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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Lettera aperta di “Noi Siamo Chiesa” ai vescovi italiani

                                                                                              Lettera   aperta ai vescovi italiani

 Cari fratelli vescovi,

                            il prossimo 21 maggio vi riunirete in assemblea in un momento particolarmente difficile per il nostro paese a causa dell’attuale situazione economico sociale. Supponiamo che su ciò sarà concentrata la vostra attenzione. Sappiamo però  che dovrete anche decidere in merito ai comportamenti da tenere nei confronti dei casi, veri o presunti, di abusi sessuali su minori  in cui è coinvolto il clero. E’ di ciò che vogliamo parlare. Parecchi casi sono emersi nella cronaca negli ultimi mesi e confermano quanto sosteniamo da tempo: il problema esiste nel nostro paese in misura e modalità non sostanzialmente differenti da quelle degli altri paesi del nord Europa e degli USA. E’ stato un errore minimizzarlo, come ci sembra appaia  dalle opinioni e dalle azioni che, in linea generale, avete manifestato e assunto  fino ad ora. Riteniamo anche che sia in  errore chi, nel mondo ecclesiastico, ritiene che ci si trovi di fronte a una specie di complotto da parte dei media o della cultura cd “radicale” o “laicista” per intaccare la credibilità della Chiesa. I fatti sono fatti e purtroppo questi fatti ci sono e anche in questi ultimi giorni.

         Ciò premesso, “Noi Siamo Chiesa”, dopo aver ascoltato le vittime, da tempo ha riflettuto e, poi,  ha espresso le proprie valutazioni su tutte queste questioni. Speriamo che siano da voi conosciute perché esse sono state diffuse ripetutamente  e sono comunque tutte leggibili cercandole sul nostro sito Internet <www.noisiamochiesa.org>. Ugualmente sono ben conoscibili anche quelle, in argomento, del movimento Internazionale We Are Church (www.we-are-church.org). Le abbiamo espresse con passione per la vita della Chiesa e con la convinzione di esprimere opinioni largamente diffuse nel nostro mondo cattolico, anche se solo raramente esse  vengono manifestate con la  parresia che sarebbe necessaria. I nostri punti di vista non sono stati considerati.

         Sappiamo che state discutendo al vostro interno di questa tematica. Ci interroghiamo e vi chiediamo se  sia giusto che questa questione possa essere trattata con tempi e modi simili a quelli di tante altre, del tutto interne al funzionamento delle strutture ecclesiastiche. Qui ci sono di mezzo persone con  le loro  grandi sofferenze,  persone che sono state o sono ancora nella Chiesa e che da essa si sono sentite abbandonate o esplicitamente tradite. Qui c’è di mezzo, più che su qualsiasi altro problema,  la testimonianza del Vangelo nel nostro paese.

         Nei prossimi giorni per voi c’è la  possibilità di prendere una strada nuova. Ci riferiamo all’impegno che avete in questa vostra assemblea di approvare quelle  “Linee guida per il trattamento dei casi di abuso sessuale nei confronti dei minori da parte dei chierici” richieste un anno fa dalla Lettera circolare del 3.5.2011 della Congregazione per la dottrina della fede. Già nello scorso  ottobre avevamo auspicato senza successo che queste Linee fossero elaborate con la partecipazione di rappresentanti delle vittime e con la collaborazione di esperti del problema, esterni al mondo ecclesiastico e di riconosciuta professionalità. Nulla si sa di quanto fino ad ora  è stato discusso ed elaborato.

         Ora, nell’imminenza di quanto deciderete da soli, molti si aspettano una presa d’atto della sottovalutazione del fenomeno e di troppi comportamenti negativi di cui alcuni di voi sono stati responsabili. Suggeriamo due punti sui quali deliberare:

  –la denuncia alle autorità civili sia prevista nelle “Linee guida” come obbligatoria qualora  ce ne siano gli estremi

         –sia decisa  l’istituzione in ogni diocesi di una struttura indipendente che sia il primo referente per le vittime sul

     modello di quanto di analogo già realizzato in altri paesi (Austria, Germania e altri  e in Italia nella sola diocesi

     di Bolzano – Bressanone).

          E’ necessario avere l’umiltà di riconoscere quanto di negativo è stato fatto o è stato omesso fino ad ora. Ci aspettiamo che ognuno di voi, davanti alla propria coscienza, non sfugga  alle proprie personali responsabilità e all’appello del Vangelo e che tutti insieme riusciate ad individuare il percorso nuovo che è indispensabile. Ci auguriamo di cuore che ogni altro atteggiamento di chiusura clericale venga meno pensando al giudizio delle vittime, a quello del popolo dei credenti e a quello di Dio. Di altre possibili decisioni sbagliate sarebbe necessario pentirsi  in futuro.

 Un cordiale saluto nella comune fede nell’Evangelo

                                                                                                       NOI SIAMO CHIESA

Roma, 12 maggio 2012


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