L’incontro del 2 dicembre a Roma di Chiesadituttichiesadeipoveri su “MA viene un tempo ed è questo”
LA FEDE LA RAGIONE LE COSTITUZIONI LA POLITICA
LA FEDE LA RAGIONE LE COSTITUZIONI LA POLITICA
Tutto concorre per un esito non apocalittico ma profetico e sapienziale nella discontinuità del tempo che viene. In duecento dalle comunità di tutta Italia per l’assemblea nazionale di Chiesa di tutti Chiesa dei poveri.
Si è tenuta il 2 dicembre a Roma l’assemblea di Chiesa di tutti Chiesa dei poveri. È stata una cosa bellissima. Sono venuti tutti, dal Friuli come dalla Sicilia, dalla Sardegna e dal Trentino, dal Piemonte e dalle Puglie. Il discorso è stato radicale: rischiamo l’ecocidio e la guerra nucleare, l’amputazione dell’umanità per lo scarto di popoli e di poveri, e siamo dentro culture politiche di genocidio. Però c’è il MA del Vangelo e del diritto, della resistenza e dell’azione responsabile, di papa Francesco e delle religioni che si convertono alla pace, della ragione laica e della storia che, pur carica di scorie, tiene in serbo le sue sorprese. Sicché la scommessa è che viene il tempo, ed è questo, in cui la terra sarà salvata. Se noi lo vorremo.
Per questa operazione lo scavo dei relatori e del dibattito assembleare è andato alla radice, attingendo alle fresche fonti della fede e del pensiero, quasi a ricominciare le cose dal principio: dal Sabato della creazione, per ripensare e rifondare il “nomos della terra”, non più modellato sull’appropriazione e schiacciato sul ciclo economico; dal principio fondativo dell’unità umana, l’eguaglianza, che la fede riconosce nell’immagine di Dio nell’uomo e che la laicità ha elaborato nella storia fino alle vette del costituzionalismo che mette al sicuro i diritti fondamentali trincerandoli nella sfera dell’indecidibile e statuisce ciò che di lesivo i poteri non possono fare e ciò che di positivo non possono non fare; dal “Gesù prima del cristianesimo” e quindi anche prima delle sue riduzioni e contraffazioni; dall’annuncio di un tempo messianico nel quale una forza frenante, una resistenza attiva faccia ostacolo alle forze distruttive dell’anomia, del senza-legge; dalla tradizione della Chiesa, dove sono i deliri del papato sovrano della Chiesa e della terra, sognato dal “Dictatus papae” di Gregorio VII, ma dove è anche la condanna radicale della guerra, che non è cominciata con Giovanni XXIII e con Francesco, ma è già in Benedetto XVI durante e dopo la prima guerra mondiale; dall’uscita dalla cristianità per un nuovo annuncio del cristianesimo della nonviolenza e dell’inclusione (Buddha e san Francesco insieme!), per un’umanità finalmente unita.
Tra i risultati dell’assemblea c’è l’adozione dell’appello a resistere (katécon) che così è stato fatto proprio anche da Chiesa di tutti Chiesa dei poveri, con l’impegno che ne consegue a costruire “un mondo Patria di tutti Patria dei poveri”, la decisione di chiedere alla CEI delle importanti correzioni nella traduzione dei testi biblici e liturgici, la proposta di assumere come temi prioritari di impegno per le comunità e la Chiesa italiana la pace, l’azione a favore del trattato per l’interdizione dell’arma nucleare e specifici temi di riforma come quelli riguardanti la scarsità dei ministri, il ruolo della donna, l’insegnamento della religione, l’accorpamento delle parrocchie.
Tutto ciò perché, come è stato detto, la ragione che accomuna le diverse comunità e gruppi locali nella “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri” non può esaurirsi nelle occasioni assembleari; ed è stato anche detto che la prossima assemblea non dovrebbe essere convocata e predisposta se non dopo che, con un lavoro alla base sociale, sia stato assicurato che ad essa partecipi una folta rappresentanza di giovani: perché sono poi loro i protagonisti del futuro voluto e sperato.
È giunto, nel corso dei lavori dell’assemblea, la notizia che papa Francesco a Dacca ha infine pronunciato il nome dei Rohingya, dicendo che “la presenza di Dio oggi si chiama anche Rohingya”.
Dell’assemblea si possono trovare sul sito <www.chiesadituttichiesadeipoveri.it> gli appunti presi da Enrico Peyretti, la relazione introduttiva di Raniero La Valle e l’intera registrazione video, curata da radio radicale, al link https://www.radioradicale.it/scheda/527094
Per leggere anche la convocazione dell’incontro , l’Appello Katecon conclusivo e altro apri
www.viandanti.org/?page_id=15542
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