15 gennaio 2015
GUARDARE CON OCCHI LIMPIDI
LA REALTÀ DELLA CHIESA
Rete dei Viandanti e Associazione Viandanti
Ci siamo interrogati se e come si dovesse dire una parola a proposito dell’articolo di Vittorio Messori (Corriere della Sera, 24 dicembre 2014), alla fine abbiamo deciso positivamente.
Intervenire su queste prese di posizione non è mai facile perché si rischia di venire iscritti alle categorie dei favorevoli o dei contrari a qualcuno, in questo caso addirittura al Vescovo di Roma, rischiando di abbassare Francesco a pomo della discordia e argomento di contesa. Già l’apostolo Paolo metteva in guardia i cristiani di Corinto dal parteggiare se non per Cristo (1Cor 1,12). Ma sappiamo che la storia si ripete.
Questo nostro non tacere, che si accosta a molte altre voci che si sono ascoltate in queste settimane, vorrebbe essere l’espressione della diversità di sensibilità presenti nella grande comunità ecclesiale e l’espressione della consapevolezza di chi guarda con la responsabilità battesimale alla situazione che la Chiesa sta vivendo. Le diversità, crediamo, non si conciliano nascondendo la testa sotto la sabbia o tacendo perché così non si alimentano. Si tratta, piuttosto, di una questione di metodo e di misura. A questo abbiamo cercato di attenerci; speriamo di esserci riusciti. [f.f.]
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Fin dai suoi primi gesti e dalle sue scelte dirompenti, nonostante l’apparente semplicità, si era capito che Papa Francesco avrebbe suscitato dubbi, critiche, anche avversione. E ciò che nei mesi iniziali del suo pontificato era un sotterraneo bisbiglio di contrarietà a questo stile, con il tempo ha assunto le forme di un esplicito dissenso, talora con modi felpati, in altri casi con toni grevi.
Ci sembra utile guardare con occhi limpidi a ciò che si sta muovendo nel cattolicesimo, evitando forme polemiche che non aiutano il confronto e la comprensione delle reali questioni in gioco. In particolare tre aspetti ci paiono importanti.
Il processo di rinnovamento
Papa Francesco ha avviato un processo di rinnovamento, che riguarda certamente il ruolo del papato e della curia romana, ma che si muove più in profondità, richiamando tutta la Chiesa a rigenerarsi, anche attraverso cambiamenti di modelli di pensiero e di stili di presenza ampiamente sedimentati negli ambienti ecclesiastici.
Molti tra coloro che si riconoscevano in una Chiesa preoccupata di mantenere antiche primazie oggi esprimono disagio o contrarietà di fronte ai cambiamenti. Nello stesso momento, coloro che, in questi anni, hanno sostenuto l’esigenza di parlare con franchezza nella Chiesa (e che per questo sono stati spesso redarguiti aspramente) ora guardano con favore l’aprirsi di un dibattito ecclesiale, che sperano non sia fine a se stesso e non assuma il carattere di un inutile scontro tra fazioni, che contraddirebbe anche l’impegno del Papa per mantenere e rafforzare l’unità della Chiesa.
Non applausi, ma una reale testimonianza evangelica
Proprio perché il dialogo è essenziale alla vita della Chiesa non vi è bisogno di organizzare una difesa di papa Francesco, quasi egli fosse assediato da una rete di conservatori che attentano quotidianamente al suo disegno riformatore. Papa Francesco è nel cuore di moltissimi uomini e donne, cristiani e non, i quali vedono nei suoi gesti e nelle sue parole i segni di un Vangelo annunciato con semplicità e rigore. E che sentono, oltre ogni appartenenza, una reale vicinanza umana e spirituale. Egli non è solo, ma ha bisogno di fedeli che non tanto lo applaudano, quanto realizzino quella capacità di “vivere nel mondo senza essere del mondo” che è radicata nella tradizione cristiana e che Papa Francesco continuamente indica a tutta la Chiesa.
Dialogare con la forza e la mitezza del Vangelo
Vivere la Chiesa come comunità di credenti in Cristo significa attingere al Vangelo, fondamento della nostra fede, per coglierne i significati essenziali e viverlo in fedeltà; significa contribuire a rendere questa nostra Chiesa povera e per i poveri, fraterna al suo interno e con gli uomini e le donne che incontriamo, libera da ogni potere. Camminare insieme a Papa Francesco, agli altri vescovi e all’intera comunità cristiana significa riconoscersi parte di una tradizione che ha origine nella comunità degli apostoli e che arriva al Concilio Vaticano II, una tradizione dove coesistono continuità e mutamenti, eredità e novità. Dimenticare questa capacità di rinnovamento (come spesso è accaduto negli ultimi decenni con mirati attacchi alla stagione conciliare, ignorata, indebolita, talvolta anche tradita) significa dimenticare l’essenziale della tradizione cristiana. All’inizio del nuovo anno, l’augurio per tutti i credenti è di dialogare con franchezza e di guardare con speranza oltre i confini delle nostre comunità spesso arroccate e timorose, avendo l’identico coraggio di papa Francesco che testimonia ogni giorno la forza e la mitezza del Vangelo.
10 gennaio 2015
Associazione Esodo, Mestre (VE)
Associazione Viandanti, Parma
Chiccodisenape, Torino
Chiesa oggi, Parma
“Città di Dio” – Associazione ecumenica di cultura religiosa, Invorio (NO)
Comunità di sant’Angelo, Milano
Comunità del Cenacolo, Merano (BZ)
Esodo (rivista), Mestre
“Fine settimana” – Associazione di cultura don G. Giacomini, Verbania Pallanza (VB)
Gruppo per il pluralismo e il dialogo, San Zeno di Colognola ai colli (VR)
il filo – Gruppo laico di ispirazione cristiana, Napoli
il Gallo (rivista), Genova
Laboratorio di sinodalità laicale (LaSiLa), Milano
l’altrapagina (rivista), Città di Castello (PG)
Lettera alla Chiesa fiorentina, Firenze
Nota-m (quindicinale online), Milano
Oggi la parola, Camaldoli (AR)
Tempi di Fraternità (rivista), Torino
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Un grazie al Gruppo Chiccodisenape di Torino, che si è messo a disposizione di tutti per la stesura iniziale di questo testo che poi è stato condiviso con l’adesione da parte degli altri gruppi della Rete.
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