e attenta ai principi
della giustizia e del bene comune.
In questo quadro è significativo che il primo incontro con la città avvenga
qui nell’Ospedale Gaslini. Infatti l’attenzione e la cura dei bambini della
nostra città, delle regioni più bisognose, del Mediterraneo, che l’ospedale
manifesta è un primo riferimento che i genovesi possono riscoprire per
procedere verso il futuro. Anche perché l’Ospedale Gaslini con le sue
eccellenze richiama l’attenzione sull’importanza e la forte presenza nella
nostra città di competenza scientifiche e tecnologiche che possono aiutarci a
progredire con coraggio verso il futuro.
Oggi Genova è attraversata dai segni dell’inquietudine contemporanea, che
include anche aspetti che il cristianesimo ha indagato; aspetti a cui Lei
stesso, Santità, ha fatto riferimento nei Suoi scritti e nelle omelie. Questa
inquietudine, e la domanda di certezze e stabilità per il futuro, ha contorni
complessi, non facilmente decifrabili.
Chi ha il privilegio di amministrare questa città sta dunque cercando
soprattutto di riconoscere quelle inquietudini per assumere impegni di
ampliamento di cittadinanza.
Non dandoci come obiettivo l’individuazione del bene assoluto, che non spetta
alle Istituzioni dello Stato democratico perseguire, operiamo per il bene
collettivo, affinché i cittadini possano orientare le loro condotte di vita
senza imposizioni o limitazioni improprie. Pensiamo che favorire nuovi spazi di
autonomia, libertà e responsabilità personali sia il miglior modo per aiutare
la stabilità sociale, condizione quanto mai necessaria allo sviluppo
dell’individuo e della collettività.
Lo sforzo è anche quello di ribadire principi, evitando nel contempo di
trasformare l’etica in un campo di lotta politica.
Come sosteneva il grande teologo evangelico tedesco Dietrich Bonhoeffer: "Il
comportamento etico non è stabilito in partenza e una volta per tutte, quindi
in linea di principio, ma nasce con la situazione data". E ancora: "Missione
dei fedeli laici è di configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la
legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive
competenze e sotto la propria responsabilità".
Nel dibattito pubblico su questi temi la voce della Chiesa genovese, a pieno
titolo tra altri soggetti, è forte e autorevole e, certo, sarà rafforzata dalla
Sua venuta.
Auspichiamo, Santità, che vorrà continuare a rivolgere verso la nostra
comunità la Sua benevola attenzione e Le rinnoviamo le espressioni della nostra
vivissima gratitudine per averci onorato della Sua presenza e per condividere
le nostre aspirazioni e le nostre speranze.
Marta Vincenzi


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Commenti

3 risposte a “Il discorso “laico” della sindaca di Genova al Papa”

  1. Avatar
    Anonimo

    Noi cristiani un nulla tra i tanti nulla, un’opinione tra le tante opinioni, noi dobiamo solo condividere, loro fanno. Grazie di avermi fatto capire quanto è cristiana la vostra laicità!!!!!!!!!!!!!!!

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