NTERVISTA A VITO MANCUSO
IL TEOLOGO RICORDA L’ULTIMO DUELLO CON LA HACK: <ERA UN’ATEA APERTA AL DIALOGO>
Articolo pubblicato sul Qn (Il Giorno- Il Resto del Carlino- La Nazione) il 30 giugno 2013
Giovanni Panettiere
BOLOGNA
L’ULTIMA volta che si sono incontrati vestivano entrambi i panni dell’avvocato. Lui di Dio, lei del matematico statunitense Stephen Hawking, icona dell’ateismo contemporaneo. Il teologo Vito Mancuso torna con la memoria sul palcoscenico del Teatro Olimpico di Vicenza, allo spettacolo ‘Dio e Hawking’, nel quale, un anno e mezzo fa, si confrontò con l’astrofisica Margherita Hack. L’ombra dell’emozione incombe e il ricordo è tutto declinato al presente.
Come andò quel ‘dibattimento’?
«Mi sono confrontato varie volte con intelletuali atei. Ho toccato con mano la chiusura e la sicumera di alcuni, l’apertura al dialogo degli altri. La Hack ha un estremo rispetto e una grande attenzione per gli argomenti di chi la pensa diversamente da lei».
Non era un’atea dura e pura?
«È una persona laica nel vero senso del termine, una scienziata non ideologicamente determinata. Sotto il profilo umano, invece, è una delle figure più compiute che abbia mai incontrato. Fa trasparire una vita realizzata in pienezza».
Per settant’anni la Hack è stata accanto al marito…
«Provo ammirazione per questa sua dedizione. Ricordo che a Vicenza, dopo lo spettacolo, gli diceva: ‘Questo non lo puoi mangiare che ti fa male’, ‘copriti che prendi freddo’. Mi è sembrata tenera, davano l’impressione di una coppia molto affiatata, probabilmente ancora di più nella vecchiaia».
Sosteneva che la politica «non è libera e non ha il coraggio di reagire all’influenza del Vaticano. E, se non reagisce, è più bacchettona della Chiesa stessa». Condivide?
«Quanto è accaduto con la legge 40 sulla bioetica ne è l’esempio più lampante».
L’idea di un paradiso come un condominio, dove reincontrare mamma, papà, parenti e amici, non la convinceva proprio.
«Non lo sa nessuno come sarà il paradiso. Una cosa è certa: molti credenti hanno proprio questa idea della vita eterna. Come se tutto continuasse senza il carico di dolore che ci portiamo appresso nel presente. D’altronde il dogma della resurrezione della carne spinge a una visione simile».
Ma per lei, adesso, dove è l’atea Margherita Hack, la signora delle stelle?
«È pura luce, chiara energia luminosa. Anche se non dobbiamo mai dimenticare che la nostra è solo un’immagine provvisoria rispetto allo splendore dell’eternità».
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