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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Lo scandalo pedofilia ha compromesso la credibilità della Chiesa in Irlanda

Comunicato dell’International Movement We Are Church

( IMWAC) sul Rapporto della Commissione d’Indagine sugli abusi ai minori in Irlanda (Rapporto Ryan).

   Il Rapporto della Commissione d’Indagine sugli abusi sui minori, pubblicato la settimana scorsa, descrive un sistematico abuso di violenza da parte di istituzioni, e mette in luce una serie interminabile di abusi di ogni genere su bambini incarcerati in istituti gestiti da membri di ordini religiosi e questo per molti decenni. 

Il Rapporto porta alla luce un vero e proprio  “sistema penale”, gestito da congregazioni religiose, finanziate dallo Stato, dove migliaia di bambini irlandesi erano incarcerati, molti a causa di trasgressioni non gravi, molto spesso per lunghi periodi della loro vita. Presenta una situazione di una crudeltà impensabile su dei bambini privi di qualsiasi difesa.

  Tentativo di smentita da parte delle Congregazioni Religiose Il Rapporto Ryan smentisce i reiterati tentativi  di far credere che tali abusi siano stati perpetrati da pochi individui, le solite “mele marce”, all’interno delle  istituzioni. A dispetto delle veementi smentite da parte delle congregazioni coinvolte, dal Rapporto risulta in modo evidente che, in molti casi,   i religiosi erano a conoscenza del comportamento violento e delle brutalità perpetrate da questi  Istituti, ma  si fingeva di ignorare e, volgendo l’attenzione altrove, si favoriva la continuità di tali abusi. A proposito dei Christian Brothers, la documentazione conservata negli archivi di Roma della stessa Congregazione, presentata in modo tardivo dai Brothers,  conferma che la Congregazione era, da molti anni, a conoscenza delle accuse di abusi e delle violenze perpetrate.. Il Rapporto Ryan è particolarmente severo con le congregazioni religiose, con l’eccezione dell’Ordine Rosminiano, per non essere intervenuti contro gli abusi e per essere stati sulle difensive nei confronti del  Rapporto. Ciò è stato particolarmente evidente quando le congregazioni religiose hanno tenuto un atteggiamento di contraddizione nei confronti dell’evidenza delle testimonianze. Molti testimoni sono rimasti traumatizzati una seconda volta nel momento in cui hanno narrato i traumi subiti quando erano bambini. 

Questo diversamente dall’atteggiamento tenuto dall’ordine rosminiano, apprezzato dal giudice Ryan, per la loro scelta di ascoltare con rispetto le testimonianze per trarne insegnamento.

  Risposte al Rapporto 1)      Dai sopravvissuti agli abusi C’è stata una molteplicità di risposte da parte delle vittime degli abusi.          Alcuni sopravvissuti  hanno accolto con piacere il Rapporto e la sua conferma della crudeltà e della brutalità  negate dalle congregazioni religiose. Si sono sentiti “vendicati” dato che le loro storie sono state ascoltate e credute dalla Commissione.           Altri hanno evidenziato i limiti e la debolezza del Rapporto. La Commissione non svela l’identità di coloro che hanno commesso gli abusi, chiamandoli con pseudonimi, persino nei casi in cui gli aguzzini  sono stati condannati dal sistema giudiziario.          Altri sono stati critici perché il rapporto ha evidenziato quasi esclusivamente gli aspetti fisici, sessuali ed emotivi e non ha saputo mettere in evidenza l’abuso sulla persona nella sua interezza, su ciò che uno dei sopravvissuti ha chiamato  “assassinio dell’anima”.  2)      Reazioni del pubblico Le conclusioni  del rapporto hanno suscitato un diffuso scandalo nella società. Si è assistito a  scene commoventi, durante il weekend,  quando molte persone hanno fatto la fila per  firmare il libro, proposto dal Mayor di Dublino, Ms Eibhlin Byrne, per esprimere solidarietà ai sopravvissuti. C’è anche una rabbia crescente da parte della società contro l’accordo, Compensation  Deal ,  firmato dal Governo Irlandese sotto il precedente Taoisech, Bertie Ahern, alcuni giorni prima dal cambiamento di governo nel 2002. Con questo accordo, voluto dalla Conferenza dei Religiosi d’Irlanda a favore delle 18 Congregazioni Religiose, si è stabilito che lo Stato e le congregazioni religiose avrebbero condiviso il costo dei risarcimenti a favore dei sopravvissuti. Tuttavia, il contributo delle Congregazioni Religiose venne stabilito sulla cifra di 127 Milioni di Euro, parte di questa cifra sarebbe consegnata tramite la messa a disposizione di proprietà. Il Governo accettò che, a  compensazione di tale cifra, avrebbe indennizzato gli ordini religiosi per qualsiasi richiesta finanziaria futura fosse fatta verso gli stessi. Ora trapela la notizia che il costo dei risarcimenti dei sopravvissuti dovrebbe superare 1.3 miliardi di euro, superiore di ben nove  volte il contributo offerto dagli ordini religiosi. Il governo è sotto una forte pressione politica e sociale affinché rinegozi l’accordo, ma  sostiene che esistono ostacoli giuridici in questa direzione. C’è una pressione crescente da parte della società affinché gli ordini religiosi offrano volontariamente una cifra superiore.

