Newsletter n° 3 di Chiesadituttichiesadeipoveri
Gentili amici,
le donne sono al centro della predicazione di papa Francesco, dalla Misericordia et Misera al Messaggio per la Giornata della Gioventù pubblicato il 21 marzo. Le parole non possono tornare indietro senza portare frutto, dunque la questione della donna che grida da troppo tempo nella Chiesa, deve essere affrontata in profondità. Per questo motivo, nella sezione “dice Francesco”, il sito pubblica un’omelia nella quale alle donne viene riconosciuta una speciale, “differente” prerogativa, quella di essere “armonia del mondo”, e riporta la prima parte di una conversazione a ruota libera del papa con le Superiori religiose, in cui Francesco ammette che il problema di una esclusione delle donne dalle responsabilità (e dai ministeri) nella Chiesa esiste, ne preconizza, sia pure con molta cautela rispetto alla Tradizione, un superamento, e quanto all’ipotesi di introdurre (o reintrodurre?) il diaconato femminile permanente come ordine sacro nella Chiesa, arriva a dire che se ne può parlare, e tanto per cominciare si darà la materia in mano a una Commissione di studio. Sullo “status questionis” c’è un testo molto importante di Maria Cristina Bartolomei nel quale si sottolinea il paradosso per cui, se i tradizionalisti considerano la riserva esclusiva del sacerdozio agli uomini il discrimine dello “stare o cadere della Chiesa”, la Chiesa stessa troverebbe il suo fondamento nell’esclusione delle donne. Il testo della studiosa milanese ha origine da un discorso pronunciato al Convegno nazionale della rete dei Viandanti tenutosi a Bologna il 22 ottobre 2016 sul tema «Chiesa di che genere sei?”, ed è stato poi pubblicato in forma accademica sul n. 20 de “Il Regno – Attualità” 2016. Nel sito ne viene ora riprodotta una quasi completa versione, con il corrispondente corredo di note. In “dicono i fatti” è poi evocata la discriminazione da cui sono colpiti in Italia cinque milioni di residenti e contribuenti non cittadini, esclusi dai diritti politici e dall’elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative e politiche; e ciò nonostante il principio fatto valere dai coloni inglesi in America nei confronti della Corona per cui “no taxation whitout representation”, vale a dire che chi paga le tasse deve essere rappresentato negli organi elettivi. Su questo vuoto legislativo da colmare il 21 marzo il Centro per la Pace di Viterbo, riproponendo un appello che ha già ottenuto un gran numero di firme, ha scritto ai Presidenti di Camera e Senato la lettera che viene ora pubblicata sul sito.
Con i più cordiali saluti www.chiesadituttichiesadeipoveri.it |
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