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Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

“Le ribelli di Dio. Donne e Bibbia tra mito e storia” un libro di Adriana Valerio

Adriana Valerio, Le ribelli di Dio. Donne e Bibbia tra mito e storia

Ho avuto la gioia di presentare al salone del libro di Torino l’ultima preziosa opera della teologa e storica Adriana Valerio. Ho accolto volentieri l’affettuoso invito dell’Autrice e della Editrice Feltrinelli.
Con questo libro l’Autrice, insigne teologa e storica, compie un’operazione di intreccio storico ed esegetico di altissimo livello. Rileggere la Bibbia dalla parte delle donne significa colmare un vuoto di interpretazione, tuttora molto diffuso, consapevoli che solo l’uomo e la donna insieme sono immagine di Dio.
Ma l’Autrice, con una documentazione vasta e appassionata (circa 40 anni di lavoro e di ricerche) ricostruisce un lungo filo di donne bibliche e dei secoli successivi che hanno proposto una riflessione creativa, combattiva, alternativa a quel pensiero teologico patriarcale che spesso ha tentato di rendere invisibili le loro persone, le loro storie e inudibili le loro voci creatrici e sovversive.
Chi cercasse in queste pagine, scritte in modo avvincente, qualcosa di assolutamente nuovo sul piano esegetico, sarebbe probabilmente deluso. Ma chi ama le “curiosità” storiche ed esegetiche, che arricchiscono i capitoli di questo libro, troverà delle autentiche gemme, dei particolari che cambiano completamente i colori del racconto. Sto pensando alle pagine dedicate ad Eva, a “Gesù madre”, a “Maria di Nazareth”, a “Paolo e le donne”… Non c’è una sola pagina irrilevante in questo libro che ti regala la gioia di leggere con l’intelligenza e la passione delle donne.
1) Qui è evidente l’apporto insostituibile della lettura di genere della Bibbia. Solo così le donne bibliche escono dall’oblio, da una lateralità insignificante: da marginali diventano comprimarie del racconto biblico, protagoniste, fondatrici del popolo, interlocutrici dirette con Dio, senza alcun bisogno di una mediazione maschile. Solo così Miriam, Ester, Giuditta diventano presenze e voci “alternative” e fanno emergere la fragilità del pensiero e del potere maschile. La lettura di genere della Bibbia ci aiuta a convertirci alla “parzialità” di ogni lettura, e svela il contesto patriarcale nel quale la Bibbia è stata scritta e smaschera il monopolio interpretativo maschile.
Lidia Maggi su Protestantesimo riflette “sul vedere” e scrive: “… Una catechesi edotta dalla riflessione di genere può utilmente accendere. Non è una questione di affermare che le donne vedono meglio degli uomini; piuttosto occorre sempre ricordare che lo sguardo umano è duplice. Questo recupero di uno sguardo al femminile sul testo biblico e sull’esperienza a cui la Parola è rivolta ha la preoccupazione non tanto di rivendicare spazi e privilegi negati alle donne, quanto piuttosto di rendere ragione della pluralità con cui il divino si manifesta nell’esperienza umana e nella rivelazione biblica. Partendo dalla consapevolezza della parzialità dello sguardo, la catechesi vorrebbe provare a recuperare un orizzonte più ampio, non confinato entro i limiti del solo maschile, capace di tenere insieme (sapientemente) il logos, il pathos e l’ethos che caratterizzano l’umano e il divino nonché la singolarità del loro incontrarsi” (pag. 333).
2) Davanti agli interrogativi che le donne credenti pongono alla nostra chiesa, alla catechesi, alla predicazione si corre il rischio di non raccogliere la densità e l’autorevolezza di questo pensiero. Non si tratta di qualche ritocco, di qualche aggiornamento. Senza una vera, radicale conversione culturale, ermeneutica e strutturale non si raccoglie il senso di questa “rivoluzione” in atto e si riducono la Bibbia e la fede all’insignificanza e la chiesa diventa un pezzo da museo.
3) Per “salire a Gerusalemme” ( Marco 14,40-41), cioè per raccogliere le sfide di oggi, per espandere la chiesa dell’inclusione, soprattutto per lavorare ad un mondo di pace e di giustizia, c’è l’assoluto bisogno di riscoprire la testimonianza delle donne che Marco ci ricorda con gli altri evangelisti. Il mondo di oggi, come le grandi tradizioni religiose, non “salirà a Gerusalemme”, cioè non conoscerà la “città della pace” senza la forza, la fede, la cultura, l’intelligenza e la passione di milioni di donne.
4) Nella mia vita la loro presenza, la loro intelligenza costituisce una delle autorità alla quale faccio costantemente riferimento per la mia personale conversione e per entrare più concretamente nel sogno e nel solco del “regno di Dio”.

In libreria per Edizioni Feltrinelli, Milano 2014, pp. 171, € 19
Franco Barbero


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