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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

La scorretta inquisizione nei confronti delle suore americane è terminata!!

IL VATICANO CHIEDA SCUSA ALLE SUORE.
LA RICHIESTA DEL NATIONAL CATHOLIC REPORTER

37956 KANSAS CITY-ADISTA. Ora che il Vaticano ha deciso che le religiose statunitensi sono degne di ammirazione, gratitudine e lode (v. Adista Notizie n. 46/14), è il caso di chiedersi: «Ma di cosa si è parlato, allora?». Lo afferma, con un editoriale dai toni forti, il settimanale cattolico National Catholic Reporter (13/1), alla luce del “verdetto” di condanna pronunciato nel 2012 in seguito alla visita apostolica vaticana alla Leadership Conference of Women Religious (Lcwr, l’organismo di rappresentanza delle religiose Usa), diametralmente opposto a quello successivo alla visita presso le congregazioni religiose. Quest’ultima investigazione, scrive il Ncr, «può ora essere considerata per la vergogna che è stata, e come Chiesa dobbiamo vergognarci dell’abuso che queste donne fedeli hanno subìto. Meritano delle scuse». In definitiva, ciò che è emerso è che essa riguardava non tanto lo stato di salute del mondo religioso femminile quanto, piuttosto, prosegue il Ncr, ciò che non andava bene «alla cultura clericale maschile. Hanno messo sotto esame il gruppo ecclesiale sbagliato, e questo è apparso evidente fin dall’inizio».

Due, infatti, sono i presupposti (erronei) sui quali si è basata la decisione (riconducibile a ambienti ecclesiastici ultraconservatori) di mettere sotto inchiesta le suore: primo, il fatto che il calo quantitativo di religiosi e religiose nel corso del tempo sia un fatto negativo; secondo, che sia stato causato dall’abbandono della veste e di alcune pratiche religiose, il cui recupero viene considerato essenziale: come se il segno della vitalità del cattolicesimo fossero «parrocchie piene di preti e conventi gremiti di suore». La demografia, afferma l’editoriale, ha ampiamente dimostrato che i numeri elevati degli anni ’40 e ’50 costituivano l’eccezione, non la regola: «Il requisito, dunque, non è il ritorno ad una versione romanticizzata» di quegli anni, ma «immaginare e comprendere la forma che la parrocchia deve assumere nel futuro e come andrà organizzata e guidata».

Le religiose, nel corso della visita, hanno ricevuto un enorme sostegno, opponendo resistenza – quando non boicottando – le varie fasi dell’inchiesta; questo deve aver sorpreso l’apparato di Curia che promosse e mise in movimento la macchina investigativa, fino a fargli comprendere «di aver intrapreso la battaglia sbagliata contro il gruppo sbagliato nel momento sbagliato».

Nel corso del tempo, poi – la visita apostolica presso le congregazioni religiose statunitensi prese il via nel 2008 sotto la guida del card. Franc Rodé, al tempo prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Apostolica e le Società di Vita Consacrata – diverse sostituzioni nei vertici del dicastero coinvolto resero chiaro che «si era più interessati alla cooperazione e alla ricostruzione della fiducia nei confronti delle religiose, che all’individuazione di peccatucci che potessero essere usati come prove di precedenti presunzioni». Rodé fu sostituito dall’arcivescovo – poi cardinale – João Bráz de Aviz, che affermò che la Congregazione «aveva di nuovo cominciato ad ascoltare» e che i problemi sarebbero stati affrontati «senza pregiudizi, ascoltando le ragioni». Poi è arrivato papa Francesco, prosegue l’editoriale. «Il tono è cambiato ancora nella direzione della misericordia, dell’ascolto e del dialogo. Pochi mesi fa, uno dei cardinali a lui più vicini, Sean O’Malley di Boston, ha detto ad un programma nazionale che l’investigazione sulle religiose era stata “un disastro”». «Andate nelle zone più degradate di ogni grande città del Paese, luoghi dove ora vi sono solo chiese abbandonate, e in mezzo al degrado, alla povertà, alle vite spezzate, agli immigrati, ai clandestini, vi sono le religiose», «molto più avanti dell’effetto Francesco nel sapere come la Chiesa doveva cambiare e dove doveva essere guidata. Non lo faranno alla perfezione, alcune delle loro esplorazioni teologiche, talvolta, potranno far venire la gastrite alla loro controparte maschile, ma la loro vita e la loro preghiera sono grandi esempi per la Chiesa di oggi».

«Siamo contenti – conclude il Ncr – che il Vaticano abbia chiuso questa “visita” ingiustificata, costosissima e non necessaria. Speriamo che le gerarchie della Chiesa facciano lo stesso, e rapidamente, con la visita tuttora in corso dell’Lcwr, il gruppo che rappresenta la maggioranza di quelle stesse religiose che il Vaticano ora guarda “con gratitudine” e con cui cerca “una fiducia collaborativa”». (ludovica eugenio)


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