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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Mons. Cesare Nosiglia, discepolo di Ruini, è il nuovo vescovo di Torino

Un editoriale per il sito delle Comunità cristiane di base

 A proposito della nomina di Nosiglia a vescovo di Torino 

            Ben strana è la gestione della stampa italiana. Oggi 12 ottobre i due principali quotidiani, il “Corriere della sera” e “La Repubblica”, ignorano la nomina di Cesare Nosiglia ad arcivescovo di Torino !  Eppure, in altri momenti e su altre questioni, l’enfasi su problemi posti dai vertici della Chiesa o che la riguardano, è veramente eccessiva, del tutto sconosciuta in altri paesi d’Europa. Noi che apparteniamo a un cristianesimo ai margini di quello organizzato e “ortodosso” non possiamo invece ignorare l’importanza di questa nomina come di altre (prossima quella del nuovo vescovo di Milano) per l’influenza che essa ha in campo civile ed ecclesiastico. E’  un’influenza   che, anche in periodi di sempre maggiore secolarizzazione, agisce sulle culture, sulle coscienze se non altro per il potere di veto che ha il vescovo  su quanto si muove  e, al contrario, per le sue grandi possibilità di dare il via libero a energie che, spesso, sotterranee, percorrono la vita delle nostre comunità cristiane (parrocchie ecc…). E’ poi c’è il controllo gerarchico-burocratico , senza nessuno a cui rendere conto, sulle nomine dei parroci, sulla gestione del patrimonio ecc…

 

            Che dire di Nosiglia?In partenza non si può che dirne in modo molto molto critico, salvo constatarne in seguito una (improbabile) conversione. Nosiglia è un ruiniano doc, suo stretto collaboratore presso la CEI e poi al Vicariato per trentacinque anni. A Vicenza sulla questione della nuova base americana  Dalmolin ha fatto il Ponzio Pilato, mentre la parte più attiva del mondo cattolico locale si è pronunciata contro in modo molto esplicito. Questa nomina –diciamolo francamente- è demoralizzante. Niente cambia, il sistema delle nomine, è sempre e solo fondato sul segreto, su “cordate” fondate su  orientamenti pastorali,  amicizie personali e altri interessi (sempre sospettati di essere inconfessabili). E -come scrive il vaticanista della “Stampa” Marco Tosatti- Ruini è sempre potente in Vaticano: il suo “uomo” è stato preferito a quanti lo precedevano nella terna e cioè il vescovo di Rimini  Lambiasi e Aldo Giordano, rappresentante del Vaticano presso il Consiglio d’Europa. Entrambi, per le notizie che ho io, per orientamento e per esperienze, di livello ben superiore a quelle di Nosiglia. E poi questo sistema di trasferire, per decisione unilaterale e insindacabile di Roma,  i vescovi, veri e propri funzionari di Dio, da una diocesi a un’altra è inaccettabile.  

 

            Ma quando noi, che ci richiamiamo al Concilio, riprenderemo con passione e senza la puzza sotto il naso, ad occuparci della democrazia nella Chiesa, a partire dal problema della nomina dei vescovi ?

  

                                                           Vittorio Bellavite   

 

Milano 12 ottobre 2010


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