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Care sorelle, cari fratelli,
siamo davvero lieti – come Comunità cristiana di base di san Paolo in Roma, che qui ha inviato oggi una piccola delegazione – di partecipare con voi alla Santa Cena in questa domenica a ridosso del 31 ottobre, quando ricorreranno i cinquecento anni dall’inizio della Riforma avviata da Martin Lutero.
Sappiamo bene che, per secoli, in àmbito cattolico il Grande Riformatore è stato quasi demonizzato, per cui, salvo importanti eccezioni, non si volle o non si poté riconoscere l’urgenza evangelica della sua appassionata protesta. Grazie a Dio, cinque decenni fa il Concilio Vaticano II ha avviato, in proposito, un grande cambiamento, aprendo la via del ripensamento autocritico e del dialogo.
In questo cammino due sono state le tappe davvero storiche: il consenso su punti centrali della dottrina della giustificazione, firmato il 31 ottobre 1999 a Augsburg dalla Chiesa cattolica e dalla Federazione luterana mondiale; e, poi, un anno fa, la partecipazione del papa, a Lund, alla Commemorazione comune luterano-cattolica della Riforma, con la preghiera nella quale Francesco ringraziava il Signore per i doni che essa aveva apportato alla Chiesa.
Dopo tutti questi passi, un tempo impensabili, oggi facciamo nostro l’interrogativo che sorge da diversi ambienti cattolici: perché non partecipiamo alla Santa Cena celebrata dai nostri fratelli luterani? Perciò noi, nel nostro piccolo, siamo venuti qui, in questa vostra chiesa, e grati della vostra ospitalità, per partecipare pienamente alla vostra celebrazione, con voi assumendo il pane e bevendo il vino preparati sulla mensa del Signore. Ci assumiamo con serenità questa responsabile decisione, convinti che essa si inserisca in un cammino irreversibile che porterà finalmente le nostre Chiese a raggiungere la piena pacificazione teologica e a lavorare insieme unite, arricchendosi a vicenda con le reciproche diversità, “affinché il mondo creda” – così come pregò Gesù nell’imminenza della sua passione.
Speriamo, insieme a voi, di non dimenticare mai le parole di Gesù, riportate dall’Evangelo di Matteo [18, 20], e di farle il cuore del nostro discepolato di Cristo: “Dove sono riuniti due o tre nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.
Roma, 29 ottobre 2017 La Comunità cristiana di base di san Paolo
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