Newsletter n. 45 del 3 novembre 2017
Cari amici, tra le cose che “dice Francesco” mettiamo oggi sul nostro sito un discorso che ancora una volta è dedicato all’Europa, anzi è volto a “ripensare l’Europa“. Questo era il tema della conferenza organizzata a Roma dalla Commissione delle Conferenze Episcopali europee, alla quale Francesco ha rivolto il suo indirizzo. La riflessione che papa Francesco da tempo svolge sull’Europa si sviluppa da un occasione all’altra con straordinaria coerenza: dalle visite al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, al discorso rivolto ai leaders europei venuti a conferirgli il “premio Carlo Magno”, sembra quasi che toccasse proprio a un papa non europeo, proveniente da una vecchia colonia dell’Europa, ripensare in profondità la storia e l’identità del continente, rimettere a nuovo, per così dire, “l’idea di Europa”, per citare i titoli dei saggi di Husserl e di Przywara, e il tema che ha occupato tutta la ricerca di Friedrich Heer. E se nel fare i conti con Carlo Magno papa Francesco ha preso congedo da una tradizione cesaro-papista dell’Europa intesa come “regime di cristianità”, in questo “ripensare l’Europa” per i vescovi del continente, è tornato alle vere fonti della spiritualità e del genio europeo, citando san Benedetto: ma, sorprendentemente, non un Benedetto preso a modello dell’ascesi monastica, ma un Benedetto che celebra l’uomo, l’uomo di carne che, come canta il Salmista, “vuole la vita e vuole vivere giorni felici”; e qui Francesco trova la vera anima dell’Europa e il suo fine che è di cooperare per tutti gli uomini a una vita piena e felice. Dunque un’Europa costruita non su sistemi chiusi o servili, non sulla ricchezza o sul potere, ma sull’uomo in tutte le sue potenzialità e i suoi bisogni; sicché è una gran perdita per l’Europa che i concreti volti degli uomini e delle donne non siano più visti, non più accarezzati, non più accolti, ma siano sostituiti da astrazioni, le astrazioni degli indicatori economici, delle percentuali di voto, delle soglie di povertà e delle quote di esclusione.
Più che un rimprovero all’Europa è un appello non solo a ripensarsi, ma a ritrovare se stessa. Con i più cordiali saluti www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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