Ragionando sulle elezioni europee
Indubbiamente i vertici ecclesiastici, a partire da papa Francesco, temevano che l’Europa non tenesse e si sono espressi per un voto di conferma della scelta europeistica di fondo, secondo una linea che viene da lontano. Anche i vescovi della COMECE (l’organizzazione dei vescovi dei paesi dell’UE) hanno scritto parole impegnative. Da questo punto di vista i risultati elettorali sono stati considerati soddisfacenti nel loro esito complessivo. Fatto il primo passo- ha detto Hollerich, presidente della COMECE-c’è tutto il resto ed è veramente tanto in termini di welfare, migranti, economia solidaristica ecc… All’interno della Chiesa le elezioni sono state-mi sembra- un elemento di chiarezza per quanto riguarda lo scontro in atto. Il Card. Muller (“Correre della sera” del 28 maggio) si è schierato a tutto tondo con Salvini, che egli definisce “cattolico” a pieno titolo e il cui richiamo ai patroni dell’Europa va bene. Egli sa di avere dalla sua parte tutti i conservatori (e i reazionari), anche della politica. Dall’altra parte ci sta Spadaro, l’Avvenire , tutto il mondo del volontariato e delle ONG, il card. Bassetti e non sappiamo quanti vescovi in modo convinto (sicuramente tutte le nuove nomine hanno una sensibilità in questa direzione). Sarà interessante seguire la vicenda che riguarda la querela per diffamazione che Salvini ha fatto nei confronti di don Alberto Vigorelli, un prete di Mariano Comense, che due anni fa ha detto, durante un’omelia, che “O si sta con Salvini o si sta col Vangelo”. Il processo sarà nel prossimo febbraio.
Detto questo, il vero problema che tutti abbiamo è quello della pancia del paese. Ben sappiamo che tanti cattolici, sia di tradizione che di convinzione, fanno parte dell’ attuale ondata di consenso alla linea securitaria, autoritaria e di chiusura nel proprio particolare. Certamente ogni analisi non superficiale ci dice che questo orientamento in crescita nell’opinione pubblica ha anche altre radici: la crisi economica, la reazione alla mala politica (in particolare degli ultimi cinque-sei anni), il disorientamento determinato da cambiamenti troppo a strappi nel costume e nella comunicazione e altro ancora. Ma a noi credenti nell’Evangelo preme ragionare su cosa è possibile fare per contrastare, in chi frequenta le nostre parrocchie, la linea diffidente nei confronti del migrante e il diverso, credulona nei confronti di chi esibisce i rosari e i crocifissi, fiduciosa in ogni proposta facile e tassativa (contro i drogati, contro la delinquenza ecc…). E’ una mobilitazione culturale che ancora manca od è insufficiente e che deve essere generalizzata; ci vuole una vera e propria “campagna”, condotta con intelligenza e metodi adatti. Una campagna ben diversa da quelle troppo discutibili del passato (per esempio sulla legge 40, sul caso Englaro, sulle unioni civili…) che proponga solidarietà , senso civico, rispetto dell’ambiente, accoglienza della “vedova e dell’orfano”, mobilitazione politica sul territorio, impegno per le sofferenze nel mondo. Nei nostri ambienti abbiamo preti che non parlano, che curano solo l’ordinaria amministrazione della vita ecclesiale ma a lato ci sono anche tante iniziative di solidarietà attiva per venire incontro ai bisogni elementari di molti. Perché queste ultime non riescono ad avere l’egemonia sul sentire del nostro popolo e ad avere ricadute anche a livello politico-elettorale ? Questa è una domanda per tutti noi, dai vescovi, ai parroci ed anche all’area nostra che definiamo “conciliare”.
Ultima osservazione : un po’ dovunque nella campagna elettorale sono rimaste completamente in ombra le questioni relative alla collocazione dell’Europa nel mondo, la nuova corsa al riarmo, l’avanzata della NATO ad Est, la mancata firma del Trattato ONU sul disarmo nucleare del luglio 2017 e, nel nostro paese, la soggezione continua ed in espansione alla presenza militare USA. Non sono questioni di grande spessore che dovrebbero essere al centro della discussione sull’Europa? Qualcuno ne ha scritto anche se la circolazione di queste posizioni è stata nascosta (non a caso) . Pax Christi internazionale ha scritto un impegnativo testo “L’Europa che vogliamo”. Nel suo piccolo “Noi Siamo Chiesa” ha ragionato su queste questioni ed altre (vedi www.noisiamochiesa.org/?p=7516).
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa
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