Il Cardinale Sean Brady,  Mons. Diarmuid Martin, Arcivescovo di Dublino e Mons.  Willie Walsh, vescovo di Killaloe si sono aggiunti a quanti chiedono che gli Ordini Religiosi riconsiderino la loro risposta ai sopravvissuti, compresa la loro compensazione economica.

  La posizione di We Are Church 

“Noi siamo Chiesa”  pensa che l’evidenza del Rapporto Ryan e la conferma della gravità dei fatti e della negazione dell’estensione degli abusi perpetrati sui bambini, impone interrogativi fondamentali per lo Stato Irlandese, per la società Irlandese e per tutta la Chiesa.

  Interrogativi per lo Stato e per la Società          Perché dei bambini sono stati incarcerati per un periodo così lungo, pur non esistendo ragioni di carattere legale?         Perché lo Stato ha adottato un atteggiamento di deferenza e di sottomissione verso le istituzioni ecclesiastiche,  ed ha agito in collusione per coprire gli abusi delle istituzioni religiose?-Perché le istituzioni e i dipartimenti statali sono stati evasivi nel giustificare le istituzioni religiose? Coloro che hanno perpetrato i reati continueranno ad essere protetti dallo Stato o saranno ritenuti  responsabili?   Interrogativi per la Chiesa “Noi siamo Chiesa” crede che le conclusioni del Rapporto Ryan richiedano  una riflessione critica all’interno della Chiesa sulla cultura e sulla pratica che ha consentito che gli abusi fossero commessi. 1)      Dato che l’abuso è, prima di tutto, giustificato dalla fame di potere e di controllo sulle vittime, la Chiesa dovrebbe controllare le conseguenze dei sistemi autoritari e le strutture di potere e la mentalità di sottomissione esistente all’interno della Chiesa. 2)      La  Chiesa deve esaminare la mentalità, radicata nelle istituzioni, di negare o ignorare la verità per difendere la  Chiesa in quanto istituzione. 3)      La Chiesa deve rendersi conto di aver favorito l’emergere di espressioni deviate e distorte a causa della sua concezione repressiva della sessualità.

 Un’altra Chiesa è possibile “Noi siamo Chiesa” dichiara che un’altra Chiesa è possibile:          Un Chiesa che proponga un approccio positivo alla sessualità.         Una Chiesa che promuova pari opportunità tra i generi.         Una Chiesa dove il celibato sia vissuto non come un obbligo, ma come una scelta.         Un Chiesa, la cui gestione, si fondi sui principi democratici. Una Chiesa dove i ministeri siano al servizio del popolo e non dell’istituzione, senza virus nella trasmissione dei messaggi. Una Chiesa in ascolto della Parola di Dio nella vita delle persone. Una Chiesa Cristiana che basi la sua cultura e la sua missione sul Vangelo. Ora, più che mai, dobbiamo chiarire e insistere con le nostre richieste alla gerarchia di Roma. Noi vogliamo far di tutto affinché la nostra Chiesa diventi una vera Chiesa secondo i segni dei tempi. Vogliamo che la nostra voce sia ascoltata alla luce di quanto successo  in Irlanda e che fu   accettato  in  passato come fosse una  “cura”,  come si evidenzia nel Rapporto. Soprattutto, dobbiamo essere solidali con le vittime di questa violenza istituzionale .La società irlandese deve scoprire perché  tali abusi  sono stati permessi per decenni.

La falsa deferenza verso l’autorità, che ha  nascosto, per lungo tempo fatti così gravi, deve essere spazzata via dalla Chiesa una volta per sempre.

  Roma-Dublino, 3 giugno 2009         


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