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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

La sospensione di don Santoro è una manifestazione dell’arroganza clericale di Mons. Betori

                                                                                                          COMUNICATO STAMPA 

La rimozione di don Santoro dalla comunità delle Piagge  è un atto di arroganza ecclesiastica da parte del’arcivescovo di Firenze. La solidarietà di “Noi Siamo Chiesa”

  

La rimozione di don Alessandro Santoro dalla parrocchia delle Piagge fa parte della peggiore cultura e prassi ecclesiastica, capace solo di dare ordini invece che  di capire e di  aiutare; è la mentalità  del “sabato” che viene prima della donna e dell’uomo nella loro fede e vita quotidiana.

Questa decisione dell’arcivescovo di Firenze nei confronti del matrimonio di una coppia civilmente sposata e  stabile da quasi trent’anni è anche in opposizione indiretta (e ingiustificabile) a una legge dello Stato che definisce l’anagrafe di ogni cittadino, prendendo saggiamente atto delle possibili modifiche che, in conseguenza di un complesso e rigoroso iter, possano essere intervenute in una persona nel corso della vita rispetto alla identità sessuale alla nascita.

“Noi Siamo Chiesa” esprime piena e molto partecipe solidarietà a don Alessandro Santoro e alle Piagge, nella consapevolezza che questo intervento autoritario cerca di colpire la vitalità, del tutto particolare, di una comunità che ha saputo creare interventi socioculturali sul territorio di grande importanza, ben noti anche al di fuori del quartiere e di Firenze

NOI SIAMO CHIESA

 

Roma, 29 ottobre 2009


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Commenti

50 risposte a “La sospensione di don Santoro è una manifestazione dell’arroganza clericale di Mons. Betori”

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    Anonimo

    Anche a mio avviso mons. Betori ha fatto bene perchè la Chiesa ha una Dottrina che promana direttamente dal labbro di Nostro Signore Gesù Cristo e coloro che si dicono cattolici devono amare e rispettare tale dottrina che è grande. Coloro che non la condividono sono liberissimi di lasciare la Chiesa ma non devono utilizzare la loro posizione – specialmente se sacerdoti – per violare gli insegnamenti della Chiesa. Questi atteggiamenti infatti creano scandalo nella Comunità cristiana e sono una violenza alla Chiesa Santa di Dio! Bravo Betori!

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    Anonimo

    perchè il vescovo Betori non ha parlato anche con la comunità per sentire cosa ne pensavano: in fondo quel matrimonio era un avvenimento delle due persone di fronte a Dio e alla propria comunità non di fronte alla curia.
    Valerio

  3. Avatar
    Anonimo

    Sulla vicenda di cui al titolo ho scritto il messaggio che segue alla Diocesi di Firenze. Tutta la mia solidarietà alla Comunità delle Piagge (Mi ricorda tanto la vicenda dell’Isolotto e Don Mazzi e anche la vicenda di Don Milani).

    Mi creda, caro vescovo, sono un credente, un praticante e, con mia moglie, ho impegnato la vita e la famiglia nella solidarietà e nella condivisione attingendo da quello che mi hanno suscitato le scritture i profeti della carità cristiana di oggi (in particolare Don Oreste Benzi) e della società civile.
    Nella vicenda delle Piagge e della rimozione del parroco, don Alessandro Santoro, vedo, però, solo burocrazia, regole farisaiche, una buona dose di ideologia e pregiudiziali omofobe che ritrovo con orrore (ne parlo da qualche tempo sul mio piccolo sito http://www.promemoria.sm ) in gran parte della chiesa gerarchica. Nessun segno della fratellanza cristiana, della legge dell’amore, l’unica che è venuta a predicare Cristo in contrapposizione alla “legge” farisaica.
    Fa il paio con la vicenda del rifiuto di una legge di tutela degli omosessuali votata da chi si presenta in politica come cristiano e con l’opposizione del Vaticano ad una raccomandazione dell’ONU proposta dalla Francia contro la persecuzione degli omosessuali.
    Se la vedrà con la sua coscienza, ma è certo che il mondo non potrà vedere Gesù in questi atteggiamenti

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