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Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

La situazione della libertà religiosa e di coscienza sta peggiorando nel mondo

Libertà religiosa. A livello mondiale un diritto fondamentale sempre più violato

E’ quanto scaturisce dai dati del nuovo Rapporto del Pew Research Forum
Roma (NEV), 15 gennaio 2014 – Il 74% della popolazione mondiale è esposta ad alti livelli di ostilità da parte di singoli o gruppi della società, che di fatto limitano l’esercizio della libertà religiosa. Si tratta della più alta percentuale negli ultimi sei anni. Sul fronte invece delle restrizioni governative il 64% dell’umanità vive in paesi che limitano fortemente o impediscono addirittura la libertà religiosa e di coscienza. E’ quanto scaturisce dall’ultimo rapporto dell’autorevole Pew Research Center reso pubblico ieri e che verrà presentato domani alle Nazioni Unite. Le percentuali così alte dipendono dal fatto che i paesi con il più alto tasso di ostilità e restrizioni sono anche tra i più popolosi: figurano sulla black list paesi come Cina, India, Pakistan, Russia, Indonesia.
Nell’ultimo anno preso in esame – i dati si riferiscono al 2012 – il numero di paesi con un tasso molto alto di ostilità sociale contro minoranze religiose è salito a 20, rispetto ai 14 dell’anno precedente e registra un record negativo. A questa lista nel 2012 si sono aggiunti Siria, Libano, Sri Lanka, Bangladesh, Thailandia, Burma. Ma i nuovi dati mostrano un aumento considerevole delle limitazioni di questo diritto fondamentale anche nei paesi mediorientali e nordafricani, complici soprattutto gli sviluppi socio-politici sopraggiunti in seguito alle primavere arabe. Inoltre, è aumentato anche il numero di governi che hanno stretto le maglie al libero esercizio di questo diritto umano fondamentale. Da quest’anno figurano tra quelli con le più alte restrizioni anche Azerbaijan, Tagikistan, Marocco, Iraq e Kazakistan.
I due indici presi in esame – quello delle ostilità sociali e quello delle restrizioni governative – guardano anche all’incidenza delle intimidazioni, persecuzioni o violazioni contro specifici gruppi religiosi. Pertanto, secondo i dati raccolti dal Pew Research Center, i cristiani nel 2012 hanno subito qualche forma di maltrattamento in 110 paesi del mondo, seguono i musulmani che ne sono vittima in 109, poi gli ebrei in 71, e via via sikh, baha’i, indù, buddisti, e comunque, non c’è comunità religiosa che non sia discriminata o perseguitata almeno in qualche parte del mondo.
I paesi più virtuosi in fatto di libertà religiosa sono il Giappone, il Brasile e il Sudafrica, mentre l’Italia si colloca insieme a Gran Bretagna, Francia e Germania, nella casella con “ostilità sociali alte” e “restrizioni governative moderate”. (Per scaricare il rapporto in lingua inglese: http://www.pewforum.org/2014/01/14/religious-hostilities-reach-six-year-high/ ).


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Commenti

Una replica a “La situazione della libertà religiosa e di coscienza sta peggiorando nel mondo”

  1. Avatar Farcno Salis
    Farcno Salis

    Bene, anzi, male. Questi sono i dati. Io non conosco Pew Research Forum, né Roma (NEV). Non mi è dato sapere chi paga.Non dichiarano il metodo di lavoro, e quindi si dubita del carattere scientifico della ricerca. Se questi dati mi provocano sofferenza, non sono in grado di lottare per cambiare questa situazione. Come posso cambiare se non conosco il rapporto causa effetto ed eventualmente associato ad altri metodi. Insomma chi è il responsabile o chi sono i responsabili di questa situazione. Abbiate il coraggio almeno di fare qualche ipotesi. Ciao

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